Le elezioni presidenziali
in Ecuador, conclusesi il 2 aprile scorso, sono state vinte dal
candidato del partito di governo Alianza Pais (Patria Altiva y
Soberana, ovvero Patria Orgogliosa e Sovrana), il socialista Lenin
Moreno e ciò assicura una piena conferma della Revolucion Ciudadana,
ovvero della Rivoluzine Civica portata avanti dall'economista Rafael
Correa, che ha governato il Paese dal 2007 ad oggi.
Lenin Moreno, sostenitore
del proseguimento delle politiche sociali del suo predecessore, oltre
che di un “piano per tutta la vita” che assicuri benessere
sociale a tutti gli ecuadoriani, ha infatti raccolto il 51% dei voti,
che purtuttavia è pesantemente contestato dal suo oppositore, il
banchiere Guillermo Lasso - già in passato compromesso con i
corrotti governi democristiani - che ha raccolto il 49% dei voti e
ritiene ci siano stati dei brogli.
Ne parliamo in merito con
la militante di Alianza Pais Gabriela Pereira, la quale risiede da
diversi anni in Italia.
Gabriela Pereira e l'ex Presidente Rafael Correa |
Luca Bagatin: Che ne
pensi dell'attuale vittoria di Lenin Moreno in Ecuador e delle accuse
di brogli lanciate da Lasso ?
Gabriela Pereira:
Dopo questa campagna elettorale, che è stata una delle più sporche
degli ultimi anni, il popolo ha deciso il suo destino politico, che è
quello di continuare con le conquiste fatte con la Rivoluzione
Cittadina, cioè inclusione sociale, riduzione della povertà,
diritti per le donne, per i disabili, o meglio, diversamente abili.
E' vero che ci sono cose che devono evolversi o cambiare, però il
cambiamento che offriva il candidato delle destre, il banchiere
Guillermo Lasso, era ritornare al passato neoliberista, che ci ha
ridotto nella disugualianzza in un Paese con tante risorse.
E'
accaduto che già prima di conoscere i resultati il 17 febbraio
scorso, il violento Andrès Paez, candidato a Vicepresidente di
Guillermo Lasso, in complicità con il Sindaco di Quito, Mauricio
Rodas, anche lui rappresentante della destra oligarchica in Ecuador,
abbiano invitato la popolazione a ribellarsi in maniera violenta
contro i primi risultati, che avrebbero dato Lenin Moreno in
vantaggio, credendo che non ci sarebbe stato il ballotaggio. Quindi
il loro piano contempla pure le rivolte violente se i liberisti non
ottengono il potere: è lo stesso stratagemma delle destre ovunque:
in Venezuela, in Bolivia, in Paraguay, in Argentina, sempre la stessa
violenza e proveniente dalle stesse formazioni politiche.
Luca Bagatin: Pensi
che Lasso sarà disposto a tutto pur di ribaltare il risultato delle
elezioni ? In questo senso quanto pesa, secondo te, l'affare “Julian
Assange”, l'attivista libertario fondatore di Wikileaks attualmente
protetto dall'ambasciata ecuadoriana a Londra ?
Gabriela Pereira:
Guillermo Lasso è un
uomo che non lo si può definire come un uomo politico, in quanto
egli è il rappresentante dei ceti sociali più alti, oligarchici.
Pensa che lui è direttamente coinvolto nella peggiore rapina fatta
agli ecuadoregni nel marzo de 1999 col “Feriado Bancario”. Ai
tempi lui ricopriva l'incarico di Superministro dell'Economía ed a
sua volta era anche Presidente del Banco de Guayaquil e fu proprio in
quel periodo che andarono in fallimento più di dieci banche, che
trattennero i risparmi di milioni di persone. Fu così che tutta
questa gente impoverita da un giorno all'altro fu costretta a
lasciare il Paese per migrare al fine di cercare un futuro migliore
per i propri figli. Le conseguenze di quella catastrofe finanziaria
furono terribili: suicidi di bambini e adolescenti che rimasero senza
i loro genitori; malati che non potevano pagare le cure e sono morti;
gente che perse i suoi negozi e si uccise. Tre milioni di persone
divenute mano d'opera precaria per i Paesi industrializzati...una
situazione davvero terribile. Ed oggi questo tizio ha avuto la faccia
tosta di ricandidarsi pur con tutto il male che ha causato !
Sul
fatto di Julian Assange, è lui stesso che ha consigliato a Lasso -
in caso di sconfitta alle elezioni presidenziali – che è meglio
che se ne vada dal Paese.
Luca Bagatin: Pensi
che le proteste di Lasso si inseriscano nell'ambito dei tentativi di
destabilizzazione dei governi socialisti latinoamericani attuata
dalle opposizioni oligarchiche e dalle multinazionali (pensiamo ai
casi Brasile, Venezuela ed anche nel recente passato i tentativi di
golpe contro l'Ecuador di Correa) ?
Gabriela Pereira:
Da quando nel 1998 Hugo Chavez è diventato Presidente del Venezuela
ed ha motivato ed invitato anche gli altri Paesi latinoamericani a
ritrovare una piena sovranità politica ed economica, subito le
oligarchie latinoamericane, con l'aiuto delle multinazionali e della
CIA, hanno iniziato a riprendere l'operazione Condor. Quel Piano
Condor che negli anni '70 e '80 in Argentina, Cile, Paraguay, Uruguay
e Brasile, ha portato morte e desaparecidos. Ed è la stessa macchina
oligarchica che ha combattuto, dal 1959 in poi, contro la Cuba di
Fidel Castro. Coloro i quali hanno orchestrato il golpe contro il
Presidente Correa nel 2010 sono sempre coloro i quali oggi cercano di
diffondere l'idea che ci sia stata una frode elettorale al fine di
destabilizzare la democrazia in Ecuador. Però la grande maggioranza
del popolo ormai non si fa più trascinare dalle bugie dei media
mainstream disinformatori, i quali sono stati anche loro i
protagonisti diretti nelle destabilizzazioni dei Paesi con governi a
guida socialista.
Luca Bagatin: Tu e tuo
marito, Roberto Pazmino, da anni vi occupate di diffondere gli ideali
della Revolucion Ciudadana e del Socialismo del XXI secolo in Italia,
attraverso una vostra web radio. Puoi raccontarci meglio la vostra
attività e come è nata ?
Gabriela Pereira:
Sia mio marito che io
apparteniamo alla classe proletaria. Non abbiamo studiato
giornalismo, siamo diventati migranti per la grave crisi ecuadoregna
del '99, quindi non abbiamo avuto l'opportunità che oggi hanno tanti
giovani nel mio Paese di poter andare all'Università in modo
gratuito, come un diritto. Noi siamo autodidatti ed abbiamo colto
l'occasione che ci ha presentato un compagno cubano che vive in
Canada, sulla base dell'idea del Professore Universitario e scrittore
cubano Raul Capote, autore del libro “Il Nemico”. E' così che
abbiamo deciso di fare contrainformazione attraverso una radio web -
Revolucionarios al Poder - con un programma che noi abbiamo prodotto,
ovvero Artilleria de la Palabra. Sappiamo che i grandi media sono
guidati da multinazionali che devono difendere il capitalismo e
quindi diffondono informazione distorte. Attualmente in America
Latina essiste Telesur ed altri media che combattono contro la
disinformazione. E così noi abbiamo pensato di contrastare
l'informazione distorta e diffondere la verità usando un linguaggio
semplice. E un programma fatto da gente del popolo come noi e per il
popolo. Ed è cosí che ogni sabato si transmitte il nostro
programma. Pensiamo che in questi tempi l'informazione sia un'arma
molto potente in quanto la gente bene informata può essere così
meno manipolabile.
Luca Bagatin: Come
immagini il futuro dell'Ecuador e dell'America Latina ?
Gabriela Pereira:
Il mio Paese è piccolo, ma è uno dei più variegati al mondo:
ricco di resorse naturali, con paesaggi magici, ma purtroppo si trova
anche nel continente nel quale le disuguagianze sono anche maggiori.
La Storia ci racconta che i più emarginati e vulnerabili sono sempre
stati gli indigeni, gli uomini di colore, contadini, operai, gente
umile, mentre la classe dei borghesi ha sempre mantenuto il potere in
ogni modo. Oggi finalmente il vento è cambiato e nel mio Paese tutti
hanno gli stessi diritti, il diritto ad una educazione avanzata
gratuita ed alla salute ed io voglio per il mio Paese la continuità
di questa nuova era. La Rivoluzione Cittadina portata avanti da
Correa ed oggi da Lenin Moreno è una realtà di giustizia sociale e
pace per tutti, ma non quella pace che ci voleva imporre la Chiesa
cattolica, quella quella che ci imponeva di obbedire ai padroni e ad
abbassare la testa. La pace che ci ha insegnato Rafael Correa è
quella racchiusa in questa frase: “La pace non è soltanto la
mancanza di guerre. La pace è sopratutto presenza di giustizia, di
salute, educazione, sicurezza sociale, reddito dignitoso, bisogni
fondamentali soddisfatti. L'offensiva opulenza accanto a
intollerabili livelli di povertà, anche questi diventano proiettili
di tutti i giorni, contro la dignità umana”.
Luca Bagatin
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