Primi Anni '80. Oscar
Chudzinski, trentaseienne polacco, ex studente di filosofia presso
l'Università di Varsavia. Cameriere che vive a New York da sei anni
Un “fallito”, come
ama definirsi lui. Un “fallito” che vorrebbe scrivere un saggio
filosofico sociale, ma – a parte qualche abbozzo - rinuncia di
continuo, perché non ne ha voglia.
Oscar – nonostante la sua impotenza - scopa con Nataša,
una donna russa che ama alla follia. Una ninfomane che ama essere
sottomessa sessualmente, in particolare da Oscar. Una donna che ama
fare sesso con chiunuque, ma che ha un'intesa particolare solo con
Oscar.
Un giorno, Mark Hutt,
sadico professionista di un gay club, viene ucciso a colpi di
revolver da un tassista – forse un suo cliente - con il quale aveva
avuto un alterco, all'interno di un McDonald's, davanti agli occhi di
Oscar che, il giorno dopo, legge la notizia sul giornale. Quel
termine, “sadico professionista”, cattura l'attenzione del Nostro
che, da quel giorno, decide di diventare “Il Boia”.
Questo il protagonista de
“Il Boia”, appunto, romanzo di Eduard Limonov, scritto nel 1982 e
pubblicato in Francia e in Russia nel 1986 e appena rieditato da
Sandro Teti Editore, per la prima volta, in Italia.
“Il Boia” è un
romanzo erotico, ai limiti della pornografia. Un romanzo di satira
sociale, di denuncia sociale dai contorni noir. Ed è un romanzo che
rievoca, per molti versi, aspetti autobiografici dell'Autore.
Oscar è l'emblema
dell'uomo povero ma colto, che proviene dall'est europeo (così come
Limonov che, dalla Russia degli Anni '70, emigrò negli USA) e che
approda nei ricchi Stati Uniti d'America.
Qui Oscar fa il cameriere
e vive in un quartiere fatiscente e malfamato, ma grazie alla
conoscenza di una donna del jet set yankee, Juliet Mendelssohn,
produttrice che Oscar conobbe a Varsavia negli Anni '70, riesce a
farsi invitare nei party più esclusivi del mondo della moda e dello
spettacolo newyorkese (anche qui possiamo notare similitudini con la
vita dell'Autore che, da maggiordomo di un miliardario e persino da
ex senzatetto, divenne protagonista del panorama letterario e del jet
set newyorkese e, successivamente, europeo, prima di votarsi alla
causa politica nel Partito NazionalBolscevico, da lui fondato in
Russia, negli Anni '90).
E' in questo mondo che,
con il suo fascino enigmatico, Oscar, riesce ad entrare nelle grazie
di ricche signore di mezz'età che, per una notte di sesso estremo a
sfondo sadomaso, inizieranno a pagarlo profumatamente. E' così che
inizia la carriera del “Boia” Oscar. Un uomo che ama dare piacere
con il dolore e la sottomissione e trarne così una posizione
sociale.
Fra le sue “clienti”
Genevieve, ex moglie di un editore; la sua amica Susan Woodyard,
donna d'affari; la modella Katie Stuart; l'ereditiera Gabrielle
Kroniadis e numerose altre in un crescendo orgiastico che lascerà
incantato il lettore.
L'Autore descrive gli
avvenimenti e le scene di sesso senza giudicare, senza alcun
moralismo e allo stesso tempo senza alcun pudore. Come un cineasta di
film erotici, senza morbosità, ma con la giusta crudezza.
Limonov e l'ex moglie Elena Schapova, Mosca 1974 |
Ne “Il Boia” c'è
spazio anche per la filosofia. Per la visione filosofica di Oscar,
che considera i newyorkesi dei masochisti, che camminano
lungo marciapiedi sporchi, scivolosi e città d'asfalto, di ferro, di
ruggine e di mattoni. Persone che – secondo il protagonista –
provavano piacere nell'infelicità e nei sentimenti spiacevoli.
Che adoravano la loro inquietante e folle città
sino a difenderla nei loro giornali e nei loro adesivi con la scritta
I love New York.
Pur nel suo cinismo, Oscar, è comunque un sentimentale. Un uomo che
ama profondamente la russa Nataša, la quale
purtuttavia ama deriderlo e andare con altri uomini, persino suoi
amici, vantandosene con lui e facendolo, a sua volta, soffrire.
Nataša
la bestia, Nataša
la puttana, come lui
la definisce, è, purtuttavia, la donna che più di ogni altra tiene
in considerazione. Ed è in particolare a lei che Oscar vuole
mostrare i suoi “successi”, ovvero la capacità di essere
diventato un uomo di mondo,
che si è arricchito ed è diventato una persona celebre nel jet set
– apparendo persino sulla copertina di “Real Man” come Il
Boia. L'uomo del futuro. L'Uomo del XXI secolo - per
essersi scelto la professione di “Boia”, di sadico
professionista. Per essere bravo a scopare
e sottomettere le donne ricche, dettando lui stesso le regole, senza
rinunciare alla sua libertà e al suo anticonformismo.
Anche Nataša,
in realtà, lo ama. Solo che lei ritiene che la
quotidianità uccida l'amore. Che
non bisogna mai abituarsi a chi si ama.
Il
giorno del suo trentasettesimo compleanno, ad ogni modo, ad un party
esclusivo, organizzato nel suo loft, al quale parteciperanno sia
persone del jet set, sia suoi vecchi amici “proletari”, Oscar
sarà purtuttavia attaccato da un suo vecchio amico polacco, che egli
stesso aveva invitato: Jacek Gutor.
Eduard Limonov, Parigi 1993 |
Jacek,
una guardia giurata appassionata di filosofia orientale, gli fa
notare come l'Oscar di oggi sia completamente diverso rispetto a
quello di ieri. Ovvero quello che avrebbe fatto i ricchi arrosto e
non sarebbe diventato uno di loro, partecipando peraltro alle loro
orge, che Jacek giudica volgari e materialiste.
L'ultima
amante di Oscar, Gabrielle Kroniadis, rimane affascinata dall'aria
“mistica” di Jacek Gutor, al punto che, con Oscar e la figlia di
lei, Estella, decide di andare a cena casa sua, nell'unica stanza
nella quale vive - nei bassifondi newyorkesi - e, la ricca
ereditiera, gli offrirà persino un lavoro come insegnante di lingua
russa della figlia Estella.
In realtà molte sono le donne che
rimangono affascinate da Jacek, che è diverso da Oscar. E' folle,
non ha mai avuto una donna in vita sua, ma la sua aria mistica e
innocente incanta. Persino Nataša,
che lo ha conosciuto alla festa di compleanno di Oscar, ne è rimasta
affascinata, perché diverso da tutti gli uomini che ha sempre
conosciuto e che la vogliono solo scopare. E sottolinea ad Oscar, il
quale insiste nel dipingere Jacek come un pazzo (e in effetti fu
ricoverato in un istituto psichiatrico), che “Potrà
anche essere pazzo il tuo Jacek... Probabilmente, anzi, che non sia
del tutto sano di mente, ma solo pazzo oggi, nella nostra epoca, può
predicare non quella malizia che tutti portiamo dentro di noi, ma
l'amore... L'amore, Oscar...”.
Jacek
è il pazzo innocente, che sembra giungere da un'altro pianeta o da
un'altra epoca rispetto a quella consumista e materialista degli
yankee di New York. Il pazzo e povero che non si è fatto intaccare
dal capitalismo a stelle e strisce. Egli stesso, a Gabrielle, durante
la cena con Oscar e Estelle, a casa sua, afferma che “L'America
è pericolosa, come il comunismo. L'americanismo corrompe le persone:
gli americani hanno dimenticato che l'uomo ha anche un'anima, e non
solo la pancia... In questo Paese, le persone vivono come topi
grassi...”.
Oscar,
invece, non lo sopporta, in quanto gli ricorda il suo recente passato
da fallito e da povero in canna.
Jacek,
assunto da Gabrielle come insegnante di russo della figlia, come se
non bastasse, non smette di dissuadere Oscar dal lasciarla,
affermando che egli – in qualità di Boia – esercita un'influenza
negativa sulla figlia e sul suo rapporto con la madre.
Russia, fine Anni '90. Eduard Limonov manifesta con i suoi nazbol |
In
questo senso, riceverà persino una telefonata misteriosa (da perte
di Jacek ? Molto strano, pensa Oscar, la voce ha un accento yankee e
non polacco...), che lo invita a lasciare Gabrielle e persino la
città.
Oscar,
resosi conto che non potrà a lungo continuare a fare il Boia di
Gabrielle, che non ha per lui più alcuna attrattiva, decide ad un
certo punto di sposare la ricca Diane, una sua nuova conoscenza,
ma... Quello che lui chiama il suo “doppio”, ovvero la voce che
lo infastidisce al telefono, minacciandolo, gli impedirà di coronare
i suoi sogni e...
Il
finale, a sfondo giallo, è il coronamento di un romanzo crudo e
erotico, profondo e ironico. Tragico, noir e al contempo satirico.
Eduard
Limonov, nato a Dzeržinsk
in Unione Sovietica, nel 1943, oltre ad aver scritto oltre sessanta
romanzi, molti dei quali tradotti e pubblicati in tutto il mondo, è,
ancora oggi, protagonista della scena politica russa.
Alla guida del partito
nazionalbolscevico “Altra Russia”, il cui simbolo è una bandiera
rossa e bianca con al centro una granata (una limonka, in
russo), è infatti uno dei principali oppositori del governo
liberal capitalista di Putin e molti dei suoi attivisti sono ancora
oggi perseguitati e arrestati e molti di loro lottano e hanno lottato
in Donbass, dalla parte delle Repubbliche Popolari, contro il governo
autoritario ucraino.
Eduard Limonov oggi |
Critico da sempre nei
confronti del liberal capitalismo, fu combattente durante le guerre
dell’ex Jugoslavia e in Transnistria; oltre ad essere fondatore del
Partito NazionalBolscevico (con una bandiera rossa e bianca, con al
centro una falce e martello nera), assieme al filosofo Aleksandr
Dugin e al chitarrista punk Egor Letov. Partito che - prima di
essere messo fuorilegge nel 2007 per la sua forte opposizione al
governo Putin - ha avuto una forte influenza sui giovani delle
periferie post-sovietiche degli Anni '90 e su molti artisti, fra i
quali il jazzista Sergey Kuryokhin e che editava il giornale
underground “Limonka”, che da poco ha festeggiato i suoi 25 anni
dalla fondazione.
Lo stile realista,
trasgressivo e anticonformista di Limonov è da sempre presente nei
suoi romanzi, spesso tratti da esperienze dirette da lui vissute nel
corso della sua poliedrica vita.
Luca Bagatin
Le foto sono tratte dal sito dedicato a Eduard Limonov, curato da José Setien www.tout-sur-limonov.fr
Nessun commento:
Posta un commento