Sarà stato anche un flop di ascolti
(2,9 milioni di telespettatori), ma, finalmente, in prima serata e su
Rai Uno, si è data voce a quell'antifascismo laico e federalista a
cui la voce è sempre stata negata in quest'Italia che ha a cuore più
i destini delle partite di calcio, piuttosto che le libertà civili,
sociali ed individuali che persone come Altiero Spinelli (1907 - 1986), Ernesto
Rossi (1897 - 1967) ed Eugenio Colorni (1909 - 1944) hanno portato avanti a rischio della loro
stessa vita.
E' stato così che domenica 23 novembre
abbiamo potuto assistere a “Un mondo nuovo”, film tv di Alberto
Negrin che ha ricostruito le vicende storiche di Altiero Spinelli, ex
militante comunista che abiura il comunismo per scegliere la strada
dell'antifascismo laico; Ernesto Rossi, giornalista di formazione
economica, liberalsocialista del Partito d'Azione e fra i fondatori
del primo Partito Radicale ed Eugenio Colorni filosofo ebreo,
anch'egli di fede politica liberalsocialista.
Vicende che, dal confino nell'Isola di
Ventotene al quale furono costretti dal regime fascista, li
porteranno ad ideare – nel 1941 ed in clandestinità - il celebre
Manifesto di Ventotene, che – allora utopisticamente – parlava di
Europa unita e federale, di popoli europei affratellati e di visione
democratica del Continente, senza più Stati sovrani. Visione che,
peraltro, recuperava gli ideali di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe
Garibaldi, già elaborata nell'ambito della Giovine Europa (1834).
Il Manifesto di Ventotene, come si può
osservare nel film tv, viene scritto ed elaborato dai tre senza farsi
scoprire dalle milizie fasciste dell'Isola e sarà poi diffuso
all'esterno grazie al contributo di due donne: Ursula Hirschmann –
allora moglie di Eugenio Colorni (e successivamente diverrà moglie
di Altiero Spinelli, dopo la morte di Colorni, ucciso barbaramente da
una banda di fascisti)– e Ada Rossi, moglie di Ernesto Rossi.
Un Manifesto, quello di Ventotene, che
sarà destinato a fare clamore sia durante il regime mussoliniano che
negli anni a venire, al punto che, nel 1984, Altiero Spinelli propone
al Parlamento Europeo – nel quale era stato peraltro eletto nel
1979, come indipendente nelle liste del PCI – un progetto
costituzionale per gli Stati Uniti d'Europa che, pur approvato, sarà
successivamente bocciato dal Consiglio Europeo. Da allora, peraltro,
si intensificheranno i rapporti di amicizia e collaborazione fra
Spinelli ed il Partito Radicale di Marco Pannella, peraltro erede,
per molti versi, del Partito Radicale fondato negli Anni '60 dallo
stesso ex amico di Spinelli, Ernesto Rossi.
Peccato che, nella fiction televisiva,
manchino dei tutto questi accenni, così come manca il riferimento
alla cultura azionista e liberalsocialista di Riccardo Bauer e dello
stesso Rossi, definiti di ispirazione “anarchica” (sic !).
Se osservata bene, la vicenda di
Spinelli, Rossi e Colorni, ovvero la vicenda che ha portato alla
formazione del Manifesto di Ventotene e ciò che è accaduto dopo la
guerra, sino ai giorni nostri, possiamo vedere come quelle lucide
utopie siano state disattese, vilipese ed offuscate dai politicanti,
dai burocrati e dai banchieri dei singoli Sati europei che, anziché
volere una politica comune europea, su basi democratiche, hanno
preferito mantenere gli Stati sovrani ed introdurre una moneta unica
che, di fatto, avvantaggia solo le elite economico-finanziarie e
politiche, peraltro non elette da nessuno, visto che la Commissione
Europea non è un organo elettivo e lo stesso Parlamento Europeo
discute unicamente di questioni marginali.
Chissà che direbbero oggi Spinelli,
Rossi e Colorni di questo. Forse che viviamo una nuova stagione
fascista, ma molto più subdola, perché ammantata di presunte
libertà. E forse i loro spiriti sarebbero lì a suggerirci, ancora
una volta, di lottare, ad ogni costo e con ogni mezzo.
Purtuttavia spiace che i telespettatori
italiani, che spesso premiano fiction e film tv o melensi o
sanguinolenti, oppure storie di santi, preti e papi descritti come
pezzi di pane (magari tacendo del resto), questa volta, allorquando
sul piccolo schermo viene raccontato un fatto storico di grande
rilevanza per la libertà e la democrazia in Europa, il pubblico sia
assente e preferisca guardare altro, ovvero le solite scemenze o le
solite partite di calcio.
Il pubblico, del resto, più che
sovrano, sembra qualificarsi per quel che è, ovvero disattento,
incapace di ricercare qualche cosa che vada al di là del superfluo,
del faceto, del “commericale”, di quel “commerciale” che de
decenni ha reso schiave le menti italiane ed europee in una spirale
di consumismo senza costrutto.
Del resto, anche nella fiction “Un
mondo nuovo”, lo stesso attore che recita la parte di Colorni ad un
certo punto fa riferimento all'“italiano medio con il quale pur
bisognerà imparare a dialogare, a scendere a patti”, ovvero
l'italiano che prima – nel massimo dei fasti mussoniliani - era
fascista e successivamente, vista la mala parata, è diventato
improvvisamente antifascista !
Accade così, del resto, da sempre.
Prima si è berlusconiani e successivamente si diventa
antiberlusconiani. Prima si è grillini e poi si diventa
antigrillini. Prima si è renziani e poi...anche Renzi vedrà cadere
il suo astro nascente, allorquando arriverà un altro “Duce” che
riuscirà ad incantare meglio i....telespettatori !
Ciò, ad ogni modo, fa riflettere sul
fatto che è l'italiano stesso, spesso, la causa del suo mal.
Volutamente incapace, per la maggior parte, di avere una sua
coscienza critica, di volere effettivamente emanciparsi ed emancipare
il prossimo, l'italiano medio preferirebbe (o preferisce) fregarlo
continuamente e badare solo al suo tornaconto personale.
La vera piaga-Italia, che si riverbera
nella nostra stessa classe politica, sembra piuttosto insita in
questo popolo di addormentati. Il Popolo degli Addormentati, del
resto, se diventasse un partito politico ed avesse come leader il
primo babbeo uscito da una di quelle trasmissioni di Maria De
Filippi, forse, diventerebbe il “nuovo che avanza”. E' così da
sempre, anche se ciò è molto, molto triste.
L'Italia di oggi, del resto, non è “un
mondo nuovo”. Ma il solito caro vecchio Paese del menefreghismo
ipocrita e conservatore.
Luca Bagatin
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