Non ultimo l'attacco
aereo al centro migranti - con 60 morti e 130 feriti – effettuato
dalle forze del generale Khalifa Haftar sostenuto da Francia e
Emirati Arabi.
Un vero e proprio crimine
di guerra al quale l'Unione Europea – di cui la Francia è parte
integrante – assiste silente.
L'ennesimo crimine in
Libia perpetrato dopo la barbara uccisione del Rais Mu'Ammar
Gheddafi, leader della Jamahiriya, ovvero la Repubblica Popolare e
Socialista di Libia, ad opera dei ribelli fiancheggiati dalla NATO.
Da allora, la Libia è
nel caos e a poco è servita la carta diplomatica giocata
recentemente dal governo Serraj, sotto l'egida ONU, per tentare di
porre fine alla guerra con Haftar.
In tutto ciò, a
raccogliere le simpatie di gran parte del popolo libico, il
secondogenito del Rais Gheddafi, Saif al Islam Gheddafi, il quale –
nel 2016 - ha fondato il “Fronte popolare per la liberazione della
Libia”, di ispirazione socialista araba, con il quale ha più volte
dichiarato di volersi presentare alle elezioni presidenziali, semmai
ci saranno.
Scopo di Saif, quello di
“liberare il territorio dal controllo delle organizzazioni
terroristiche e dagli stranieri” e si propone di lavorare per
costruire uno stato nazionale sovrano, laico e indipendente.
In un comunicato del
marzo 2018, anche il Presidente della FederPetroli Italia, Michele
Marsiglia, aveva peraltro espresso stima nei confronti di Saif
Gheddafi, scrivendo “Solo Saif Gheddafi ha il potere di
rilanciare il settore dell’Oil & Gas in Libia. Per diversi anni
sino ad oggi, l’industria petrolifera libica è rimasta bloccata.
Questa situazione ha causato ingenti danni e perdite per le aziende
sull’intera scala internazionale. Questa continua crisi Libica sta
creando l’impossibilità effettiva per le aziende del nostro
settore di operare, risultando un danno ed una perdita riguardo
milioni di barili di petrolio tra le numerose aziende libiche e per
il settore petrolifero internazionale. E’ con vero piacere che
recepiamo la candidatura di Saif Gheddafi per le Elezioni
presidenziali in Libia del 2018 e siamo fiduciosi che il futuro
dell’Oil and Gas nel territorio potrà avere una nuova stabilità
in tutta la nostra industria”.
Al momento, purtuttavia,
di elezioni democratiche nemmeno l'ombra e per il popolo libico il
dramma è più che evidente.
Luca Bagatin
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