Non ci vuole certo uno storico per
capire che questa Europa non è affatto l'Europa dei popoli fratelli
sognata e auspicata da Mazzini e Garibaldi, due esponenti che, pur
fra varie divisioni, contribuirono, assieme a Bakunin, Proudhon, Marx
ed Engels, a dar vita alla Prima Internazionale dei Lavoratori, nel
1864.
Quell'idea di Europa, che era anche
l'idea del Presidente francese Charles De Gaulle, oltre che del
socialista Bettino Craxi, ovvero sovrana, sociale, onesta e
affratellata è stata spazzata via, prima dai nazifascismi e
successivamente dai liberal-capitalismi che ci hanno regalato una
Unione Europea che, lungi dal rispondere ai bisogni dei popoli e dei
poveri, risponde ai mercati, agli spread, alle multinazionali, agli
investitori, al Fondo Monetario Internazionale.
Ed ecco che i seguaci dell'UE, questi
europeisti in reatà unicamente liberal-capitalisti, agitano a
sproposito il rischio "populista", non ricordando o
volutamente non volendo far ricordare che - storicamente e nei fatti
- il populismo fu, dall'800 ad oggi, in Russia come negli Stati Uniti
d'America e in Europa, un movimento di ispirazione contadina,
operaia, popolare, socialista originaria e autentica, così come
ricordano anche i saggi di Alain De Benoist e Jean-Claude Michéa,
che ho peraltro a lungo recensito ed argomentato in vari articoli
(http://amoreeliberta.blogspot.com/2017/08/populismo-lultimo-saggio-di-alain-de.html
-
http://amoreeliberta.blogspot.com/2018/05/il-socialismo-autentico-e-originario.html).
I popoli ed i poveri, dunque, non si
riconoscono più in questa Unione Europea per il semplice fatto che
essa è lontana e finanche opposta ai loro bisogni. E lo è perché
ha aggravato la crisi, perché la disoccupazione è dilagante, perché
incoraggia una immigrazione che si tramuta in sfruttamento ed
insicurezza, perché i governi liberal-capitalisti (quello Macron in
testa) stanno distruggendo quei pochi servizi pubblici e quei pochi
diritti sociali che ancora esistono.
Non rendersene conto è semplicemente
miope. Così come è miope non rendersi conto che i popoli ed i
poveri vogliono semplicemente una cosa: più democrazia. A loro non
interessa più una sedicente idea di libertà sbandierata negli Anni
'90, che, con la caduta del comunismo ha reso ad Est ricchi solo
pochi oligarchi e ad Ovest ha permesso di raccogliere la ricchezza
nelle mani di pochi e ha garantito - ad Est come ad Ovest - la totale
perdita di sovranità nazionale degli Stati. Ai popoli ed ai poveri
interessa, finalmente, decidere il proprio destino.
L'Unione Europea ed i politici che la
sostengono sembrano non rendersene conto. Così come sono sordi di
fronte ad ogni apertura alla Russia che, con la Siria, è attualmente
l'unico baluardo contro il terrorismo islamico.
I sogni di Mazzini, Garibaldi, Bakunin,
Proudhon, Marx, Engels, sembrano invece essersi avverati piuttosto
nell'America Latina socialista che resiste. E lo fa democraticamente,
ascoltando il popolo e facendolo partecipare direttamente ai processi
economico-sociali, a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Uruguay, e
ciò nonostante l'opposizione di Washinghton, che non può accettare
che un popolo possa decidere per sè e rifiutare le logiche del Fondo
Monetario Internazionale.
E così dovrebbe e potrebbe fare
l'Africa, grazie ai numerosi gruppi panafricani che si rifanno alle
idee socialiste e democratiche di Sankara, Gheddafi, Lumumba,
Nkrumah, Samora Machel, Mandela e molti altri, che hanno sacrificato
la loro vita per i rispettivi popoli, uscendo dalla logica del
profitto.
Uscire dalla logica del profitto.
Chiedere democrazia diretta. Uscire dalla logica del capitale e
raggiungere la logica del cuore. La logica dell'amore, ovvero
dell'unica vera libertà.
Luca Bagatin
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