Francamente
pensavo che quello di Michele Boldrin, ottimo economista che lo
scorso anno peraltro intervistai a Pordenone, fosse un progetto
interessante.
“Fare per
Fermare il Declino”, quando ancora comprendeva Oscar Giannino e
Luigi Zingales, sembrava, lo scorso anno almeno, un progetto serio,
concreto, alternativo alla partitocrazia e non ideologico. Poi tutto
andò in vacca, a causa dei suoi stessi dirigenti.
Ciò che accadde
allora, forse, avrebbe dovuto insegnare qualche cosa. Ovvero che,
quando ci si getta nella mischia partitico-politica, si finisce non
solo per contarsi ma anche per doversi misurare con il proprio ego.
L'ego giocò a
Giannino un brutto scherzo, a causa di sue dichiarazioni non
rispondenti a verità relativamente al suo curriculum di studi.
La rincorsa alla
candidatura alle elezioni europee del 2014, invece, rischia di
giocare un brutto scherzo a Boldrin, attuale Presidente di “Fare
per Fermare il Declino”, il quale ha traghettato il partito
nell'ennesima astrusa alleanza partitocratica con ciò che rimane dei
partitini pseudo-liberali della galassia politica nostrana.
Partitini che, in
tutti questi anni – lo ricordiamo – sono transitati da destra a
sinistra sino al centro, pur di rosicare qualche posto che,
fortunatamente, non sono mai riusciti ad ottenere.
Michele Boldrin è
economista troppo serio per scivolare in queste cose (ed imbarcare
nel suo progetto il banchiere - già sodale di Monti - Corrado
Passera, il sempreverde Stefano de Luca ed il democristiano Bruno
Tabacci), che ricordano piuttosto le accozzaglie fra partitini da
zerovirgola che hanno costellato gli ultimi vent'anni di
pseudo-democrazia italiana.
Michele Boldrin
predica benissimo, sia da economista che da ideologo, quando ad
esempio parla di abolizione del diritto d'autore e/o di libertà
economiche. Purtuttavia finirà, come molti politicanti nostrani, per
essere dimenticato da tutti, come rischiano di essere dimenticati
anche i suoi buoni propositi.
Solo qualche
giorno fa, dal blog del movimento “Amore e Libertà”
(www.amoreeliberta.blogspot.it)
che ho fondato alla fine di maggio, gli proponevo
di abbracciare la nostra causa: ovvero sostenere un progetto
a-partitico, al di fuori dal Parlamento, per le libertà civili,
economiche, sociali, sessuali, l'abolizione degli enti inutili e del
diritto d'autore.
Ovvero un
progetto serio, senza chiedere o pretendere finanziamenti né
pubblici, né tantomeno privati. Un progetto oltre le ideologie e gli
steccari partitici. Che miri ad un sistema politico che guardi
piuttosto all'Agorà dell'Antica Grecia e non alla dittatura delle
élite partitico-burocratico-clientelari dell'Italia di sempre.
Pur temendolo, ci
auguriamo che Michele Boldrin (di cui abbiamo grande stima) - per
citare una celebre frase tratta dall'”Opera da tre soldi” di
Bertolt Brecht - non rimanga sordo
all'appello del misero. Ed inverta,
pertanto, la rotta di marcia.
Luca Bagatin
L'unica leader liberale
A presente e futura memoria di Michele Boldrin
Un ricordo di Moana
Altro che Passera (noto banchere Corrado, già sodale di Mario Monti) !
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