José “Pepe” Mujica. Un fioraio, un
agricoltore, un uomo umile, anzi, un ex Capo di Stato.
Sembra una contraddizione in termini ed
invece non lo è, perché “Pepe” Mujica è ed è stato tutto
questo.
L'ex Presidente dell'Uruguay che ha
stupito e commosso il mondo, sia per la sua scelta di vita umile che
per le sue politiche di governo libertarie e socialiste che hanno
portato il Paese a legalizzare la cannabis, i matrimoni omosessuali,
ridurre la disoccupazione ed il tasso di povertà ed aumentare il PIL
del del 6% in dieci anni, per la prima
volta si racconta in un libro.
Ed il libro che lo vede protagonista è,
sorprendentemente, edito in Italia dalla EIR Edizioni
(www.editorieir.it)
e porta un titolo davvero entusiasmante: “La felicità al potere”.
Eh sì, perché José Mujica è il
Presidente che predica la felicità e lo fa in modo semplice. Per lui
la felicità è assenza di desideri materiali, ovvero è la ricerca
della vera libertà, che implica l'avere molto tempo libero per fare
ciò che ci piace di più. Ovvero non essere legati alla materialità
delle cose, degli oggetti accumulati in anni e anni di duro lavoro,
senza aver assaporato il succo della vita, che Mujica, non a caso,
considera “quasi miracolosa”.
José Mujica sembra un utopista - ma se
lo è - è certamente un visionario, un lucido utopista che ha
elaborato questa sua semplice concezione di vita nei lunghi anni di
prigionia e di tortura, allorquando combatteva la dittatura militare
nel suo Paese come guerrigliero tupamaro, catturato dal regime negli
Anni '70 e liberato solo nel 1985.
E la sua vita avventurosa e
affascinante - della quale diedi ampio resoconto in un articolo pubblicato ad ottobre dello scorso anno - è riportata anche ne “La
felicità al potere”, grazie alla ricostruzione romanzata di
Massimo Sgroi.
La prefazione al saggio è curata dallo
stesso Mujica ed è accattivante e commovente sin dalle prime frasi.
E' un'elogio dell'Italia e delle sue lotte operaie, socialiste,
liberali, garibaldine, anarchiche e delle similitudini fra la nostra
cultura e quella dell'America Latina.
“La felicità al potere”, che
consta di una bellissima intervista fatta all'ex Presidente da
Cristina Guarnieri, raccoglie prevalentemente i discorsi pubblici
dell'ex Presidente Mujica, ovvero raccoglie la sua filosofia politica
e le sue concezioni di vita.
Critica del consumismo, delle politiche
che hanno devastato l'ambiente, critica del materialismo, delle
politiche di marketing, ovvero di tutti quegli aspetti forieri di
sfruttamento dell'uomo e di creazione di quei bisogni/prodotti
indotti che costringono l'individuo a lavorare tutto il giorno per
poterseli permettere, senza però avere più tempo libero da dedicare
alla famiglia, all'amore, agli affetti, agli amici, agli hobby.
Visione di una società aperta nei
confronti di tutti, anche dei vecchi nemici che Mujica non a caso ha
perdonato, attraverso un processo di pacificazione nazionale.
Laicità dello Stato.
Visione di un'economia che veda
prevalere le necessità dei più bisognosi e che non insegua le
statistiche, i numeri, il mero consenso popolare.
Risoluzione dei problemi ecologici a
partire dalla prevenzione e dal non incoraggiamento di politiche o
economie che devastano la natura e l'ecosistema.
E, non per ultima, diffusione
dell'educazione e della cultura, che è il vero humus per rendere una
civiltà degna di questo nome.
José “Pepe” Mujica è un uomo del
nostro tempo, che ha attraversato – da combattente – il Ventesimo
secolo e ha dimostrato, nel Ventunesimo secolo, che si può governare
con amore e sentimento. Coinvolgendo la cittadinanza anche in
progetti di autogestione delle imprese, dialogando con le persone e
aiutandole ad uscire dalla crisi umana che ci attanaglia attraverso
la ricerca della liberazione dalla necessità, ovvero attraverso la
ricerca della felicità e di un nuovo umanesimo sociale.
Mujica, dall'ottobre scorso, dopo la
nuova vittoria alle elezioni del suo partito – il Fronte Ampio - ha
un degno successore al governo dell'Uruguay in Tabaré Vazquez e nel
suo Vice Raul Sendic, figlio dell'omonimo guerrigliero tupamaro che
diede il via alla lotta contro la dittatura militare.
L'Uruguay è dunque diventato un
piccolo faro nel mondo (in)globalizzato.
E “La felicità al potere” è un
saggio che può aiutarci a scoprire le chiavi per un'alternativa
possibile e necessaria.
Luca Bagatin
Nessun commento:
Posta un commento