domenica 2 luglio 2017

Charlie Gard: un bambino che non parla. Ma ha molto da insegnarci. Articolo di Luca Bagatin

Una vita, la vita di un bambino non può dipendere da dei giudici, dalla legge, dalla politica.
La vita appartiene a ciascuno e, nel caso di un bambino, è affidata ai genitori.
Tanto basterebbe per definire chiaramente il da farsi nella straziante vicenda dei piccolo Charlie Gard e dei genitori, Chris Gard e Connie Yates.
Il piccolo Charlie ha una rara malattia che non gli permette di sentire, vedere, muoversi, piangere ed è legato ad una macchina che lo tiene in vita. Non ha coscienza di ciò che gli sta attorno. Ad ogni modo i giudici inglesi hanno deciso ed hanno dato ragione ai medici dell'ospedale in cui è ricoverato il piccolo e così anche la Corte europea per i diritti dell'uomo: a Charlie va staccata la spina.
Una decisione raggelante. Anche e proprio per chi, come il sottoscritto, si è sempre battuto in favore dell'autodeterminazione della persona, ovvero per l'eutanasia ed il sucidio assistito, ovvero per il diritto alla morte e, quindi, anche per il diritto alla vita.
Come ho scritto altre volte, la politica, la scienza, la religione, la magistratura ecc... non possono e non debbono sostituirsi alle persone su queste delicate ed intime tematiche. Le persone hanno un cuore, un cervello, un'anima, dei sentimenti. E, come tali, vanno rispettati ed è a costoro che va data priorità. In questo caso la priorità va data alla volontà dei genitori del piccolo Charlie: che vogliono che il piccolo viva e possa andare negli Stati Uniti d'America per tentare delle cure che, forse, potrebbero salvarlo. Per quanto minime, non è umanamente possibile negare una speranza. Non è possibile assassinarla, perché di questo si tratta. Di un assassinio. Ed è su tematiche come questa che l'umanità, la civiltà (dell'amore) muore.
La violenza delle leggi e delle autorità, qualsiasi esse siano, non può prevalere sull'amore di dei genitori, sulla volontà degli stessi. Ciò non è per nulla civile, umano, democratico.
Ai genitori, oltretutto, non è stato permesso nemmeno di scegliere il luogo nel quale il loro piccolo dovesse morire. Aberrante.
Aberrante che questo avvenga in un ipocrita Regno Unito che non permette il diritto alla morte, ovvero l'eutanasia ed il suicidio assistito, ma che impone d'autorità la morte di un bambino, contravvenendo alle decisioni di due genitori. Vergognoso.
E non accada mai che ciò costituisca un precedente, ma sia di insegnamento e di monito: le persone hanno il diritto di autodeterminarsi. E i bambini non sono di proprietà dello Stato, della legge, della scienza, ma dei genitori che li accudiscono con amore. E lo Stato e le sue leggi o sono retti dalla volontà dei cittadini o non possono dirsi democratici, bensì autoritari e totalitari.
Questo è quanto può insegnarci la vicenda del piccolo Charlie Gard, un bambino che non parla e non può muoversi, ma che ha molto, molto da dirci.
O nel mondo prevale l'amore ed il rispetto per tutti gli esseri viventi e le loro intime sensibilità, oppure prevarranno, ancora una volta, l'oscurantismo, la violenza e la barbarie.
Rimaniamo sempre vigili e lottiamo affinchè ciò non accada. Mai più.

Luca Bagatin

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