Non penso sia una
questione di “cultura fascista” o “machista” (che poi sono
comunque aspetti diversi e, nel primo caso, addirittura estinta da
decenni), ma una questione di incultura o di incultura della
prevaricazione.
Il forte che vuole
prevalere sul più debole, è sempre esistito.
Non è un fenomeno nuovo,
ma esiste da secoli e secoli.
Esisteva anche quando
eravamo ragazzini noi, per non parlare dei decenni prima.
Il fenomeno del bullo o
dell'omofobo, ad esempio.
Il fenomeno del
rompiballe che non si fa gli affari suoi, ma deve imporre il suo modo
di vedere.
E' inutile persino fare
discorsi moralistici e retorici. Li facciamo da sempre, ma le cose
non cambiano.
E' orrendo imporre, poi,
eventualmente, un ipocrita quanto sciocco politicamente corretto.
Ecco, personalmente e
sommessamente, invece, credo nella cultura dell'elevazione morale e
intellettuale. Nell'educazione dalla mentalità aperta, ma nello
stesso tempo rigida. Quella che insegna ai figli e agli allievi a
convivere in una società complessa. A rispettare il prossimo, senza
entrare nella sua sfera personale. Che insegna a interiorizzare le
regole, piuttosto che a rispettarle o a infrangerle. A comprenderle e
ad applicarle per il bene di tutti.
Credo nello spirito di
sacrificio e nell'eroismo, che è sacrificio nei confronti del
prossimo e del più debole.
Penso ad ogni modo che
siano convinzioni fortemente minoritarie, in questa società, in
questo Paese di furbetti che vorrebbero arricchirsi alle spalle del
prossimo. In questo emisfero capitalista e liberale, sin troppo
lassista e per nulla rigido e disposto al sacrificio.
Per cui abbiamo anche sin
troppe regole e regolamenti, ma allo stesso tempo queste e questi
vengono disattesi o calpestati. Abbiamo la legge del più forte, ma
non leggi severe, che infondano un severo insegnamento. Abbiamo
l'avanzare del furbetto e l'oppressione dell'onesto.
Sono pessimista e da
tempo – suppongo anche per questo - mi sono ritirato dalla vita
sociale il più possibile. Osservo, scruto, analizzo, ma faccio
fatica a vedere qualcosa di buono, nel mio prossimo.
Vedo che c'è ancora
molta, troppa strada da fare.
La cronaca nera,
purtroppo, ne è una ennesima triste dimostrazione.
Luca Bagatin
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