domenica 29 marzo 2020

L'Unione Europea è uno slogan. Va superata. Così come va radicalmente cambiata mentalità, economia, politica. Un articolo di 5 anni fa di scottante attualità

L'articolo che segue, di scottantissima attualità, lo scrissi il 16 giugno 2015, relativamente alla necessità di superare l'Unione Europea e di come questa, quando i popoli ne hanno necessità, semplicemente non esista. Sia solo uno slogan.
Oltre a ciò, vorrei far presente che, vista l'emergenza epocale che stiamo vivendo, occorrerà, quanto prima, una radicale modifica di mentalità, oltre che una radicale modifica di sistema economico (che andrà del tutto sovvertito), politico e sociale.
Di ciò, non solo ho recentemente parlato al seguente link, che invito caldamente a leggere: http://amoreeliberta.blogspot.com/2020/03/se-usciremo-da-questa-terribile.html, ma ne ho scritto un saggio  - "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" - uscito quasi un anno fa e che contiene mie analisi, di incredibile attualità, raccolte negli anni: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/
O tutto cambierà o nulla cambierà. E finiremo molto peggio.
Non abbiamo più tempo. Non è uno scherzo. Purtroppo.

Luca Bagatin

Un'alternativa latina, ellenica e terzomondista all'Unione Europea globalista. Articolo di Luca Bagatin del 16 giugno 2015

Lo abbiamo visto anche in quest'ultima occasione: l'Unione Europea semplicemente non c'è. O, meglio, c'è solo quando deve battere cassa e pretende che Stati sovrani come la Grecia o la nostra Italia, rispettino i patti di stabilità. Ma di quale stabilità stiamo parlando, visto che il debito degli Stati è comunque matematicamente impagabile ? Ma di quale stabilità stiamo parlando ? Forse di quella dei banchieri, delle grandi imprese e delle multinazionali che attraverso le misure di austerità e della flessibilità del lavoro possono continuare ad arricchirsi alle spalle del prossimo.
Così come è facile oggi per la Francia scaricare il peso dell'immigrazione sull'Italia. Proprio la Francia che decise per prima di bombardare l'ultimo baluardo contro il fondamentalismo islamico e contro gli sbarchi indisciminati, ovvero il Colonnello Gheddafi.
E' facile per le potenze globaliste d'Europa scaricare il peso sui Paesi Euromediterranei, già preda di una pesante crisi economico-finanziaria dalla quale possono uscire solo attraverso un comune sforzo di solidarietà, di abolizione del debito e di misure che vadano incontro alle esigenze dei poveri e dei diseredati.
Ecco, forse più che un'Unione Europea ci vorrebbe un'Unione dei Paesi Euromediterranei e del Sud del Mondo, in un rinnovato dialogo con il mondo ellenico, latino, latinoamericano, terzomondista, per sconfiggere fame, terrorismo, povertà, esclusione, che certo non sono risolvibili con l'accettazione supina alle regole del mercato capitalista, allo sradicamento dei popoli ed alla loro “democratica” deportazione, all'instaurazione di fantomatici grandi mercati transatlantici che di fatto impongono, ancora una volta, gli interessi di Washingon al mondo intero.
Un'Unione latina, latinoamericana, ellenica, terzomondista, alternativa tanto al blocco Nordamericano che a quello Russo-putiniano che, nei fatti, rappresentano i due nuovi blocchi di una nuova Guerra Fredda nella quale a rimetterci sono e saranno i popoli, i poveri, gli oppressi di sempre.
Utiopia o forse l'unica autentica realtà possibile?

Luca Bagatin

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