E così, il 2024, ci porta via un altro Compagno socialista, dopo Sandra Milo, Ugo Intini e Ottaviano Del Turco.
Filippo Panseca, classe 1940, siciliano, ha scritto fino a pochi giorni fa sul suo profilo Facebook, sul quale eravamo amici e ci seguivamo a vicenda.
La notizia, improvvisa, come il malore che lo ha colto, mi ha lasciato un vuoto dentro.
Filippo Panseca era un artista, un designer di grande fama.
Docente al liceo artistico di Palermo, dal 1964 al 1967, diede inizio, nel 1970, alla cosiddetta Arte biodegradabile, nell'ambito della quale realizzò delle opere volutamente e provocatoriamente profumate con essenze vegetali di alghe marine e pino, realizzate con plastica fotodegradabile.
Fu fondatore, peraltro, nel 1991, della prima cattedra di Computer Art in Italia, presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Divenne noto, negli Anni '80, in particolare per le sue meravigliose scenografie dei Congressi del Partito Socialista Italiano (la più celebre, la cosiddetta “Piramide”, nel 1989, usata al Congresso di Milano all'ex Ansaldo, in cui fece realizzare un maxischermo di 8 metri a forma piramidale).
E fu anche ideatore del nuovo simbolo del PSI, usato a partire dal 1978, in cui egli inserì un garofano rosso al centro (simbolo socialista, come ricordò Bettino Craxi, usato per la prima volta durante la Comune di Parigi del 1871), che sormontava lo storico libro e la falce e martello, già usati in precedenza quali simboli del PSI.
Filippo Panseca si è sempre occupato di arte e lo ha fatto sino all'ultimo, diffondendo le sue opere attraverso i suoi profili Facebook e Instagram e attraverso il sito web www.panseca.it.
Ci mancherà il suo spirito artistico libertario e i suoi capelli lunghi, da eterno hippie.
Ci mancherà, come già ci mancava la ventata di nuovo che seppe infondere, in ambito artistico-culturale al PSI, nei mitici e irripetibili Anni '80.
Che non fu il partito “dei nani e delle ballerine”, come disse qualcuno (in casa socialista, peraltro!).
Ma fu il partito dell'innovazione nella tradizione. Un partito che ci manca, specialmente in quest'epoca di nani e ballerine - irresponsabili e guerrafondaie veri e vere - e presenti in ogni dove.
Luca Bagatin
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