La vita appartiene a
ciascuno e, nel caso di un bambino, è affidata ai genitori.
Tanto basterebbe per
definire chiaramente il da farsi nella straziante vicenda dei piccolo
Charlie Gard e dei genitori, Chris Gard e Connie Yates.
Il piccolo Charlie ha una
rara malattia che non gli permette di sentire, vedere, muoversi,
piangere ed è legato ad una macchina che lo tiene in vita. Non ha
coscienza di ciò che gli sta attorno. Ad ogni modo i giudici inglesi
hanno deciso ed hanno dato ragione ai medici dell'ospedale in cui è
ricoverato il piccolo e così anche la Corte europea per i diritti
dell'uomo: a Charlie va staccata la spina.
Una decisione raggelante.
Anche e proprio per chi, come il sottoscritto, si è sempre battuto
in favore dell'autodeterminazione della persona, ovvero per
l'eutanasia ed il sucidio assistito, ovvero per il diritto alla morte
e, quindi, anche per il diritto alla vita.
Come ho scritto altre
volte, la politica, la scienza, la religione, la magistratura ecc...
non possono e non debbono sostituirsi alle persone su queste delicate
ed intime tematiche. Le persone hanno un cuore, un cervello,
un'anima, dei sentimenti. E, come tali, vanno rispettati ed è a
costoro che va data priorità. In questo caso la priorità va data
alla volontà dei genitori del piccolo Charlie: che vogliono che il
piccolo viva e possa andare negli Stati Uniti d'America per tentare
delle cure che, forse, potrebbero salvarlo. Per quanto minime, non è
umanamente possibile negare una speranza. Non è possibile
assassinarla, perché di questo si tratta. Di un assassinio. Ed è su
tematiche come questa che l'umanità, la civiltà (dell'amore) muore.
La violenza delle leggi e
delle autorità, qualsiasi esse siano, non può prevalere sull'amore
di dei genitori, sulla volontà degli stessi. Ciò non è per nulla
civile, umano, democratico.
Ai genitori, oltretutto,
non è stato permesso nemmeno di scegliere il luogo nel quale il loro
piccolo dovesse morire. Aberrante.
Aberrante che questo
avvenga in un ipocrita Regno Unito che non permette il diritto alla
morte, ovvero l'eutanasia ed il suicidio assistito, ma che impone
d'autorità la morte di un bambino, contravvenendo alle decisioni di
due genitori. Vergognoso.
E non accada mai che ciò
costituisca un precedente, ma sia di insegnamento e di monito: le
persone hanno il diritto di autodeterminarsi. E i bambini non sono di
proprietà dello Stato, della legge, della scienza, ma dei genitori
che li accudiscono con amore. E lo Stato e le sue leggi o sono retti
dalla volontà dei cittadini o non possono dirsi democratici, bensì
autoritari e totalitari.
Questo è quanto può
insegnarci la vicenda del piccolo Charlie Gard, un bambino che non
parla e non può muoversi, ma che ha molto, molto da dirci.
O nel mondo prevale
l'amore ed il rispetto per tutti gli esseri viventi e le loro intime
sensibilità, oppure prevarranno, ancora una volta, l'oscurantismo,
la violenza e la barbarie.
Rimaniamo sempre vigili e
lottiamo affinchè ciò non accada. Mai più.
Luca Bagatin
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