Pavel Grudinin, 59 anni,
è stato il candidato del Partito Comunista della Federazione Russa
(KPFR) alle elezioni presidenziali del marzo 2018.
Grudinin conquistò
l'11,77% dei consensi, piazzandosi al secondo posto, dopo Putin.
Dopo di allora i consensi
dei comunisti, in Russia, sono aumentati, al punto che alle
amministrative autunnali, conquistarono diverse amministrazioni,
superando in più ambiti il partito di governo, Russia Unita.
Grudinin è direttore
della “Fattoria Lenin”, sita vicino a Mosca, un sovkhoz che
esiste da oltre 100 anni. Dopo il crollo dell'URSS, nel 1995, il
collettivo dei lavoratori dell'azienda prese la decisione di
ristrutturarla e, successivamente, Grudinin ne divenne il direttore.
L'azienda divenne
finanziariamente autosufficiente e le entrate furono utilizzate non
solo per aumentare i salari e modernizzare la produzione, ma anche
per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, costruendo
scuole, asili ove i bambini ricevono pasti gratuiti e sono state
costruite abitazioni a prezzi calmierati per le famiglie dei
lavoratori.
Il sovkhoz è sito in un
terreno edificabile particolarmente redditizio e, da quando Grudinin
divenne il candidato alle presidenziali del KPFR, numerosi sono stati
i tentativi di smantellare l'azienda da parte di numerosi attori, al
fine di accaparrarsi il terreno sul quale sorge.
Grudinin è così da
tempo accusato di malversazioni finanziarie, respinte più volte
dagli avvocati e dal KPFR, che lo sostiene. Tali accuse hanno
peraltro fatto decadere – dal marzo 2019 – la sua carica di
deputato alla Duma, nonostante i quasi 9 milioni di voti conquistati
alle presidenziali dell'anno precedente.
Sostegno a Grudinin è
giunto in questi giorni dai comunisti tedeschi e inglesi, tramite i
loro organi di stampa.
Sono previste
manifestazioni del Partito Comunista della Federazione Russa il 13
luglio prissimo in difesa di Grudinin e della “Fattoria Lenin”,
che rappresenta, secondo il KPFR, un baluardo di sviluppo economico e
sociale per il Paese.
Luca Bagatin
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