mercoledì 28 maggio 2025

Gli sviluppi dell’IA, fra cinema, deepfake e fakenews. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori

 

La rivista Mit Technology Review è stata fondata dal Massachusetts Institute of Technology nel 1899 e si concentra sulla divulgazione di informazioni sulle tecnologie emergenti e sui settori innovativi. La rubrica What’s Next? della rivista tratta i settori tendenze e tecnologie. Essa rende noti i passi man mano dell’intelligenza artificiale e ha riassunto il 2024 con quattro progetti principali. I grandi modelli linguistici continueranno a dominare, le autorità di regolamentazione stanno diventando più audaci e il problema apocalittico dell’intelligenza artificiale ha un forte impatto sugli istituti di ricerca e sul pubblico.

Nel 2024, le aziende tecnologiche che hanno investito molto nell’Intelligenza Artificiale generativa sono sotto pressione per dimostrare di poter trarre profitto dai loro prodotti. Per raggiungere questo obiettivo, i giganti dell’Intelligenza Artificiale come Google e Open AI stanno puntando molto sulla miniaturizzazione: entrambe le aziende stanno sviluppando piattaforme di facile utilizzo che consentono alle persone di personalizzare potenti modelli linguistici e di creare i propri mini chatbot per soddisfare esigenze specifiche.

In pratica ognuno può diventare sviluppatore di applicazioni di intelligenza artificiale generativa, senza bisogno di competenze di programmazione.
Lo scorso anno l’Intelligenza Artificiale generativa è diventata più utile anche per persone non di alte competenze tecniche, soprattutto perché sia Google Gemini, che ha superato il GPT-4 nei benchmark (test appositamente studiati per valutare le prestazioni di un dispositivo o l’efficacia di un processo) di testo, immagini, video e audio, e la stessa GPT-4, supportano la multifunzionalità e possono elaborare informazioni di testo e immagini, sbloccando così una serie di nuove applicazioni. Vedremo che persone di ogni estrazione sociale avranno il loro set IA-robotico personalizzato. Gli esseri umani devono solo cliccare un pulsante e il sistema genererà testo e caricherà video e foto, secondo le regole del settore.

Sin salla fine del 2022, abbiamo visto che Dall-E di OpenAI e Stable Diffusion di Stability AI possono produrre una varietà di immagini straordinarie. Per cui necessariamente nel 2024 l’attenzione si sposterà sui film, sia di grandi case cinematografiche che del singolo utente. Runway è una startup che realizza modelli video generativi (e ha co-fondato Stable Diffusion). Può già produrre cortometraggi di alta qualità, i migliori dei quali non sono molto lontani da ciò che avrebbe potuto realizzare la Pixar. Oltre a startup come Runway, appunto – come anzidetto – anche giganti del cinema come Paramount e Disney stanno attualmente esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel processo di produzione. L’Intelligenza Artificiale generativa sta reinventando ciò che una volta era possibile con gli effetti speciali, ottenuti – rispetto ad oggi – arrampicandosi sugli specchi.

Oltre al grande schermo, la tecnologia deepfake sta guadagnando terreno anche per scopi di marketing o formazione. Ad esempio, la società britannica Synthesia crea strumenti in grado di trasformare singole performance di attori in un flusso costante di avatar deepfake in grado di recitare qualsiasi copione fornito loro con la semplice pressione di un pulsante. Synthesia afferma che la sua tecnologia è attualmente utilizzata dal 44% delle aziende Fortune 100 (ossia le 100 migliori aziende per cui lavorare secondo la rivista Fortune, che tratta di economia globale pubblicata dalla Time Inc.’s Fortune, fondata da Henry Luce nel 1930; essa compete con Forbes e Bloomberg Businessweek nella categoria delle riviste economiche statunitensi e si distingue per articoli lunghi e approfonditi).

L’impiego di così tante competenze a un costo basso ha causato seri problemi all’industria dell’intrattenimento. Le preoccupazioni circa l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale da parte degli studi cinematografici sono state al centro dello sciopero di Hollywood dell’anno scorso. “L’arte cinematografica sta cambiando radicalmente”, ha affermato la regista indipendente Souki Mehdaoui. Inoltre va detto che la disinformazione elettorale generata dall’intelligenza artificiale sarà onnipresente. Il 2024 è stato un anno di elezioni in molti Paesi del mondo e le false informazioni elettorali e i deepfake generati dall’intelligenza artificiale sono diventati un problema importante. Finora abbiamo visto i politici di opposti schieramenti usare questi strumenti come armi elettorali, ad esempio in Argentina, Slovacchia e Stati Uniti d’America.

La proliferazione di queste opere di intelligenza artificiale è una tendenza preoccupante. Sarà più difficile che mai identificare i veri contenuti su internet. E combattere in un clima politico già polarizzato potrebbe avere gravi conseguenze. Fino a qualche anno fa, per realizzare i deepfake serviva una tecnologia avanzata, ma l’intelligenza artificiale generativa ha reso il tutto molto più semplice e i prodotti finiti sembrano sempre più reali. Anche le fonti attendibili possono essere ingannate dall’intelligenza artificiale. Ad esempio, le piattaforme di stock photo sono inondate di immagini generate dall’intelligenza artificiale per qualsiasi evento.

Le stock photo sono delle immagini che possono essere scaricate da siti web specializzati, a titolo gratuito o a pagamento, e possono essere usate in progetti creativi, grafici e di comunicazione. Sono ormai una realtà diffusissima nel mondo digitale anche se le opinioni sul loro utilizzo sono contrastanti. Ed in merito pure alle stock photo il 2024 è stato un anno importante per coloro che si oppongono all’intervento dell’intelligenza artificiale nelle elezioni. Tuttavia, le tecnologie di tracciamento e risoluzione sono ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, come la filigrana. Per meglio dire: se si vuole contrassegnare le fotografie con il proprio nome o un altro segno identificativo, o sovrapporre immagini e falsarla, è possibile aggiungere una filigrana. È anche possibile rimuovere una filigrana o usare una foto come filigrana.

Anche le piattaforme dei social media notoriamente sono lente a sradicare la disinformazione. In altre parole, il 2024 è stato un anno in cui tutti, chi moralmente pro e chi contro, e chi economicamente pro e chi contro, sono stati parte di un grande esperimento per combattere le fake news basate sull’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni, il campo dell’intelligenza artificiale si è allontanato dall’uso di più piccoli modelli per adottare un unico modello monolitico che può essere addestrato a svolgere tutte le attività. Per esempio mostrando ai suddetti OpenAI e GPT-3 alcuni esempi aggiuntivi, gli interessati possono “addestrarlo” a risolvere problemi di programmazione, scrivere sceneggiature cinematografiche, superare un esame di biologia al liceo e altro ancora. I modelli multimodali, come GPT-4, Google Gemini, DeepMind, possono risolvere sia compiti visivi che linguistici.

Lo stesso approccio potrebbe essere applicato ai robot fisici, così non ci sarebbe più bisogno di addestrare un robot a girare i pancake e un altro ad aprire le porte: un modello universale potrebbe dare ai robot la capacità di svolgere più compiti. Sin dal 2023, DeepMind ha lanciato Robocat, che ha imparato a controllare diversi bracci robotici generando i propri dati attraverso tentativi ed errori. A ottobre 2023, DeepMind ha collaborato con trentatré laboratori universitari per lanciare un altro modello di robot multiuso, RT-X. Anche un team dell’Università di New York sta sviluppando una tecnologia simile. Negli ultimi anni, grandi aziende hanno iniziato a rilasciare grandi set di dati per l’addestramento dei robot, come Egocentric 4D Perception di Meta. EGO4D è un dataset egocentrico su larga scala con una diversità senza precedenti.

Si compone di 3.670 ore di video raccolti da 923 partecipanti unici provenienti da 74 sedi in 9 paesi diversi. Il progetto riunisce 88 ricercatori, in un consorzio internazionale, per aumentare drasticamente la portata dei dati egocentrici pubblicamente disponibili di un ordine di grandezza, rendendoli oltre 20 volte maggiori di qualsiasi altro dataset in termini di ore di riprese. EGO4D mira a catalizzare la prossima èra della ricerca sulla percezione visiva in prima persona. Il dataset è diversificato in termini di copertura geografica, scenari, partecipanti e modalità di acquisizione. Per esempio un sondaggio dell’Ufficio Statistico del Lavoro degli Stati Uniti apprende come le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo.

I dati sono stati acquisiti utilizzando sette diverse telecamere da testa disponibili in commercio: GoPro, Vuzix Blade, Pupil Labs, ZShades, OR-DRO EP6, iVue Rincon 1080 e Weeview. Oltre al video, alcune parti di EGO4D offrono altre modalità di dati: scansioni 3D, audio, sguardo, stereo, più telecamere indossabili sincronizzate e narrazioni testuali. Tale approccio si è già rivelato promettente nel caso delle auto a guida autonoma. Startup come Wayve, Waabi e Ghost stanno guidando una nuova ondata di intelligenza artificiale per la guida autonoma che utilizza un unico grande modello per controllare il veicolo anziché più modelli più piccoli per specifiche attività di guida. Questa tecnologia consente alle piccole aziende di tenere il passo con i giganti. Nel prossimo anno questa tendenza potrà essere osservata nei robot impiegati in vari settori. Se ci fate caso, come abbiamo già sostenuto in nostri articoli e libri, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, renderà l’uomo non solo più al vertice della catena alimentare, ma perfettamente inutile.

Giancarlo Elia Valori 

martedì 27 maggio 2025

Attualità del pensiero peronista. Articolo di Luca Bagatin

 

L'indimenticato Presidente argentino Juan Domingo Peron, di cui ho molto scritto, in particolare alcuni anni fa, anche nei miei più recenti saggi socio-politici quali “Amore e Libertà” e “Ritratti del Socialismo”, è, come ho sempre sottolineato, figura emblematica per comprendere il presente.

Presente, in particolare, di un Sud del mondo che chiede riscatto e emancipazione.

Un Sud del mondo, oltre i blocchi contrapposti, già teorizzato dai promotori della Conferenza di Bandung e del Movimento dei Non Allineati, quali l'allora Premier cinese Zhou Enlai, quello indiano Nehru, il Presidente indonesiano Sukarno, quello jugoslavo Tito e il Premier egiziano Nasser.

Un Sud del mondo che, a differenza del Primo e del Secondo Mondo, ha saputo trarre spesso insegnamento da un socialismo adatto ai tempi, riformatore, adattato alle circostanze e alla mentalità dei popoli nei quali si stava edificando.

Fosse esso socialismo con caratteristiche cinesi; l'autogestione jugoslava e libica; il giustizialismo peronista; il modello dei kibbutz israeliani o altre vie nazionali e democratiche al socialismo.

Il Presidente Peron, che governò l'Argentina, anche con il determinante supporto della moglie Evita - dal 1946 al 1955 – seppe garantire al Paese risultati concreti, togliendo la proprietà terriera ai ricchi oligarchi e distribuendola ai ceti più poveri; nazionalizzando i settori chiave dell'economia (dalle banche alle ferrovie sino alla flotta mercantile ed alla produzione di petrolio, riuscendo a far cedere il controllo dell'economia dalla Gran Bretagna - che di fatto ne muoveva i fili - al governo argentino stesso, il quale, fra l'altro, incoraggiò molto il cooperativismo agricolo).

In tal modo i ceti proletari videro aumentare il loro reddito del 55%; si ebbe un aumento del PIL del 4% ed il passaggio del debito pubblico dal 68% al 57%, nei dieci anni di governo di Juan Domingo Peron.

L'Argentina peronista smise dunque di dipendere dall'estero, evitò di indebitarsi con le potenze straniere, aumentò le esportazioni ed avviò una politica estera di equidistanza sia dagli Stati Uniti d'America che dall'URSS (la famosa Terza Posizione antimperialista rilanciata più volte da Peron, da non confondere con insane forme di fascismo, totalmente estranee al pensiero di Peron e Evita, la quale fu peraltro molto amica della Premier laburista israeliana Golda Meir).

Molto importanti anche l'introduzione delle leggi sul divorzio (molti decenni prima rispetto all'Italia) e volte a sopprimere l'educazione religiosa nelle scuole e a legalizzare la prostituzione.

Il carattere profondamente laico di Peron (che pur fu sempre profondamente cristiano), peraltro, gli costò la scomunica da parte del Papa dei cattolici Pio XII.

Purtroppo, poco dopo la morte prematura di Evita, che gli causò forte sofferenza, le conquiste sociali e civili del peronismo, invise al clero, alla casta militare conservatrice e agli USA, saranno distrutte da un golpe guidato, nel settembre 1955, dal generale Pedro Eugenio Aramburu, che costrinse il Presidente Peron a fuggire in esilio in Spagna, sino al 1972, anno nel quale tornerà in Argentina, peraltro accompagnato – fra gli altri - dal prof. Giancarlo Elia Valori, suo portavoce in Italia e grande manager e analista internazionale.

In Spagna, ad ogni modo, non si diede mai per vinto e scrisse persino un ottimo libro, nel 1967, dal titolo “L'ora dei popoli” (e di cui ho ampiamente scritto nei miei saggi), ove inizia a elaborare le sue teorie sul riscatto sociale e civile del Terzo Mondo, sfruttato dall'imperialismo capitalista e a teorizzare la nascita e lo sviluppo di un nuovo ordine multipolare, peraltro in sintonia con quanto promosso – nel corso degli Anni '70 e '80 - dal Presidente comunista rumeno Nicolae Ceausescu, già autonomo da Mosca e molto amico, in Italia, dei socialisti di Bettino Craxi e del PSDI di Pietro Longo e che incontrerà Peron nel marzo 1974, pochi mesi prima della sua scomparsa.

In tale testo, fra le altre cose, egli scrisse: “Il giustizialismo si fonda su tre grandi premesse: 1) La necessità di promuovere una riforma che il mondo dei nostri giorni, con la sua inarrestabile evoluzione, stava segnalando come un imperativo ineludibile. 2) La necessità di una integrazione latino-americana per creare, grazie ad un mercato ampliato, senza frontiere interne, le condizioni più favorevoli al nostro sviluppo; per migliorare il tenore di vita dei nostri 200 milioni di abitanti; per creare le basi dei futuri Stati Uniti Latino-Americani, posto che spetta all'America Latina nelle questioni mondiali. 3) L'opportunità di realizzare un'integrazione storica che permetta di consolidare quella liberazione per la quale lottano oggi quasi tutti i popoli sottomessi.

La lotta in favore dei popoli sottomessi, infatti, fu la costante del pensiero e dell'azione di Juan Domingo Peron. La sua posizione politica, infatti, coincideva con quel Terzo Mondo sfruttato e depredato dagli USA e, in tal proposito, scriveva, anche riferendosi alla dittatura antiperonista che stava in quegli anni martoriando l'Argentina: “I governi usurpatori di quelle dittature che pretendono di affermare la propria esistenza con la protezione straniera non possono durare. I governi militari e imposti dal Pentagono e dal Fondo Monetario Internazionale, incorreranno nella stessa sorte in Vietnam come in America Latina, in quanto nulla di stabile può essere fondato sull'infamia”.

Ho ritrovato, in un ottimo sito storico/politico argentino, “Archivio Peronista” (https://archivoperonista.com), anche un bellissimo discorso ambientalista del Presidente Peron, del 21 febbraio 1972, ai popoli e governi del mondo (https://archivoperonista.com/1972/02/21/mensaje-ambiental-a-los-pueblos-y-gobierno-del-mundo).

Un messaggio che è di grande attualità, perché parla, fra le altre cose, di decolonizzazione, di sovranità, autodeterminazione dei popoli, di andare oltre i blocchi contrapposti e soprattutto di difesa dell'ambiente e di lotta contro la distruzione delle risorse naturali.

Ne vorrei riportare, tradotti, alcuni stralci:

Quasi trent'anni fa, quando il processo di decolonizzazione contemporanea non era ancora iniziato, abbiamo annunciato la Terza Posizione in difesa della sovranità e dell'autodeterminazione delle piccole nazioni, di fronte ai blocchi in cui erano divisi i vincitori della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, quando queste piccole nazioni sono cresciute di numero e costituiscono il gigantesco e multitudinario Terzo Mondo, un pericolo più grande - che colpisce tutta l'umanità e mette in pericolo la sua stessa sopravvivenza - ci costringe a porre la questione in termini nuovi, che vanno al di là di quelli strettamente politici, che superano le divisioni partigiane o ideologiche ed entrano nella sfera delle relazioni dell'umanità con la natura.
Crediamo che sia giunto il momento per tutti i popoli e i governi del mondo di prendere coscienza della marcia suicida che l'umanità ha intrapreso attraverso l'inquinamento dell'ambiente e della biosfera, lo sperpero delle risorse naturali, la crescita sfrenata della popolazione e la sopravvalutazione della tecnologia, e la necessità di invertire immediatamente la direzione di questa marcia, attraverso un'azione internazionale congiunta.
(...)
Le cosiddette "Società dei Consumi" sono, in realtà, sistemi sociali di spreco massiccio, basati sulla spesa, per il piacere che il profitto produce. Viene sperperata attraverso la produzione di beni necessari o superflui, e tra questi, a quelli che dovrebbero essere di consumo durevole, viene intenzionalmente assegnata una certa
vita perché il rinnovamento produce profitti. Milioni vengono spesi in investimenti per cambiare l'aspetto degli oggetti, ma non per sostituire i beni dannosi per la salute umana, e anche nuove procedure tossiche vengono utilizzate per soddisfare la vanità umana. Ad esempio, bastano le auto attuali che avrebbero dovuto essere sostituite da altre con motori elettrici, o il piombo tossico che viene aggiunto alla benzina semplicemente per aumentarne l'irritazione.
Non meno grave è il fatto che i sistemi sociali dispendiosi dei paesi tecnologicamente più avanzati funzionano attraverso il consumo di enormi risorse naturali fornite dal Terzo Mondo. In questo modo, il
problema delle relazioni all'interno dell'umanità è paradossalmente duplice: alcune classi sociali – quella dei Paesi a bassa tecnologia in particolare – subiscono gli effetti della fame, dell'analfabetismo e delle malattie, ma allo stesso
tempo le classi sociali e i paesi che basano il loro eccesso di consumo sulla fame. Né sono nutriti razionalmente, né godono di una cultura autentica o di una vita spiritualmente o fisicamente sana. Lottano in mezzo all'ansia e alla noia, e ai vizi prodotti dall'ozio mal usato.

(…)”

Discorso profondamente attuale e lungimirante.

Spiace che l'Argentina di oggi sia finita nelle mani di pericolosi liberal capitalisti dal piglio folle e fondamentalista come Javier Milei, che – con le sue politiche antiperoniste e antisociali - la sta riportando indietro di decenni.

Spiace che l'ex Presidentessa peronista Cristina Kirchner – degna erede di Peron e Evita e grande promotrice dei diritti sociali e civili - sia messa, ancora oggi, alla gogna mediatico-giudiziaria... come accadde già con l'ottimo Presidente brasiliano Lula Da Silva e con il nostro Bettino Craxi.

Evita Peron, ad ogni modo, disse: “Volveré y seré millones”. “Tornerò e sarò milioni”.

Milioni di popoli sfruttati, in marcia, per il loro riscatto sociale, civile, morale, spirituale.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it


lunedì 26 maggio 2025

Giustizia sociale, equità, cooperazione, come ritrovare i sentieri dell'Europa secondo Paola Bergamo (sulle tracce del nonno Mario Bergamo, eroe repubblicano mazziniano). Intervista di Luca Bagatin


Paola Bergamo è un’imprenditrice veneta, con una formazione culturale classica e giuridica. E' coordinatrice del Circolo culturale “La Caduta” e Presidente del Centro Studi MB2, oltre che esperta di comunicazione e relazioni internazionali. Ha all'attivo già due importanti pubblicazioni, ovvero “I sentieri interrotti dell'Europa. Sulla via tracciata da Mario Bergamo” (scritto assieme a Angelo Giubileo) e il nuovo “Ritrovare i sentieri dell'Europa. Sulla via tracciata da Mario Bergamo”, con prefazione del Generale di Corpo d’Armata Antonio Bettelli, presentato di recente al Salone del Libro di Torino. Entrambi i saggi sono editi da Futura Libri.

Paola è, peraltro e infatti, nipote di Mario Bergamo (1892 – 1963), antifascista, già Segretario del Partito Repubblicano Italiano, propugnatore della corrente “Repubblica Sociale”, che mirava a recuperare l'ideale autogestionario e cooperativista di Giuseppe Mazzini; promotore di una Internazionale Repubblicana, di ispirazione “socialista mazzinana”, che unificasse gli ideali repubblicani, anarchici, socialisti e comunisti e di cui molto scrisse nel suo saggio “Nazionalcomunismo”, curato – come altre sue opere - dal figlio, Giorgio Mario, padre di Paola.

Sei nipote e custode, per molti versi, della memoria storica e politica di Mario Bergamo, importante e volutamente dimenticato esponente repubblicano mazziniano, antifascista e coerente con le sue idee. Puoi dirci, brevemente, chi fu Mario Bergamo?

Il Pensiero di Mario Bergamo, fu, negli anni Venti del ‘900, un pensiero di rottura. Mario Bergamo, come ha rilevato anche il Prof. Augusto Vasselli, Presidente del Nuovo Giornale Nazionale, era decenni e decenni più avanti dei suoi contemporanei. In effetti se fosse stato seguito il suo Magistero, la fusione dei Repubblicani con i Socialisti, non solo l’Italia si sarebbe risparmiata vent'anni di Dittatura, ma non si troverebbe imbrigliata in un sistema partitocratico, quello odierno, dove le distonie alla democrazia radicano nella stessa Carta Costituzionale, la quale fu un importante compromesso tra forze politiche che avevano ideali e visioni contrapposte, unite più che altro dalla volontà di uscire dal periodo più buio e tormentato della nostra Storia nazionale, appunto il Fascismo, con il quale non si è fatto ancora abbastanza i conti, tant’è che i suoi echi permangono ben oltre la sua durata storica.

Mario Bergamo fu Deputato alla Camera del Regno e l’ultimo Segretario Nazionale del Partito Repubblicano Italiano.

Giunse alla Direzione Nazionale nel 1924 e quindi nel 1925 alla Segreteria Nazionale con la corrente da lui fondata “Repubblica Sociale” poggiante su due capisaldi: Giustizia Sociale e Laicismo Integrale. All’atto dello scioglimento di tutti i partiti politici, imposto con la forza dal regime fascista, nel 1926, per quelle circostanze di violenza non solo sociale e politica, ma anche fisica, Mario Bergamo, più e più volte perseguitato, percosso e addirittura messo nudo in vetrina emaciato, fu costretto a lasciare l’Italia.

La fuga fu organizzata da mia Nonna Ermelinda con Ferruccio Parri. Nei confronti di mio Nonno si era aperta una vera caccia all’uomo e sarebbe stato ucciso poiché ingiustamente indicato come il mandante dell’attentato di Bologna a Mussolini, in cui perse la vita il giovane Zamboni, del quale prende nome l’importante via della Bologna Universitaria.

Mario Bergamo raggiunse Parigi via Lugano, grazie all’aiuto dei contrabbandieri, insieme ad altri celebri personaggi del panorama politico nazionale dell’epoca, tra i quali Pietro Nenni, che Mario Bergamo assistette durante la fuga dall’Italia, finanche portandolo di peso sulle sue stesse spalle.

Il Nonno in quel momento storico era il più acerrimo avversario della dittatura ed è un paradosso, quindi, che su di lui, sia stata fatta calare una ingiustificabile damnatio memoriae ascrivibile alla sua scelta di non tornare in Italia, dopo la caduta del Fascismo, continuando la sua battaglia di libertà. Una scelta difficile, ma coerente al suo pensiero, persino rifiutando lo scranno di Senatore che gli era dovuto.
Il Nonno rimarcava quanto fascismo si era travasato nell’antifascismo e come la Repubblica nasceva non libera, ma liberata, la qual cosa reca in sé una evidente valutazione politica.

Tuo padre, Giorgio Mario Bergamo, che se non erro fu anche vicino alla corrente repubblicana di Randolfo Pacciardi, fu colui il quale curò le opere di tuo nonno, che scelse di rimanere in esilio, in Francia, non riconoscendosi nella Repubblica del 1946, che poco aveva a che fare con la Repubblica immaginata da Mazzini e Garibaldi. Cosa puoi dirci di lui?

Mio Padre aveva solo 4 anni quando è stato catapultato nell’esilio e ne è stato un testimone oculare avendolo subìto pure lui. Un esilio difficile, fatto anche di tanti stenti, guardato di traverso dai ragazzini francesi che sbeffeggiavano gli italiani anche definendoli “macaronì”. Però, quell’orgoglio tutto Italiano di difendere la Patria anche nei gesti piccoli e quotidiani, spinse mio Padre a eccellere in tutte le scuole, imponendosi come il migliore proprio sui compagni francesi e si può certamente dire che in lui si sia fuso il meglio della cultura italiana e di quella francese. Pur avendone diritto, mio Padre non accettò mai di farsi francese così come non lo fece mio Nonno che tuttavia, privato della cittadinanza italiana dal regime fascista, unita all’angheria di degradarlo e togliergli le medaglie al merito conseguite per l’eroismo dimostrato sulle cime di Monte Piana, durante il primo conflitto mondiale, morì in esilio e da apolide. Ma il Nonno, mai avendo dismesso di sentirsi italiano, di lottare per la Patria e di amare l’Italia, continuò con coerenza la sua Opposizione Storica alla dittatura fascista. Mi permetto di dire che l’Opposizione Storica era ed è qualcosa di molto più grande e forte del semplice Antifascismo. L’Opposizione Storica è infatti non solo lotta, ma ricerca delle cause che permisero al Fascismo di imporsi in Italia.
E del resto se la scintilla scoppiò in Italia, e fu Fascismo, poi divampò in Germania e fu Nazismo.

Dall’esilio il Nonno ricostituì il Partito Repubblicano e incisiva fu la sua azione politica dall’estero per scardinare la dittatura fascista. Quanto alla Repubblica del 1946, non nacque da un’azione di popolo: basta ricordare le parole di Churchill:

Bizzarro popolo gli Italiani. Un giorno 45 milioni di Fascisti. Il giorno successivo 45 milioni di Partigiani. Eppure questi 90 milioni di Italiani non risultano dai censimenti!” Vero è che l’Italia non si è liberata da sola, come avrebbe voluto Mario Bergamo, ma è stata liberata dagli Anglo-Americani. L’apporto del mondo Partigiano è stato importante, ma sarebbe mai stato sufficiente. Ne seguì poi una cruenta guerra civile, mai del tutto spenta e che di volta in volta fa riemergere i suoi echi. Per Mario Bergamo quindi la Liberazione e Libertà non erano cose equivalenti, entrando, come di fatto fu, nell’alveo di un sistema dove le decisioni sarebbero state prese all’estero, altrove e imposte a quella Italia divenuta cobelligerante e solo in seguito considerata un’Alleata.

Caduta la dittatura, quell’esilio dapprima necessario, per mio Nonno poi divenne volontario non riconoscendo nella Repubblica che si andava costruendo la Repubblica fondata su Laicismo Integrale e Giustizia Sociale che lui sognava da Repubblicano e Mazziniano. Una Repubblica che egli non esita a definire “concetta in dolore, non nascerà al vituperio” [...] sottoscrivente pace oltraggiosa-mortale peccato contro lo spirito- mercanti di Parigi avidi [...] disfida provvidenza [...] sé danna, condanna figli dei figli [...].

Nel mio libro compare il documento originale spedito per cablogramma in Italia.
Cioè lui avrebbe voluto un’Italia che si liberasse da sola dal giogo del Fascismo, che ritrovasse da sola la libertà senza contrarre un debito di “gratitudine” i cui effetti e costi si sono fatti sentire in questi nostri 80 anni di storia Repubblicana e ancor oggi producono i loro riflessi in tutte le scelte politiche, indipendentemente dal colore o posizionamento. .
Mio Padre ha dedicato tutta la sua vita a tenere vivo il pensiero di Mario Bergamo. Memorabile è il suo Addio a Recanati, arrivato in cinquina anche al Premio Campiello.

Ritrovare i sentieri dell'Europa. Sulla via tracciata da Mario Bergamo”, il tuo ultimo saggio. Che segue “I sentieri interrotti dell'Europa”, che scrivesti assieme ad Angelo Giubileo, sempre edito da Futura Libri. Puoi raccontarci di cosa parla?

I due libri sono intimamente connessi e di stampo profondamente europeista, ma molto critici verso le pieghe e caratteristiche dell’Unione Europea, oramai divenuta una Holding Finanziaria che persegue non solo interessi propri e lontani dalle esigenze anche più elementari dei popoli d’Europa, ma che addirittura hanno come effetto quello di penalizzare i cittadini che hanno quindi espresso con forza il loro dissenso, anche alle ultime tornate elettorali.
Con “I Sentieri Interrotti”, lo scopo fu quello di sintetizzare, quasi una sorta di “Bignami”, il pensiero politico e europeista di Mario Bergamo. Con “Ritrovare i Sentieri dell’Europa sulla via tracciata da Mario Bergamo”, l’intento è stato di calare il pensiero del Nonno nei problemi della nostra contemporaneità. L’Europa intendendo la UE, è nel mezzo di un vortice di un tempo scomposto, schiacciata da Imperi, potentati e caduta in una profonda crisi economica e di idee. Oggi brancola nel buio e non ha con sé il consenso dei cittadini che si sentono traditi, come del resto è stato tradito, quasi un’ abiura, la visione dei Padri dell’Europa, tra cui Mario Bergamo. Il tema del mio Pamphlet è il “ritrovamento” di ideali, di valori, e sentimenti per una “battaglia di libertà”. Perché per me, seguendo le orme del Nonno, Europa e Libertà sono sinonimi se questa fondasse su Giustizia tra i popoli e le Nazioni che la compongono. E del resto il Nonno, che pur osservava gli accadimenti, aveva preconizzato il fallimento del progetto europeo che partiva da meri interessi economici-finanziari anziché dalle necessità della gente comune, che oggi paga il prezzo dei tanti errori accumulati. Il mio libro non fa sconti a nessuno e punta il dito contro i sistemi e le devianze che determinano distonie e squilibri in un mondo piegato ai diktat di un famelico turbo-capitalismo, di una tecnofinanza e élites post liberali che tutto arano indifferenti alla sofferenza causata e che trova nelle guerre in atto, tragico epilogo e nuovi tornaconti.

Pensi che l'europeismo immaginato da Mario Bergamo e, prima di lui, da Mazzini, Garibaldi, Rossi, Colorni e Spinelli, sia compatibile con l'UE e, in particolare, con i suoi attuali dirigenti? 

No, credo che sia necessario comprendere che l’UE non risponde affatto al sentimento dei Padri Fondatori. La UE ha un “peccato” nella sua stessa origine che è puramente mercatale. Una realtà che non ha una Costituzione, che dopo Maastricht s’è impantanata nel pasticcio di Lisbona. Un grande castello di carte, pronto a implodere da un momento all’altro, che vorrebbe far politica, senza essere un soggetto politico. E' del resto composta da un coacervo di Nazioni, che addirittura operano l’una in danno dell’altra. Oggi che i tanti nodi irrisolti della Storia, altro che fine della Storia (!), la UE dimostra tutta la propria marginalità e marginalizzazione. Il mio però è un libro di speranza che guarda a una Unione Federale, quell’Unione Perfetta che propugnava Mario Bergamo fin dal 1919 e che è ancora attualissima nella possibilità di attuazione, contenuta nel suo “La France et l’Italie Sous le Signe du Latran”, pubblicato nel 1931 a Parigi da S.E.P.I. e tradotto in Italia nel 1968 con il titolo “Laicismo Integrale”.

Cosa ne pensi dell'attuale momento storico nel quale viviamo? Pensi che si tornerà a parlare di dialogo con la Russia e a promuovere una sua integrazione nell'UE, come auspicava, peraltro, anche l'ex Ministro degli Esteri Gianni De Michelis?

Nel mio libro ci sono pagine dedicate proprio alle occasioni mancate e uno degli appuntamenti sicuramente mancati con la Storia è proprio quello con la Russia, che è Europa come noi del resto siamo le protuberanze più estreme a ovest di un enorme continente: l’Eurasia.
C’è da augurarsi che, passato questo momento, la Russia torni protagonista di un dialogo politico, economico, culturale con l’Europa, di cui fa parte.

Ritroveremo i sentieri dell’Europa, a tuo parere?

L’Europa unita è una necessità! Non ho la sfera di cristallo, ma credo che, poiché si è di fatto una comunità di destino, non ci sia alternativa e quindi una Europa Federale è la soluzione. Ma non potrà riguardare tutte le nazioni della UE. I cosiddetti “Volenterosi”, anziché concentrarsi sul riarmo delle nazioni d’Europa, dovrebbero concentrarsi sulla costruzione dell’Europa delle Nazioni condotto da quel sentimento e progetto che ho definito NAZIONALEUROPEISMO conseguenza coerente di quel REPUBBLICANESIMO SOCIALE e LAICISMO INTEGRALE di Mario Bergamo. Sul libro propongo un Sentiero che porta esattamente là.
Il libro non solo contiene un appello per uno spirito europeista diverso, nato su impulso per parte francese da Isabelle Rome, già ministro delle pari opportunità di Francia e oggi Ambasciatrice per i diritti umani e contro l’antisemitismo e da Dominique Intini della Banca Mondiale. Un appello sottoscritto da grandi personalità del mondo della cultura d’Italia e di Francia, pubblicato due anni fa su Le Figaro in Francia e per l’Italia dato in esclusiva al Nuovo Giornale Nazionale. L’appello in questione aveva per destinatari gli stati fondatori dell’Europa !...
Il libro contiene anche una Silloge con il mio slogan “Je ne Marche pas”, dove ho raccolto tutti gli articoli scritti a mia firma ma anche sotto pseudonimo - e per necessità d’allora - che sono stati pubblicati dal Nuovo Giornale Nazionale negli ultimi quattro anni, su temi come Europeismo, Democrazia e Libertà, globalismo, mondialismo.

Pensi che una sinergia fra UE e BRICS sarà possibile, in particolare per costruire un nuovo ordine mondiale multipolare fondato su equità e giustizia?

Il Sud del Mondo invoca giustizia. Il mondo non è più unipolare. Negli States ha vinto Trump con lo slogan MAGA, cioè di fatto dichiarando al mondo intero che l’America non è più grande come un tempo, ma vuole, appunto, tornar grande, garantendo in primis il benessere del suo popolo. E se in effetti resta un impero forte, tuttavia è in grave crisi e sa perfettamente che è finita l’era unipolare. In crisi però lo sono tutti, perché è il sistema globale che non tiene più e vanno riscritte le regole e per tutti è questione, in fondo, di sopravvivenza. La Cina risente della de-globalizzazione, la Russia del tentativo di una sua regionalizzazione, il Medio Oriente è in fiamme, la crisi Israelo-palestinese reca in sé non solo lo scontro-incontro tra le tre più importanti religioni monoteiste, ma la concorrenza tra la via della Seta cinese e la Via del Cotone dell’India. L’Europa è in crisi energetica, industriale, politica e valoriale. L’India e il Pakistan sono in guerra, e la prima, pur nei BRICS, guarda all’Occidente: democrazia più popolosa al mondo, fatta di matematici allo stato puro, è un competitor della Cina. Quest’ultima è il più importante competitor degli Americani che tuttavia restano i più forti, al momento, riguardo alla propria capacità militare. I grandi squilibri portano a tensioni e guerre. Se nei media tengono banco solo alcuni conflitti come appunto la guerra russo-ucraina e quella israelo-palestinese, anche l’Africa, su cui tutti vogliamo influire, stanti le immense ricchezze, ha le sue grandi e gravi tensioni e belligeranze. Un’Africa che ha visto sciogliersi come neve al sole la Françafrique. Allora per tornare a quei principi calpestati dal tecno-turbo-capitalismo, Mario Bergamo diceva che “...non il disarmo, non gli armamenti garantiscono la Pace, ma una certa qual giustizia tra i popoli, tra le nazioni ...” Senza Giustizia Sociale, senza Equità, senza Cooperazione tra le genti e senza l’ascolto delle richieste che vengono dal basso, le cose potranno soltanto peggiorare. Più chiaro di così?

Luca Bagatin

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Paola Bergamo
Il saggio di Paola Bergamo presentato al Salone del Libro di Torino

Venezuela. Alle elezioni parlamentari e amministrative stravincono i socialisti di Maduro (che punta alla democrazia diretta). Articolo di Luca Bagatin

Le elezioni regionali e legislative in Venezuela, tenutesi domenica 25 maggio, per l'elezione dei 285 deputati all'Assemblea Nazionale (Parlamento); dei 260 dei Consigli Legislativi Statali (parlamenti regionali) e 24 governatori, hanno visto una vittoria schiacciante della coalizione socialista del Gran Polo Patriottico Simon Bolivar, sostenuta dal Presidente Nicolas Maduro, che ha riportato l'82,68% dei consensi.

Al secondo posto il centrodestra di Alleanza Democratica, che ha ottenuto il 6,26%; seguito da Alianza UNTC Única, con il 5,18% e da Fuerza Vecinal (o Neighborhood Force Alliance), con il 2,57%. Il resto dei voti è andato a liste minori.

L'affluenza è stata del 42,63%.

I socialisti del Gran Polo Patriottico Simon Bolivar, hanno eletto anche 23 dei 24 governatori del Paese, ottenendo schiaccianti maggioranze.

Alle elezioni hanno partecipato 54 partiti politici e oltre 6.800 candidati.

Il Presidente Maduro ha dichiarato, in merito: “Il popolo è il protagonista. Dopo gli embarghi, il fascismo e la violenza, oggi la Rivoluzione bolivariana ha dimostrato di essere più viva che mai”, sottolineando come le elezioni si siano svolte in un clima pacifico e senza incidenti.

Il Presidente Maduro, alla chiusura della campagna elettorale aveva dichiarato, altresì, che il modello socialista venezuelano vuole puntare alla democrazia diretta e partecipativa, sottolineando che: Stiamo testando un nuovo modello di democrazia diretta, superando la democrazia borghese e rappresentativa, il vecchio concetto di democrazia liberale, che non è liberale, che è falso ed elitario; perché nei Paesi capitalisti è la democrazia dei miliardari”. Aggiungendo che nei Paesi liberal capitalisti, “se non sei miliardario, non puoi essere un candidato, non puoi essere niente, non puoi essere nessuno. Questi Paesi sono manipolati da un potere economico sempre più perverso”.

Riferendosi alla democrazia partecipativa, egli ha affermato che “È un metodo necessario e infallibile per una nuova forma di governo: il governo del popolo. Rompere gli schemi. Andare direttamente ai programmi concreti che i cittadini hanno nelle loro comunità”.

In tal senso egli vorrebbe proporre, con l'anno nuovo, una riforma costituzionale volta a riformare il sistema elettorale, comprendendo anche un sistema elettorale comunale, più inclusivo e vicino al cittadino.

Luca Bagatin

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venerdì 23 maggio 2025

La Cina condanna i crimini di guerra del governo israeliano e esprime solidarietà al popolo palestinese. Articolo di Luca Bagatin

 

La Repubblica Popolare Cinese, nota per le sue capacità diplomatiche lungimiranti ed i suoi interventi volti a spegnere i fuochi di guerra sparsi nel mondo, anche recentemente ha fatto sentire la sua voce per condannare i crimini di guerra perpetrati dal governo di estrema destra israeliano e per esprimere solidarietà al popolo palestinese e alle sue aspirazioni nazionali.

In merito, in sede ONU, l'Ambasciatore Geng Shuang, Vice rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite, il 15 maggio scorso ha affermato:“Settantasette anni fa, più di metà del popolo palestinese fu espulso o fuggì dalle proprie case durante la guerra arabo-israeliana, e da allora ha intrapreso l'arduo cammino di lottare per i propri diritti e interessi legittimi. Oggi, 77 anni dopo, l'ingiustizia storica subita dal popolo palestinese non solo è rimasta irrisolta, ma è persino peggiorata. 

La guerra a Gaza dura da 19 mesi, causando la morte di oltre 53.000 abitanti e lasciando in rovina città e paesi un tempo splendidi. L'assedio sempre più intenso di Gaza da parte di Israele ha portato a una catastrofe umanitaria senza precedenti per due milioni di persone, che rischiano di essere trasferite forzatamente. La continua espansione degli insediamenti in Cisgiordania e l'intensificarsi della violenza dei coloni hanno inesorabilmente ridotto lo spazio per il popolo palestinese e minato le basi della soluzione dei due Stati”.

Egli ha inoltre sottolineato come “la Cina, sostenendo equità e giustizia, rimane ferma nel suo sostegno alla causa del popolo palestinese per il ripristino dei suoi legittimi diritti nazionali, per la rapida istituzione di uno Stato di Palestina pienamente sovrano e indipendente, basato sui confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, e per la rapida ammissione dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. La Cina sostiene il piano di ripresa e ricostruzione di Gaza, lanciato congiuntamente dall'Egitto e da altri Paesi arabi, e attende con interesse la conferenza ad alto livello sulla soluzione dei due Stati, che si terrà a giugno tra Francia e Arabia Saudita, che darà nuovo impulso alla sua attuazione. 

La Cina continuerà a lavorare instancabilmente con tutti i Paesi amanti della pace per promuovere l'attuazione della soluzione dei due Stati e per realizzare al più presto una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese, in modo che il giorno della Nakba rimanga per sempre nel passato”.

Il 13 maggio, anche l'Ambasciatore cinese Fu Cong aveva espresso le sue preoccupazioni per la situazione umanitaria a Gaza, esponendo tre punti prioritari, ovvero:

  • È imperativo riprendere l'assistenza umanitaria. Israele deve adempiere ai propri obblighi di potenza occupante ai sensi del diritto internazionale umanitario, revocando immediatamente il blocco e ripristinando il pieno accesso ai rifornimenti.

  • La realizzazione di un cessate il fuoco duraturo è una priorità assoluta. La Cina esorta Israele a cessare immediatamente i suoi attacchi militari su Gaza. Ieri, un ostaggio americano è stato rilasciato e fatto rientrare in patria, cosa che accogliamo con favore. E ci auguriamo che gli Stati Uniti, in quanto Paese con un'influenza significativa sulla parte interessata, mantengano un atteggiamento equo e responsabile e contribuiscano agli sforzi che porteranno a un cessate il fuoco a Gaza.

  • L'attuazione della soluzione a due Stati è l'unica via da seguire. La comunità internazionale dovrebbe respingere collettivamente qualsiasi azione unilaterale che ne eroda le basi.

Le posizioni della Repubblica Popolare Cinese, ma anche di molti altri importanti Paesi socialisti nel mondo, quali il Brasile di Lula, un tempo, erano fortemente sostenute, in Italia, dai socialisti di Bettino Craxi. Quando il PSI quello vero e storico, in Italia, esisteva ancora.

Quando in Italia, i politici erano seri, lungimiranti, coraggiosi e capaci.

Luca Bagatin

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2024: sviluppi dell’Intelligenza Artificiale fra cinema, deepfake, fakenews e inutilità umana. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori

 

La rivista «MIT Technology Review» è stata fondata dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 1899 e si concentra sulla divulgazione di informazioni sulle tecnologie emergenti e sui settori innovativi. La rubrica “What’s Next?” della rivista tratta i settori tendenze e tecnologie. Essa rende noti i passi man mano dell’intelligenza artificiale e ha riassunto il 2024 con quattro progetti principali.
I grandi modelli linguistici continueranno a dominare, le autorità di regolamentazione stanno diventando più audaci e il problema apocalittico dell’intelligenza artificiale ha un forte impatto sugli istituti di ricerca e sul pubblico.
Nel 2024, le aziende tecnologiche che hanno investito molto nell’intelligenza artificiale generativa sono sotto pressione per dimostrare di poter trarre profitto dai loro prodotti.
Per raggiungere questo obiettivo, i giganti dell’intelligenza artificiale come Google e Open AI stanno puntando molto sulla miniaturizzazione: entrambe le aziende stanno sviluppando piattaforme di facile utilizzo che consentono alle persone di personalizzare potenti modelli linguistici e di creare i propri mini chatbot per soddisfare esigenze specifiche.
In pratica ognuno può diventare sviluppatore di applicazioni di intelligenza artificiale generativa, senza bisogno di competenze di programmazione.
Lo scorso anno l’intelligenza artificiale generativa è diventata più utile anche per persone non di alte competenze tecniche, soprattutto perché sia Google Gemini – che ha superato il GPT-4 nei benchmark (test appositamente studiati per valutare le prestazioni di un dispositivo o l’efficacia di un processo tecni) di testo, immagini, video e audio – e la stessa GPT-4 supportano la multifunzionalità e possono elaborare informazioni di testo e immagini, sbloccando così una serie di nuove applicazioni. Vedremo che persone di ogni estrazione sociale avranno il loro set IA-robotico personalizzato. Gli esseri umani devono solo cliccare un pulsante e il sistema genererà testo e caricherà video e foto, secondo le regole del settore.
Sin salla fine del 2022, abbiamo visto che Dall-E di OpenAI e Stable Diffusion di Stability AI possono produrre una varietà di immagini straordinarie. Per cui necessariamente nel 2024 l’attenzione si sposterà sui film, sia di grandi case cinematografiche che del singolo utente.
Runway è una startup che realizza modelli video generativi (e ha co-fondato Stable Diffusion). Può già produrre cortometraggi di alta qualità, i migliori dei quali non sono molto lontani da ciò che avrebbe potuto realizzare la Pixar.
Oltre a startup come Runway, appunto – come anzidetto – anche giganti del cinema come Paramount e Disney stanno attualmente esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel processo di produzione. L’intelligenza artificiale generativa sta reinventando ciò che una volta era possibile con gli effetti speciali, ottenuti – rispetto ad oggi – arrampicandosi sugli specchi.
Oltre al grande schermo, la tecnologia deepfake sta guadagnando terreno anche per scopi di marketing o formazione. Ad esempio, la società britannica Synthesia crea strumenti in grado di trasformare singole performance di attori in un flusso costante di avatar deepfake in grado di recitare qualsiasi copione fornito loro con la semplice pressione di un pulsante.
Synthesia afferma che la sua tecnologia è attualmente utilizzata dal 44% delle aziende Fortune 100 (ossia le 100 migliori aziende per cui lavorare secondo la rivista «Fortune», che tratta di economia globale pubblicata dalla Time Inc.’s Fortune, fondata da Henry Luce nel 1930; essa compete con «Forbes» e «Bloomberg Businessweek» nella categoria delle riviste economiche statunitensi e si distingue per articoli lunghi e approfonditi).
L’impiego di così tante competenze a un costo basso ha causato seri problemi all’industria dell’intrattenimento. Le preoccupazioni circa l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale da parte degli studi cinematografici sono state al centro dello sciopero di Hollywood dell’anno scorso. «L’arte cinematografica sta cambiando radicalmente», ha affermato la regista indipendente Souki Mehdaoui.
Inoltre va detto che la disinformazione elettorale generata dall’intelligenza artificiale sarà onnipresente. Il 2024 è stato un anno di elezioni in molti Paesi del mondo e le false informazioni elettorali e i deepfake generati dall’intelligenza artificiale sono diventati un problema importante. Finora abbiamo visto i politici di opposti schieramenti usare questi strumenti come armi elettorali, ad esempio in Argentina, Slovacchia e Stati Uniti d’America.
La proliferazione di queste opere di intelligenza artificiale è una tendenza preoccupante. Sarà più difficile che mai identificare i veri contenuti su internet. E combattere in un clima politico già polarizzato potrebbe avere gravi conseguenze.
Fino a qualche anno fa, per realizzare i deepfake serviva una tecnologia avanzata, ma l’intelligenza artificiale generativa ha reso il tutto molto più semplice e i prodotti finiti sembrano sempre più reali. Anche le fonti attendibili possono essere ingannate dall’intelligenza artificiale. Ad esempio, le piattaforme di stock photo sono inondate di immagini generate dall’intelligenza artificiale per qualsiasi evento. Le stock photo sono delle immagini che possono essere scaricate da siti web specializzati, a titolo gratuito o a pagamento, e possono essere usate in progetti creativi, grafici e di comunicazione. Sono ormai una realtà diffusissima nel mondo digitale anche se le opinioni sul loro utilizzo sono contrastanti. Ed in merito pure alle stock photo il 2024 è stato un anno importante per coloro che si oppongono all’intervento dell’intelligenza artificiale nelle elezioni. Tuttavia, le tecnologie di tracciamento e risoluzione sono ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, come la filigrana. Per meglio dire: se si vuole contrassegnare le fotografie con il proprio nome o un altro segno identificativo, o sovrapporre immagini e falsarla, è possibile aggiungere una filigrana. È anche possibile rimuovere una filigrana o usare una foto come filigrana.
Anche le piattaforme dei social media notoriamente sono lente a sradicare la disinformazione. In altre parole, il 2024 è stato un anno in cui tutti, chi moralmente pro e chi contro, e chi economicamente pro e chi contro, sono stati parte di un grande esperimento per combattere le fake news basate sull’intelligenza artificiale.
Negli ultimi anni, il campo dell’intelligenza artificiale si è allontanato dall’uso di più piccoli modelli per adottare un unico modello monolitico che può essere addestrato a svolgere tutte le attività. Per esempio mostrando ai suddetti OpenAI e GPT-3 alcuni esempi aggiuntivi, gli interessati possono “addestrarlo” a risolvere problemi di programmazione, scrivere sceneggiature cinematografiche, superare un esame di biologia al liceo e altro ancora. I modelli multimodali, come GPT-4, Google Gemini, DeepMind, possono risolvere sia compiti visivi che linguistici.
Lo stesso approccio potrebbe essere applicato ai robot fisici, così non ci sarebbe più bisogno di addestrare un robot a girare i pancake e un altro ad aprire le porte: un modello universale potrebbe dare ai robot la capacità di svolgere più compiti.
Sin dal 2023, DeepMind ha lanciato Robocat, che ha imparato a controllare diversi bracci robotici generando i propri dati attraverso tentativi ed errori. A ottobre 2023, DeepMind ha collaborato con trentatré laboratori universitari per lanciare un altro modello di robot multiuso, RT-X. Anche un team dell’Università di New York sta sviluppando una tecnologia simile. Negli ultimi anni, grandi aziende hanno iniziato a rilasciare grandi set di dati per l’addestramento dei robot, come Egocentric 4D Perception di Meta. EGO4D è un dataset egocentrico su larga scala con una diversità senza precedenti. Si compone di 3.670 ore di video raccolti da 923 partecipanti unici provenienti da 74 sedi in 9 paesi diversi. Il progetto riunisce 88 ricercatori, in un consorzio internazionale, per aumentare drasticamente la portata dei dati egocentrici pubblicamente disponibili di un ordine di grandezza, rendendoli oltre 20 volte maggiori di qualsiasi altro dataset in termini di ore di riprese. EGO4D mira a catalizzare la prossima èra della ricerca sulla percezione visiva in prima persona. Il dataset è diversificato in termini di copertura geografica, scenari, partecipanti e modalità di acquisizione. Per esempio un sondaggio dell’Ufficio Statistico del Lavoro degli Stati Uniti apprende come le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo. I dati sono stati acquisiti utilizzando sette diverse telecamere da testa disponibili in commercio: GoPro, Vuzix Blade, Pupil Labs, ZShades, OR-DRO EP6, iVue Rincon 1080 e Weeview. Oltre al video, alcune parti di EGO4D offrono altre modalità di dati: scansioni 3D, audio, sguardo, stereo, più telecamere indossabili sincronizzate e narrazioni testuali.
Tale approccio si è già rivelato promettente nel caso delle auto a guida autonoma. Startup come Wayve, Waabi e Ghost stanno guidando una nuova ondata di intelligenza artificiale per la guida autonoma che utilizza un unico grande modello per controllare il veicolo anziché più modelli più piccoli per specifiche attività di guida. Questa tecnologia consente alle piccole aziende di tenere il passo con i giganti. Nel prossimo anno questa tendenza potrà essere osservata nei robot impiegati in vari settori.
Se ci fate caso, come abbiamo già sostenuto in nostri articoli e libri, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, renderà l’uomo non solo più al vertice della catena alimentare, ma perfettamente inutile.

Giancarlo Elia Valori

venerdì 16 maggio 2025

Al via il Forum Cina-CELAC. Parole d'ordine: sviluppo, cooperazione, lotta al protezionismo e all'egemonia, per un Sud del mondo protagonista. Articolo di Luca Bagatin

 

Si è tenuto a Pechino, lo scorso 13 maggio, il quarto incontro ministeriale del Forum Cina-CELAC, ovvero la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici.

28 i Paesi CELAC che hanno partecipato, oltre a sei organizzazioni regionali.

All'incontro hanno preso parte, fra gli altri, il Presidente socialista colombiano Gustavo Petro, peraltro attuale presidente della CELAC; il Presidente socialista brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva; il Presidente socialista cileno Gabriel Boric; la Presidente della Nuova Banca di Sviluppo ed ex Presidente brasiliana socialista Dilma Rousseff; nonché il Rappresentante Speciale del Presidente socialista uruguaiano Yamandú Orsi, il quale presiederà la CELAC l'anno prossimo.

L'incontro è stato moderato dal Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ed il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha introdotto i lavori.

Il Presidente Xi ha fatto presente che “Sebbene la Cina e la regione dell'America Latina e dei Caraibi siano geograficamente distanti, i legami della nostra amicizia risalgono a secoli fa. Già nel XVI secolo, le Nao de China , o "Navi della Cina", cariche di amicizia, solcavano il Pacifico, segnando l'alba delle interazioni e degli scambi tra la Cina e la regione dell'America Latina e dei Caraibi. Dagli anni '60 in poi, con l'avvio di relazioni diplomatiche tra la Nuova Cina e alcuni Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, gli scambi e la cooperazione tra le due parti si sono intensificati sempre di più. Dall'inizio del secolo, e in particolare negli ultimi anni, la Cina e i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi hanno inaugurato un'era storica di costruzione di un futuro condiviso”.

Egli ha inoltre sostenuto il lungo legame di solidarietà intercorso fra la Cina socialista e l'America Latina e i Caraibi, durante la Guerra Fredda, sottolineando come: “Negli anni '60, in tutta la Cina si sono svolte manifestazioni e raduni di massa a sostegno della legittima rivendicazione del popolo panamense alla sovranità sul Canale di Panama. Negli anni '70, durante la campagna latinoamericana per i diritti marittimi di 200 miglia nautiche, la Cina ha espresso il suo risoluto e inequivocabile sostegno alle legittime richieste dei Paesi in via di sviluppo. Per 32 volte consecutive dal 1992, la Cina ha costantemente votato a favore delle risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) che chiedevano la fine dell'embargo statunitense contro Cuba”.

Così come ha sottolineato la cooperazione fra Cina e America Latina e i Caraibi con l'avvento dell'era della globalizzazione economica, sottolineando come ci sia stata una cooperazione “in ambito commerciale, degli investimenti, finanziario, scientifico e tecnologico, infrastrutturale e in molti altri settori”.

Cooperazione che ha portato a “oltre 200 progetti infrastrutturali, creando oltre un milione di posti di lavoro” e che non è mai mancata nemmeno in ambito medico-sanitario, in particolare nell'ambito dei soccorsi relativi alle catastrofi naturali e al contrasto alla pandemia.

Il Presidente Xi ha osservato, in particolare, come Cina e Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, stiano promuovendo un autentico multilateralismo, fondato su “equità e giustizia internazionale”, volta a promuovere una “riforma della governance globale” e “una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali”.

In particolare, il Presidente Xi, ha fatto presente come Cina e Brasile siano fortemente impegnate nell'ambito della risoluzione della crisi ucraina, attraverso un'intesa in sei punti, approvata da oltre 110 Paesi.

Tali intesa, ricordiamolo, prevede i seguenti punti:

1) Le due parti invitano tutte le parti interessate a osservare tre principi per la de-escalation della situazione, vale a dire nessuna espansione del campo di battaglia, nessuna escalation dei combattimenti e nessuna provocazione da parte di nessuna delle parti.

2) Le due parti ritengono che il dialogo e la negoziazione siano le uniche soluzioni praticabili alla crisi ucraina. Tutte le parti dovrebbero creare le condizioni per la ripresa del dialogo diretto e spingere per la de-escalation della situazione fino alla realizzazione di un cessate il fuoco globale. Cina e Brasile sostengono una conferenza di pace internazionale tenutasi in un momento opportuno e riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina, con pari partecipazione di tutte le parti e una discussione equa di tutti i piani di pace.

3) Sono necessari sforzi per aumentare l’assistenza umanitaria alle regioni interessate e prevenire una crisi umanitaria su larga scala. Gli attacchi ai civili o alle strutture civili devono essere evitati e i civili, comprese donne e bambini e prigionieri di guerra (POW), devono essere protetti. Le due parti sostengono lo scambio di POW tra le parti in conflitto.

4) L’uso di armi di distruzione di massa, in particolare armi nucleari e armi chimiche e biologiche, deve essere contrastato. Devono essere fatti tutti gli sforzi possibili per prevenire la proliferazione nucleare ed evitare una crisi nucleare.

5) Gli attacchi alle centrali nucleari e ad altre strutture nucleari pacifiche devono essere contrastati. Tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale, inclusa la Convenzione sulla sicurezza nucleare, e prevenire risolutamente gli incidenti nucleari provocati dall’uomo.

6) La divisione del mondo in gruppi politici o economici isolati deve essere contrastata. Le due parti chiedono sforzi per migliorare la cooperazione internazionale in materia di energia, valuta, finanza, commercio, sicurezza alimentare e sicurezza delle infrastrutture critiche, tra cui oleodotti e gasdotti, cavi ottici sottomarini, impianti elettrici ed energetici e reti in fibra ottica, in modo da proteggere la stabilità delle catene industriali e di fornitura globali.

Il Presidente Xi ha invitato i rappresentanti della CELAC a proseguire nella cooperazione e nell'unità, volta non solo a salvaguardare la pace e stabilità globali, ma anche a contrastare ogni forma di prepotenza e egemonismo unilaterale e a battersi contro ogni misura protezionistica, che danneggia l'economia di tutti.

Egli ha, in tal senso, promosso un programma in cinque punti, qui sintetizzato:

  • Programma di solidarietà: la Cina collaborerà con i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi per sostenersi a vicenda su questioni che riguardano i nostri rispettivi interessi fondamentali e le principali preoccupazioni. Nei prossimi tre anni, per facilitare il nostro scambio sulle migliori pratiche di governance nazionale, la Cina inviterà ogni anno 300 membri dei partiti politici degli stati membri della CELAC a visitare la Cina.

  • Programma di sviluppo: dovremmo espandere la cooperazione in settori emergenti come l'energia pulita, le telecomunicazioni 5G, l'economia digitale e l'intelligenza artificiale e realizzare il partenariato scientifico e tecnologico Cina-CELAC.

  • Programma Civiltà: Dovremmo approfondire gli scambi e la cooperazione culturale e artistica e organizzare la Stagione delle Arti Latinoamericane e Caraibiche. Dovremmo rafforzare gli scambi e la cooperazione nei settori del patrimonio culturale, come progetti archeologici congiunti, conservazione e restauro di siti antichi e storici e mostre museali. Dovremmo inoltre condurre studi collaborativi sulle civiltà antiche e rafforzare la cooperazione per contrastare il traffico illecito di beni culturali.

  • Programma di pace: la Cina sostiene la proclamazione dell'America Latina e dei Caraibi come zona di pace e la Dichiarazione degli Stati membri dell'Agenzia per la proibizione delle armi nucleari in America Latina e nei Caraibi.

  • Programma di connettività tra i popoli: nei prossimi tre anni, la Cina fornirà agli Stati membri della CELAC 3.500 borse di studio governative, 10.000 opportunità di formazione in Cina, 500 borse di studio per insegnanti di lingua cinese internazionali, 300 opportunità di formazione per professionisti della riduzione della povertà e 1.000 tirocini finanziati attraverso il programma Chinese Bridge. La Cina ospiterà il dialogo turistico Cina-CELAC con i paesi dell'America Latina e dei Caraibi. Per facilitare gli scambi amichevoli, la Cina ha deciso di implementare un'esenzione dal visto per cinque paesi dell'America Latina e dei Caraibi come primo passo e amplierà la copertura di questa politica al momento opportuno.

Nello stesso giorno dell'incontro è peraltro deceduto un grande leader socialista dell'America Latina, ovvero José “Pepe” Mujica, ex Presidente dell'Uruguay, molto ricordato tanto dal suo amico fraterno Lula, quanto dagli altri leader socialisti latinoamericani e della CELAC.

Anche le istituzioni della Repubblica Popolare Cinese hanno voluto esprimere il loro cordoglio, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri, Lin Jian, che lo ha ricordato come "un caro amico del popolo cinese".

Mentre l'attuale Presidente socialista uruguaiano, Yamandú Orsi, suo erede politico, sul social X ha scritto: “Grazie per tutto quello che ci hai dato e per il tuo profondo amore per il tuo popolo”.

Probabilmente, anche nel solco dell'insegnamento di “Pepe” Mujica, il Sud del mondo avrà il suo riscatto e diverrà protagonista di una nuova stagione di democratizzazione globale e di promozione di una vera era di stabilità, equità e pace.

Aspetti totalmente perduti da quell'Occidente liberal capitalista che, colonialista prima e guerrafondaio poi, sembra avere da tempo perduto anche la bussola. Oltre che il cuore.

Luca Bagatin

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lunedì 12 maggio 2025

Brasile e Cina per un socialismo del XXI Secolo volto al multilateralismo, al libero scambio e alla risoluzione pacifica dei conflitti globali. Articolo di Luca Bagatin

 

Il Presidente socialista del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, è in visita nella Repubblica Popolare Cinese, dal 10 al 14 maggio.

Brasile e Cina sono entrambi membri del gruppo dei BRICS del Sud del mondo, oltre che promotori di un ordine internazionale pacifico, giusto e multipolare, nonché votati entrambi alla risoluzione delle crisi ucraina e mediorientale, che tengano conto di tutti i punti di vista, senza gettare benzina sul fuoco.

In particolare, per quanto riguarda la situazione mediorientale, sia Brasile che Cina hanno sempre sostenuto la necessità del riconoscimento del diritti umani della popolazione palestinese e il riconoscimento dello Stato della Palestina.

Quella di Lula è la sesta visita in Cina e la seconda, dal 2023.

Egli ha sottolineato l'importanza della cooperazione fra Brasile e Cina, in particolare in settori chiave quali le infrastrutture e le nuove fonti energetiche pulite. Sottolineando come il Brasile voglia liberarsi dalla dipendenza delle materie prime di cui necessita e intenda investire massicciamente, secondo l'esperienza cinese, nell'ambito della formazione di ingegneri, matematici e esperti di intelligenza artificiale.

In tal senso, egli intende promuovere la possibilità che studenti brasiliani possano studiare in Cina e viceversa.

Entrambi i Paesi, ha sottolineato Lula, hanno la stessa visione, sia nella necessità di sradicare la povertà dei rispettivi Paesi, sia quella di garantire un equilibrio multipolare del mondo, contro ogni forma di protezionismo, che storicamente ha sempre causato guerre e catastrofi economiche.

Multilateralismo, libero scambio, risoluzione pacifica dei conflitti nel mondo, dunque, le parole d'ordine del socialismo brasiliano e cinese del XXI Secolo, volto allo sviluppo tecnologico, a beneficio della comunità e delle comunità nel loro complesso.

Concetti, peraltro, ribaditi anche dall'Ambasciatore cinese Zhang Hanhui, il 23 aprile scorso, alla Conferenza Internazionale Antifascista organizzata, a Mosca, dal Partito Comunista della Federazione Russa, maggior partito d'opposizione russo, guidato da Gennady Zjuganov.

Nell'ambito di tale incontro, al quale hanno preso parte oltre 400 partecipanti di partiti comunisti, socialisti e di sinistra, provenienti da 91 Paesi – in quali hanno sottolineato la necessità di contrastare ogni forma di colonialismo e nazifascismo, promuovendo principi di giustizia e imparzialità internazionale - Zhang Hanhui, oltre a commemorare l'80esimo anniversario della vittoria dell'URSS contro la Germania nazista; quello relativo alla vittoria del popolo cinese nella Guerra di Resistenza contro il Giappone fascista e l'80esimo anniversario della fondazione dell'ONU, ha sottolineato l'importanza di attuare un autentico multilateralismo, che ponga al centro il ruolo dell'ONU e i principi della Carta delle Nazioni Unite, sostenendo un mondo “equo e ordinato” e una globalizzazione economica “accessibile e inclusiva”, che promuova la “democratizzazione delle relazioni internazionali”, volta a favorire “un nuovo modello di governance globale più giusto e ragionevole”.

Luca Bagatin

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sabato 10 maggio 2025

IN UN CRESCENDO DI PAROLE e EMOZIONE. Poesie di Luca Bagatin

 IN UN CRESCENDO DI PAROLE

Poesia di Luca Bagatin

Musa nelle foto: Roberta Squillante

Autrice delle foto: Roberta Squillante 

 
Il nero

Il rosso

Il bianco

Una corda

Un corsetto

Un dettaglio

Un enigma

Un piercing

(sul naso)

Un tacco alto

Un piede nudo

Un libro erotico

Una foto/parola dissacrante

Che rende il momento Sacro

E artisticamente emozionante

Un'immagine ironica senza sorridere

Un qualcosa che mi fa scrivere – per te - queste parole

In un crescendo di immagini/immaginazioni/folgorazioni.

Luca Bagatin

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EMOZIONE

Poesia di Luca Bagatin

Musa nella foto: Roberta Squillante

Autrice della foto: Roberta Squillante

Enigmatico

Caschetto biondo

Con una sigaretta

Sulle labbra

E un atteggiamento

Sbarazzino

E dissacrante

Che ti rende

Affascinante.

Un'eleganza

Un erotismo

Sottile

Fatto di dettagli

Per chi sa

E vuole coglierli.

Nessun sorriso

O, a volte,

E' appena accennato

E fa trasparire

Un'ironia

Che

Come l'erotismo

Che emani

E' sottile.

Una sottile intelligenza

Molta forza

Un pizzico di inquietudine.

Nient'altro da aggiungere

Emozione a parte.

Luca Bagatin

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giovedì 8 maggio 2025

Al via le celebrazioni, a Mosca, per gli 80 anni della vittoria sovietica contro il nazifascismo. Articolo di Luca Bagatin

 

Sono passati 80 anni da quel 9 maggio 1945 che segnò la vittoria dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche contro il nazifascismo hitleriano.

80 anni da quella che i popoli sovietici ricordano come Giornata della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, nella quale morirono circa 27 milioni di persone sovietiche, fra civili e soldati.

Data storica, celebrata in URSS (e successivamente nei Paesi post-sovietici) quale festa nazionale dal 1965 e che va ricordata, assieme al 27 gennaio 1945, giornata nella quale i soldati sovietici liberarono il campo di sterminio nazifascista di Auschwitz.

Date che non possono essere né dimenticate, né oscurate da questioni geopolitiche e che tutti i popoli post-sovietici e europei dovrebbero celebrare, senza polemica alcuna e, anzi, cogliendo l'occasione di tale ricorrenza per edificare ponti, anziché per innalzare nuovi muri.

In particolare in un'epoca nella quale nazifascismi e antisemitismi sembrano rialzare, drammaticamente, la testa.

A Mosca, per le celebrazioni ufficiali, sono giunti numerosi leader mondiali, non solo provenienti da Paesi post-sovietici, fra i quali – tra gli altri - il Presidente cinese Xi Jinping; quello slovacco Robert Fico; quello serbo Aleksandar Vučić; il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva; quello vietnamita To Lam; il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez e quello venezuelano Nicolas Maduro.

Il Presidente Xi Jinping, nei giorni scorsi, aveva ricordato che quest'anno ricorre anche l'80esimo anniversario non solo della vittoria dell'URSS contro il nazifascismo, ma anche la Guerra di Resistenza cinese contro il Giappone, alleato alla Germania nazista e all'Italia fascista.

Egli ha altresì sottolineato come tale lezione storica di lotta antifascista, debba insegnare a Russia e Cina ad opporsi a ogni forma di egemonia e prepotenza politica, creando un futuro migliore per l'umanità.

Il Presidente Xi ha ribadito che, mai come oggi, occorra difendere “equità e giustizia a livello internazionale”, rilanciando il suo progetto di “costruzione di una comunità globale dal futuro condiviso”, volta a superare gli attuali deficit di pace, sviluppo, sicurezza e governance internazionale.

Anche il Presidente socialista brasiliano Lula ha affermato, sui social, come il suo arrivo in Russia “riafferma il nostro impegno per il multilateralismo. Firmeremo accordi di cooperazione in scienza e tecnologia e cercheremo di ampliare i nostri partenariati commerciali”.

Anche il Presidente socialista Robert Fico, che già aveva recentemente polemizzato con l'esponente della destra estone, Kaja Kallas, rappresentante per gli affari esteri dell'UE, la quale aveva messo in guardia i leader dell'UE dal partecipare al Giorno della Vittoria, è volato a Mosca.

Prima di partire, alla presenza dei rappresentanti istituzionali della Repubblica slovacca, il Presidente Fico ha deposto – presso l'aeroporto di Piešťany - corone di fiori al monumento dedicato ai soldati rumeni caduti contro il nazifascismo. Ricordando come, durante la liberazione della Slovacchia, morirono 60.000 soldati dell'Armata Rossa e 10.000 soldati rumeni.

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, giunto anch'egli a Mosca il 7 maggio scorso, ha colto l'occasione per incontrare il Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa – maggior partito d'opposizione – Gennady Zjuganov.

Attribuiamo grande importanza a questa celebrazione, alla portata che sta assumendo, al significato che porta con sé”, ha affermato Díaz-Canel, il quale ha sottolineato come, ai tempi d'oggi, si cerchi di minimizzare in contributo dell'URSS nella lotta contro il nazifascismo, mentre proprio in quest'epoca, in cui l'ideologia nazifascista appare in ascesa, occorre riaffermarlo.

Una vittoria, quella sovietica, che è stata anche una vittoria per tutta l'umanità e per la liberazione dei popoli oppressi, ha sottolineato il Presidente cubano.

Zjuganov si è detto concorde, ricordando come il militarismo e il capitalismo, insiti nel nazifascismo, causarono l'Olocausto e milioni di vittime, anche tra il popolo sovietico.

Luca Bagatin

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