In Europa le notizie sull'America
Latina sono scarse o spesso distorte e ad uso e consumo del
mainstream.
Nell'Europa del trionfo del capitalismo
assoluto, sostenuto tanto da destra che da sinistra, è quasi
impensabile parlare, senza pregiudizi, del Socialismo del XXI secolo,
termine coniato dal sociologo tedesco Heinz Dieterich per
caratterizzare la corrente politica e sociale che ha fatto rinascere,
negli ultimi quindici anni, Paesi che vanno dal Venezuela
all'Uruguay, passando per Bolivia, Argentina, Brasile ed Ecuador,
senza dimenticare il Nigaragua sandinista.
Ebbene, è benvenuto un saggio come
quello dei giovani Luca Lezzi (classe 1989) ed Andrea Muratore
(classe 1994), edito dalle edizioni Circolo Proudhon e dal titolo
emblematico: “Il socialismo del XXI secolo. Le rivoluzioni
populiste in Sudamerica”.
Sebbene lo stile tradisca un po' la
giovane età degli autori, il saggio è un compendio che colma
diverse lacune nel panorama geopolitico e storico italiano, che poco
sa o parla di determinate realtà.
Il saggio di Lezzi e Muratore
innanzitutto offre un ampio spettro della realtà latinoamericana,
presentando la realtà storica, sociale, politica ed economica di
tutti gli Stati latinoamericani, focalizzando l'attenzione sui
Presidenti socialisti, libertari e peronisti che hanno governato
questi Stati negli ultimi sedici anni.
In secondo luogo pone, per la prima
volta in Italia in un saggio divulgativo e ce ne compiacciamo,
l'accento sull'aspetto positivo del termine “populista”. Termine
che deriva dall'omonimo movimento politico e sociale sorto in Russia
alla fine dell'800 e caratterizzatosi per porsi a tutela del
contadini e dei servi della gleba.
Tale termine fu spiegato di recente
nella sua accezione positiva solo dal filosofo francese Jean-Claude
Michéa ed a lungo è stato denigrato tanto dagli aristocratici che
dai ricchi borghesi in chiave antipopolare e lo è ancora oggi dai
media e dal mainstream.
Ecco che invece, tornando alla ribalta
nell'America Latina del Socialismo del XXI secolo, il populismo torna
a porre al centro l'essere umano, i suoi sogni e bisogni ed ecco che
Lezze e Muratori, nel loro saggio, ci parlano della “decade dorada”
che si aprì con l'elezione di Hugo Chavez a Presidente del Venezuela
– nel nome del Libertador Simon Bolivar – e proseguì con
l'elezione di Lula e della Roussef in Brasile, dei Kirchner in
Argentina, di Correa in Ecuador, di Morales in Bolivia e di Mujica e
Tabaré Vazquez in Uruguay.
Una decade che ha favorito la nascita
dell'ALBA, ovvero dell'Alleanza Bolivariana per le Americhe,
comprendente principalmente Venezuela, Cuba, Nicaragua, Ecuador e
Bolivia, vero e proprio progetto di cooperazione economica fra Paesi
fratelli e sovrani.
Ma, come nasce il Socialismo del XXI
secolo ? Sarebbe da chiedersi innanzitutto perché nasce. Esso nasce
principalmente dalla necessità di ampi strati della popolazione di
liberarsi dalla vecchia partitocrazia corrotta, dal neocolonialismo
delle multinazionali straniere e dalle politiche di indebitamento
propugnate dal Fondo Monetario Internazionale. Tali istanze sono
recepite, in Venezuela, dal Comandante Hugo Chavez e la sua opera
farà da volano agli altri Paesi vicini, con l'eccezione della
Colombia, del Perù e del Paraguay ed in parte del Cile, che pur è
raccontata nel saggio di Lezzi e di Muratore.
La Rivoluzione chavista sarà pertanto
una Rivoluzione Bolivariana, nel nome del Libertador, la quale
porterà ad una nuova Costituzione rispettosa dei diritti civili ed
umani e votata a larghissima maggioranza dai cittadini; alla
nazionalizzazione del settore petrolifero, i cui introiti saranno
utilizzati a beneficio delle missioni sociali e della scolarizzazione
e ciò porterà il Venezuela a ridurre drasticamente i morti per fame
e l'analfabetismo ed alla rottura con il Fondo Monetario
Internazionale. Tutte politiche che porteranno comunque a tentativi
di golpe continui sostenuti dagli Stati Uniti d'America e dalle
multinazionali straniere, le quali vedranno perdere il loro potere in
Venezuela e sul continente Latinoamericano.
Politiche molto simili saranno adottate
da Evo Morales – primo Presidente indigeno - in Bolivia, la quale
vedrà crescere il suo PIL del 5% all'anno, accumulando importanti
surplus fiscali e riducendo drasticamente le diseguaglianze sociali,
la povertà e l'analfabetismo.
L'Ecuador guidato dall'outsider della
politica, ovvero l'economista socialista cristiano Rafael Correa, a
capo dell'Alianza Pais, ovvero il movimento civico e civista di
ispirazione socialista da lui fondato, ha reintrodotto il concetto
del “Buen Vivir”, ovvero un modello di sviluppo già in uso dalle
antiche civiltà indigene, basato sul concetto del riconoscimento
vitale fra uomo e natura e su un'economia fondata sulla conoscenza.
Correa, infatti, ha investito moltissimo nella formazione dei
cittadini ecuadoriani e su piani di sviluppo in grado di fornire
totale indipentenza economica e sociale al Paese.
L'Argentina dei coniugi Kirchner, poi,
sino a che hanno governato, è riuscita a liberarsi dal giogo
neoliberale di Menem e De La Rua che, oltre ad aver creato
diseguaglianze sociali, aveva affossato completamente il Paese.
Il kircherismo, interpretando in chiave
moderna in peronismo, è così riuscito a rimettere al centro del
progetto politico l'essere umano. Rinegoziando il debito con
l'estero, rivalorizzando i prodotti nazionali e penalizzando le
importazioni, nazionalizzando i settori chiave dell'economia
estrattivista, istituendo il salario minimo, riformando il mercato
del lavoro, istituendo forti tutele contro i licenziamenti arbitrari
ed investendo sulla formazione scolastica. Fu così che il tasso di
povertà si è ridotto e così l'analfabetismo.
Purtroppo, la divisione interna del
fronte peronista e la conseguente partecipazione alle elezioni
Presidenziali del candidato Sergio Massa, in contrapposizione al
candidato kirchnerista Daniel Scioli, ha causato la vittoria
dell'oligarca Mauricio Marci, il quale sta facendo nuovamente
scivolare l'Argentina verso il suo tragico passato, cancellando ogni
riforma sociale dei Kirchner e riducendo la democrazia nel Paese,
esautorando di fatto il Parlamento.
Il Brasile lulista resiste, pur fra i
tentativi di golpe striscianti e così l'Uruguay della felicità di
José Pepe Mujica e Tabaré Vazquez, di cui abbiamo spessissimo
parlato.
Purtuttavia, come il saggio di Lezzi e
Muratore ravvisa, la prematura morte di Hugo Chavez ed il venir meno
di leadership forti all'interno del fronte del Socialismo del XXI
secolo, rischiano di far perdere all'America Latina l'occasione di
proseguire nel suo riscatto ed in una possibile integrazione
economica e sociale.
Il Presidente Nicolas Maduro in
Venezuela non è Chevez. Come ho altre volte scritto, dovrebbe fare
un passo indietro ed aprire al fronte giovane del Partito Socialista
Unito del Venezuela, riscoprendo lo spirito chavista e bolivariano
delle origini. Idem il Brasile. E in Argentina il fronte peronista
dovrebbe ricompattarsi in nome del popolo amato da Evita e Juan
Peron, oltre che dai coniugi Kirchner.
In generale, ad ogni modo, pur fra
mille difficoltà e sofferenze patite dai popoli latinoamericani
nella loro lunga marcia verso l'emancipazione, possiamo dire che
questi hanno molto, moltissimo da insegnare a noi europei.
A noi europei che viviamo una crisi di
valori e di rapporti umani. A noi europei egoisti e tronfi che ci
riteniamo da sempre superiori a tutti gli altri...salvo a quegli
statunitensi che, invece, avrebbero molto da imparare sia da noi che
dai latinoamericani.
A noi europei che abbiamo dei partiti
socialisti che, di fatto, sono capitalisti e antipopolari e che
abbiamo delle destre confusioniste e neonaziste e dei liberalismi
privi di ogni tipo di libertà ed apertura mentale e sociale.
Il Socialismo del XXI secolo, dunque,
non è ideologia, ma essere umano e amore per l'umanità.
C'è molto, molto da approfondire e da
studiare in merito e senza pregiudizi. Un saggio come quello di Luca
Lezzi e di Andrea Muratore ci aiuta a saperne e a capirne certamente
di più.
Luca Bagatin
Rispetto ad un'accezione positiva di populismo non dovremmo dimenticare Ernesto Laclau e Jacques Ranciere. Non saprei pero' dire se le loro formulazioni precedano o siano successive a quelle di Michea
RispondiEliminaMolte grazie per la segnalazione di questi due autori che non conoscevo.
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