Quest'anno ricorrono i 70 anni dalla Conferenza di Bandung, che getterà le basi per riunire, per la prima volta, il Sud del mondo e i Paesi Non Allineati ai blocchi contrapposti.
Conferenza che vide protagonisti e promotori, in particolare, il Premier cinese Zhou Enlai, quello indiano Nehru, Presidente indonesiano Sukarno, quello jugoslavo Tito e il Premier egiziano Nasser e che fu incoraggiata moltissimo dal sociologo, saggista, massone e attivista panafricano William Edward Burghardt Du Bois (1868 – 1963).
E proprio di Du Bois andremo a parlare, anche grazie agli spunti forniti da un agile saggio del prof. Marco Sioli, edito da Sandro Teti, dal titolo “All'ombra di Mao – W. E. B. Du Bois un afroamericano tra URSS, Cina e Africa”.
Du Bois fu figura importante e centrale del panafricanismo mondiale, oltre che del socialismo.
Sociologo, saggista, poeta e scrittore, la sua vita fu profondamente segnata dal razzismo degli USA negli anni nei quali si trovò a vivere.
Ciò lo spinse a lottare per la causa degli afroamericani prima e dei popoli africani poi, oltre che a schierarsi dalla parte dei popoli oppressi, del pacifismo e del socialismo.
Nel dicembre 1910, Du Bois, fu peraltro iniziato alla Massoneria nella Widow Son Lodge No. 1 e il percorso massonico influenzò molto la sua lotta per l’emancipazione degli oppressi.
Nel 1926 viaggiò a Mosca e entrò, per la prima volta, in contatto con il mondo marxista-leninista. Un mondo che lo accettava per ciò che era e non per il colore della sua pelle.
Del comunismo sovietico, la prima cosa che lo impressionò, fu il fatto che questo metteva l'istruzione al primo posto. L'istruzione era alla base della società, ovvero dell'emancipazione sociale e dello sviluppo dell'intelligenza.
In tal senso nei suoi scritti, egli sottolineò sempre come la presenza di un unico partito, nei Paesi comunisti, non andava vista come una mancanza di democrazia, ma come una forma diversa di democrazia. Una democrazia nella quale, attraverso i Soviet dei villaggi, le persone potevano partecipare direttamente alla gestione politica.
Egli, peraltro, si trovò concorde con le idee dei laburisti britannici Sidney e Beatrice Potter Webb, peraltro membri della Società Fabiana, culla del miglior socialismo britannico delle origini.
I coniugi Webb furono ferventi sostenitori del comunismo sovietico, in quanto promotore dell'educazione, dell'emancipazione delle classi lavoratrici, delle donne e garantiva un salario pubblico e condizioni dignitose per tutti.
Oltre a ciò, Du Bois, plaudeva al comunismo sovietico anche in quanto riuscì a rendere la religione un fatto privato e non più una forma di ideologia da propagandare alle masse incolte.
Inutile dire che, Du Bois, per le sue simpatie comuniste finirà presto, in patria, nel mirino dell'FBI, ma non smetterà mai, nei suoi discorsi e scritti, di parlare di emancipazione dei lavoratori, dei diritti degli afroamericani, della necessità di pianificare l'economia e renderla funzionale alle necessità delle persone e non del profitto privato; oltre a parlare di pace mondiale.
Du Bois sosteneva, altresì, che nei Paesi socialisti la libertà fosse giustamente disciplinata per il bene della comunità nel suo complesso; che il lavoro fosse garantito dallo Stato; che la pigrizia e la povertà assolute fossero abolite, così come l'eccessivo sfarzo e l'accumulo di beni superflui.
Nel 1950 si candidò, a 82 anni, con il Partito Laburista Americano, alla carica di Senatore, nello Stato di New York e ottenne ben il 4% dei voti, con una campagna elettorale di denuncia dei due partiti principali, quello Democratico e Repubblicano, entrambi considerati da Du Bois egualmente guerrafondai.
Il governo maccartista, guerrafondaio e anticomunista statunitense, nel 1955, non a caso, gli impedì di partecipare alla Conferenza di Bandung, in Indonesia, che egli molto caldeggiò.
Sarà la Cina socialista maoista ad affascinare, ad ogni modo, Du Bois, che la riconobbe quale guida del Terzo Mondo. Egli, in particolare, la considerava “di colore”, in quanto tristemente abituata dalla Storia ad essere sfruttata dall'Occidente imperialista ed alla ricerca di un riscatto.
Molto amico del Grande Timoniere Mao Tse-Tung e del Premier cinese Zhou Enlai, W. E. B. Du Bois, accompagnato dalla moglie, Shirley Graham, nel 1959, tenne una conferenza presso l’Università di Pechino, in cui sostenne il miglioramento dei legami fra le comunità afroamericane statunitensi e la Cina. E sostenendo che l’Africa e la Cina avrebbero dovuto camminare assieme, unite entrambe dalla lotta al colonialismo e allo sfruttamento.
Negli ultimi anni della sua vita, si iscrisse al Partito Comunista degli Stati Uniti d'America e, pressato dalle continue vessazioni e indagini da parte dell'FBI, con la moglie, si trasferì in Ghana, all'epoca governato dal Presidente panafricano e socialista Kwame Nkrumah.
Nkrumah visse e lavorò in gioventù negli USA, ove conobbe il razzismo e lo sfruttamento. Fu così che sviluppò una coscienza marxista e socialista e, nel 1949, fondò il Partito della Convenzione del Popolo, due anni dopo essere tornato in Ghana.
La sua politica fu improntata all'anticolonialismo, al panafricanismo, al socialismo africano e alla nonviolenza, sull'esempio di Gandhi. Grazie alle sue lotte, infatti, il Ghana riuscì a liberarsi dal giogo e dallo sfruttamento britannico e, nel 1960, fu eletto Presidente.
La sua politica fu improntata allo sviluppo dell'istruzione, alla promozione della cultura panafricana, alla decolonizzazione, ai diritti delle donne e fu molto ispirato da Du Bois.
In politica estera, Kwame Nkrumah tentò di avere buoni rapporti sia con gli USA che con l'URSS e la Repubblica Popolare Cinese, ma ricevette il sostegno unicamente da parte di queste ultime due, mentre gli USA sostennero, seppur indirettamente, il golpe militare che rovesciò il suo governo, nel 1966, che lo costrinse all'esilio.
Gli USA, infatti, non potevano accettare l'espansionismo del socialismo in Africa. Così come non hanno mai gradito, nel mondo, nessuna forma di socialismo e emancipazione sociale e civile delle persone.
W. E. B. Du Bois, fortunatamente, non riuscì a vedere la fine del governo di Nkrumah, in quanto morì, serenamente, ad Accra, capitale del Ghana, Paese che lo aveva naturalizzato suo cittadino, nel 1963, a 95 anni.
Un anno prima, le massime autorità cinesi, invitarono lui e la moglie, come ospiti d'onore, alla parata del tredicesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Presenti sul palco anche Mao, Zhou Enlai e Deng Xiaoping, futuro leader riformista cinese.
Du Bois e la moglie furono i primi occidentali ad essere ammessi sul palco delle autorità.
Per quanto da noi figura ancora poco studiata ed approfondita, quello di Du Bois fu un pensiero e un'azione che rimasero nella coscienza dei movimenti di liberazione nazionale e dei popoli oppressi, oltre che del movimento afroamericano.
Martin Luther King, in merito, nel 1963, disse: “Du Bois ci ha lasciato, ma non è morto. Lo spirito di libertà non è sepolto nella tomba del valoroso”.
Luca Bagatin
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W. E. B. Du Bois e Zhou Enlai |
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W. E. B. Du Bois e Kwame Nkrumah |
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