Il Golem è una creatura
della mitologia ebraica che scaturisce da un atto magico, mediante
l'utilizzo di nomi sacri. Il termine "golem" significa
"materia grezza" o "embrionale" e appare una sola
volta nella Bibbia, come qualche cosa di imperfetto. Si deve alla
tradizione cabalistica medievale il significato di Golem quale
creatura magica, in particolare grazie al testo esoterico ebraico
chiamato "Sefer Yetzirah", il quale tratta della creazione
del cosmo e, secondo alcuni autorevoli commentatori, fornirebbe
istruzioni sul come plasmare la materia e creare dunque tale
particolare tipo di automa in grado di seguire gli ordini del proprio
creatore. Il Golem potrebbe essere paragonato, nella modernità, ad
una sorta di robot o computer, se vogliamo.
Su tale figura, nella
letteratura, sono state costruite e scritte miriadi di storie: da
"Isabella d'Egitto" di Achim Von Arnim a "Frankenstein"
di Mary Shelley, sino all'italiano "Pinocchio" di Carlo
Collodi e molte altre, tutte con un risvolto spirituale ed esoterico.
La più emblematica è
certamente quella di Gustav Meyrink (1868 - 1932), "Il Golem",
appunto, che la casa editrice Tre Editori (www.treditori.com)
ha recentemente pubblicato in una pregevole edizione commentata da
Anna M. Baiocco, con tanto di illustrazioni d'epoca di Hugo
Steiner-Prag.
Meyrink, pseudonimo di
Gustav Meyer, austriaco, di professione banchiere ma assai poco
incline alla materia e più alle scienze occulte in seguito a disagi
esitenziali, fu Teosofo, Rosacroce e si convertì al Buddhismo
Mahayana negli ultimi anni della sua vita.
Fu autore del fantastico,
tale da affascinare il maestro dell'orrore H.P. Lovecraft e
l'italiano Julius Evola, il quale contribuì alla diffusione delle
sue opere, ma il suo scopo era essenzialmente esoterico, piuttosto
che letterario. Il suo stile è assai semplice, ma le sue opere sono
oniriche e sottendono significati nascosti, che solo il lettore più
attento e la sua coscienza più intima possono comprendere,
approdando ad una dimensione trascendentale.
"Il Golem" di
Meyrink, pubblicato per la prima volta in volume nel 1915 (ma già
negli anni precedenti a puntate sulla rivista "Die weissen
Blatter") e ambientato in una Praga magica, oscura e misteriosa,
si ispira al libro del rabbino Yeudah Rosenberg del 1909. Il
protagonista è l'intagliatore di pietre preziose Athanasius Pernath,
che vive nel ghetto ebraico e la vicenda si svolge, per la maggior
parte, in prima persona e, come dicevamo, in una dimensione onirica,
sospesa fra la realtà ed il sogno. Il romanzo è un percorso
iniziatico e alchemico che il lettore compie fra la terra ed il
cielo, in una ricerca perenne sospesa fra il buio e la Luce della
conoscenza. Luce e conoscenza alla quale finalmente si approderà e
che è l'unica in grado di illuminare il cuore e la mente.
Gustav Meyrink |
"Il Golem" di
Meyrink sembra dunque un percorso buddhista, nel quale il
protagonista e l'ignaro lettore si ritrovano a praticare un cammino
che li condurrà da uno stato di sonnambulismo, di sonno/veglia, sino
al risveglio della mente. In una vera e propria esperienza
spirituale, dunque, che attraversa varie tradizioni e diverse culture
mistiche e spirituali, unite ed accomunate tutte dalla ricerca del
Divino in ciascun essere vivente, come vuole la tradizione teosofica
e gnostica alla quale lo stesso Meyrink apparteneva.
"Il Golem",
opera singolare nel suo genere, ha peraltro ispirato l'omonimo film
del 1915 di Paul Wegener e Henrik Galeen e finanche, nei tempi
odierni, una delle storie del fumetto della Sergio Bonelli Edotore a
sfondo esoterico "Dampyr", nel quale appare, in una di
queste, - fra i personaggi - lo stesso Gustav Meyrink, autore che
merita di essere scoperto e riscoperto.
Luca Bagatin
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