martedì 1 ottobre 2024

Il benessere economico e tecnologico genera una società sempre più egoista e sempre più violenta. Articolo di Luca Bagatin

Una società in cui si uccide per “vedere che cosa si prova ad uccidere”, è arrivata definitivamente al capolinea.

Una società in cui esistono minorenni violenti, baby gang, rapine, famigliari che uccidono loro stessi famigliari, stupri in continuo aumento, in una spirale di violenza e odio senza fine.

Una società in cui i genitori proteggono sempre e comunque i propri figli, li giustificano, li seguono poco. Impegnati con il lavoro o a farsi belli.

Una società in cui la scuola è una proforma, è diventata giustificazionista, promuove tutti indistintamente.

Una società in cui l'opulenza è diffusa, l'apparire conta più dell'essere, il soldo facile fa gola a tutti.

Una società in cui una patologia dell'anima, purtroppo non riconosciuta come tale, ovvero l'ego, viene sdoganata, finendo per far prevalere il dio danaro, il dio consumo, il dio edonismo al posto di ogni altra cosa.

Al posto dell'amore. Che ormai non esiste più nemmeno nelle famiglie, per non parlare nelle coppie.

Una società che è divenuta tale per il troppo benessere materiale. Per una tecnologia e un progresso materiale che hanno reso tutto più semplice, alla portata di tutti.

Quando non ottieni le cose con fatica, tutto ti sembra dovuto. E tutto finisce per annoiarti al punto che... vuoi sempre di più. Vuoi superare ogni limite, anche quello della decenza. Anche quello della vita... e della morte. Ti senti immortale e padrone persino della vita e dei corpi altrui.

Tutto ciò è aberrante, come è aberrante la società in cui viviamo. In cui il diritto (di fare qualsiasi cosa) prevale sul dovere (che è la base della convivenza civile e del senso di civiltà e andrebbe sempre anteposto al diritto).

Una società edonista, liberal-capitalista, egoista, violenta, ipocrita, giustificazionista, bambinesca, infantile e criminale, pur nell'inconsapevolezza. E ciò è ancora peggio.

Il progresso è il vero regresso. E' la vera malattia delle società opulente, industrializzate, tecnologizzate.

Se pensiamo che, invece, per vivere davvero felici, basterebbe poco.

Come avveniva e avviene ancora nelle società arcaiche, contadine e matriarcali. Ove il vivere del necessario, senza quell'opulenza che genera noia e frustrazione, promuove condivisione, fratellanza, unione e amore fra simili. Simili perché eguali, sia nei punti di partenza che di arrivo.

Non divisione, odio, ricerca del possesso, come avviene, appunto, laddove l'egoismo è sdoganato e stimolato da quel progresso materiale che genera spirali di accumulo e profitto senza fine.

Lavorare tutti il giusto. Guadagnare tutti il giusto. Senza eccessi. Avere sanità, scuola, sicurezza nazionale e internazionale e servizi pubblici efficienti e per tutti. Non altro.

Questo dovrebbe essere il fondamento di una società armoniosa, ordinata. Ove il limite - che è necessario e imprescindibile - deve essere posto proprio per garantire tale equilibrio ed armonia.

Una società senza limiti non è una società ove prevale la libertà. Ma è una società ove prevale la schiavitù del danaro, dei robot, della prevaricazione, dell'accumulo, dell'odio, della violenza, della criminalità.

Lo vediamo ogni giorno, sotto i nostri occhi.

Ma preferiamo voltarci dall'altra parte. Non riconoscere che, il nostro ego, la nostra ambizione, genera squilibrio, prima di tutto dentro noi stessi. E non vogliamo riconoscere che siamo sempre più schiavi delle macchine e degli stimoli esterni.

E' il dramma di un Occidente che preferisce le armi al dialogo. Che preferisce l'apparire all'essere. Ove i libri vengono sostituiti da internet. Ove la sanità pubblica viene distrutta in favore delle assicurazioni private e della sanità privata. Ove la scuola non forma più nessuno, ma permette a tutti di parcheggiare i propri figli. Che vengono seguiti poco e che vengono giustificati in tutto. E finiscono per delinquere.

Ove i governanti parlano per slogan e vogliono raccogliere voti di cittadini distratti dalla pubblicità commerciale o dall'ultima offerta vista sul web.

Purtroppo anche società non occidentali e non capitaliste, come la Cina, sono sempre più preda di tali rischi, che il benessere economico-tecnologico generano, inevitabilmente.

Se non si ha la capacità di osservare tale drammatico fenomeno e porvi un argine, dove andremo a finire?

Dove stiamo già andando a finire?

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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