sabato 15 giugno 2024

I BRICS per un mondo multipolare, e il G7? Articolo di Luca Bagatin

Mentre va in onda il G7 degli sconfitti alle europee (Macron e Scholz in primis) o di quelli che comunque hanno vinto con un astensionismo record e rimangono minoritari in termini assoluti (la Meloni), i BRICS ricercano cooperazione e un mondo multipolare.

BRICS il cui più recente vertice si è tenuto il 10 giugno scorso nella città russa di Nizhny Novgorod, alla quale hanno partecipato anche ben dodici Paesi in Via di Sviluppo, ovvero Laos, Vietnam, Thailandia, il Bangladesh, Sri Lanka, Kazakistan, Turchia, Mauritania, Cuba, Venezuela e Barhain.

BRICS che si sono allargati, recentemente, a Etiopia, Egitto, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti e ai quali guarda con interesse la Turchia, che ha richiesto al Presidente brasiliano Lula il suo sostegno in tal senso.

I BRICS aprono un nuovo capitolo per il Sud del mondo, come ha affermato il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, il quale ha dichiarato: “Nell’ultimo anno, la cooperazione BRICS è andata avanti con i punti salienti, con velocità e con forza. Abbiamo fatto sforzi pionieristici e ampliato il meccanismo BRICS, aprendo un nuovo capitolo del Global South ricercando forza attraverso l’unità. Dopo l’espansione, i Paesi BRICS rappresentano quasi la metà della popolazione globale e un quinto del commercio globale e la loro produzione economica totale ha superato quella del G7”.

Ma non solo. Essi stanno accelerando il processo di costruzione di un mondo multipolare e un ordine internazionale più equo e giusto, come peraltro sottolineato anche al recente convegno di presentazione dell'ultimo saggio del prof. Giancarlo Elia Valori “Scenari Geopolitici Globali” (edito da Rubbettino), da parte dei relatori.

Migliorare la governance globale; dare voce ai Paesi in via di sviluppo; promuovere la risoluzione delle controversie internazionali; lottare contro il terrorismo internazionale e promuovere la cybersicurezza; governare i processi legati all'Intelligenza Artificiale e farlo in modo condiviso, per evitare che questa possa finire in mani sbagliate o che possa ritorcersi contro lo stesso genere umano.

In questo senso si dovrebbe lavorare. Non imponendo sanzioni che danneggiano l'economia di tutti (forse la Germania sta iniziando a capirlo?). Non premendo l'acceleratore sulle guerre o fomentandole, ma cogliendo ogni occasione di dialogo.

Perché la pace, che è sempre cosa giusta, si può realizzare comprendendo le ragioni di tutte le parti in causa. E superando quella mentalità della Guerra Fredda che, in modo piuttosto sciocco, irresponsabile e infantile, sta contagiando gli USA e l'UE.

Dare una chance alla pace, come giustamente cantava l'ottimo John Lennon, oggi, significa anche dare una chance al buonsenso e alla logica.

Costruire un mondo più equo e giusto significa questo.

Chi non lo comprende, purtroppo, è molto miope e fuori dalla Storia.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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