Julian Assange, il giornalista libertario, fondatore di WikiLeaks, noto per aver fatto conoscere al mondo documenti segreti, mettendo a nudo gran parte delle nefandezze del mondo politico internazionale, rischia di essere estradato negli USA. Paese nel quale è accusato, per la sua attività giornalistica, di “spionaggio e pirateria informatica”, per aver contribuito a diffondere file riservati relativi, fra gli altri, ai crimini di guerra compiuti dagli Stati Uniti d'America, in Afghanistan e Iraq.
Accuse che costerebbero, ad Assange, una condanna a ben 175 anni di reclusione.
L'Alta Corte di Londra ha, infatti, ribaltato la sentenza di primo grado che negava l'estradizione di Assange, dalla Gran Bretagna agli USA.
Il ricorso presso l'Alta Corte, era stato depositato dal team di legali statunitensi, che si opponeva al divieto di estradizione, sulla base del rischio di suicidio legato al trattamento carcerario negli USA.
“Un grave errore giudiziario”, ha affermato Stella Moris, compagna di Julian Assange, oltre che uno dei suoi legali, la quale ha aggiunto: “E' stato vergognoso e cinico prendere una decisione come questa nella giornata mondiale dei diritti umani” e si è chiesta: “Come può essere possibile estradare Julian nello stesso Paese che ha complottato per ucciderlo?”.
Il governo russo, attraverso la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, parla di “Sentenza vergnogosa”, facendo presente che “Si tratta di un vergognoso verdetto nell'ambito di un caso politico contro un giornalista e attivista pubblico. E' un'altra manifestazione di una visione del mondo cannibale del tandem anglosassone” e Amnesty International parla apertamente di “Giustizia farsa”.
Mentre l'Italia si è rifiutata di considerare Assange un rifugiato politico, votando a maggioranza una risoluzione in questo senso, il governo socialista del Messico, presieduto da Andrés Manuel López Obrador, da tempo ha chiesto la sua liberazione e così il governo socialista cubano, che, attraverso il Ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez, parla di “Vendetta degli USA contro Assange”, facendo presente che “Gli Stati Uniti si pongono come esempio contro chiunque ne denunci la condotta criminale” e ciò finisce per avere “gravi conseguenze per il giornalismo e la libertà di espressione”.
Luca Bagatin
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