Anche in Grecia, come in
Russia e in Francia negli ultimi tempi, la popolazione scende in
piazza contro la riforma delle pensioni, che sarà votata entro
venerdì 21 febbraio, imposta dal nuovo governo liberal conservatore.
Tale riforma è del resto in continuità con le misure di austerità
del precedente governo di sinistra guidato da Tsipras.
Misure di austerità, del
resto, imposte dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario
Internazionale e che in tutti questi anni hanno drammaticamente
impoverito la popolazione (con peraltro numerosi casi di suicidio dal
2010 al 2015), aumentato la disoccupazione e devastato il sistema
sanitario nazionale.
Diecimila persone in
piazza ad Atene (con manifestazioni estese anche a Salonicco e ad
altre città greche), molte delle quali con indosso un gilet giallo -
simbolo del movimento popolare che in Francia si è mobilitato contro
l'austerità in salsa liberale di Macron – contro la riforma che
incoraggia i lavoratori a rimanere più a lungo al lavoro.
"Questo disegno
di legge è praticamente la continuazione delle leggi di austerità
introdotte nel 2010-2019", ha affermato in un comunicato il
sindacato dei dipendenti pubblici ADEDY.
E il Segretario generale
del Partito Comunista di Grecia (KKE), Dimitris Koutsoumbas ha affermato:
"Il governo pagherà a caro prezzo l'ulteriore smantellamento
delle assicurazioni sociali, come hanno fatto i governi che lo hanno
preceduto. Il popolo greco non dimentica".
Annunciate, nelle
prossime settimane, nuove mobilitazioni e scioperi.
Luca Bagatin
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