Il 14 dicembre 2004, quaranta attivisti del Partito NazionalBolscevico - fondato dallo scrittore Eduard Limonov - provenienti da sedici regioni della Russia, tennero la più grande azione dimostrativa che la Russia ricordi, negli ultimi decenni.
Tennero infatti un comizio in difesa della Costiituzione, poco lontano dagli uffici del Presidente Vladimir Putin.
Il loro obiettivo era chiedere un incontro con il Presidente, cosa che fu loro negata.
Fu così che, gli attivisti, occuparono gli uffici governativi, inneggiando slogan del tipo: “Non abbiamo bisogno di un Presidente del genere”; “Ti insegneremo ad amare la Costituzione!”; “Lo zarismo non passerà”; “Putin si dimetta!”; “Abbasso l'autocrazia”; “Libertà per i prigionieri politici” ed altri ancora.
Nel corso dell'azione, gli attivisti nazionalbolscevichi, distribuirono volantini nei quali erano elencate un insieme di accuse mosse al governo russo, presieduto da Putin.
Fra queste: denuncia di falsificazione delle elezioni (sia parlamentari che presidenziali); denuncia di privazione del diritto di voto dei cittadini, attraverso la nomina dei governatori, senza passare dalle elezioni; denuncia delle privatizzazioni dell'apparato pubblico; denuncia dell'emergere di basi militari statunitensi in Asia centrale; denuncia della cessione di territori russi alla Cina; denuncia dell'amicizia fra il governo russo e il dittatore Saparmyrat Nyýazow, il quale aveva fatto espellere i russi dal Turkmenistan; denuncia della chiusura di canali televisivi indipendenti; ingerenze nelle elezioni di Abkhazia e Ucraina; denuncia della situazione in Cecenia; denuncia della repressione contro gli attivisti nazionalbolscevichi, in tutta la Russia.
Per tutto ciò, gli attivisti nazionalbolscevichi, chiesero, dunque, le immediate dimissioni di Putin e del suo governo, considerato oligarchico e autocratico e, dunque, incostituzionale.
Per tutta risposta, gli attivisti, furono arrestati in massa e condannati a vent'anni di carcere, con l'accusa di “rivolta di massa”.
Nel dicembre 2005, 8 attivisti nazbol, saranno condannati chi a 2, chi a 3 e chi a 5 anni di carcere. Altri sono furono messi in prova e alcuni furono rilasciati.
Il tutto fu documentato dalla giornalista Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006, la quale fu una sostenitrice delle azioni degli attivisti del partito di Eduard Limonov.
Eduard Limonov definì quel processo: “Il più terribile processo contro i giovani della Russia dalla fine del XIX secolo”.
Su Anna Politkovskaja scrisse: “Lei ci ha fatti conoscere nella società. Ci ha spiegati alla gente, perché ci ha riconosciuti prigionieri politici. Ha ricreato nei suoi articoli l'atmosfera di un terribile processo contro i giovani della Russia. Questo processo di massa non avveniva sulla nostra terra dalla fine del XIX secolo. E così rinasceva nel XXI secolo".
Anna Politkovskaja, degli attivisti nazionalbolscevichi scrisse, fra le altre cose: “Mi sono ritrovata a pensare di essere completamente d'accordo con ciò che dicono i Nazbol. L'unica differenza è che a causa della mia età, della mia istruzione e della mia salute, non posso invadere i ministeri e lanciare sedie.
(...) I Nazbol sono soprattutto giovani idealisti che vedono che gli oppositori storici non stanno facendo nulla di serio contro l'attuale regime. Questo è il motivo per cui si stanno radicalizzando.
(...) I Nazbol sono probabilmente il gruppo di sinistra più attivo, ma il loro nucleo si è ridotto da quando molti sono stati arrestati e imprigionati.
(...) I Nazbol sono giovani coraggiosi, puliti, gli unici o quasi che permettono di guardare con fiducia all'avvenire morale del Paese”.
Il Partito NazionalBolscevico fu messo fuorilegge nel 2007. Rinacque sotto la denominazione “Altra Russia”, nel 2010, e, oggi, dopo la morte di Limonov, ha assunto la denominazione “L'Altra Russia di Eduard Limonov”.
Partito di sinistra patriottica, continua ad essere il partito più perseguitato nella Russia di Putin e gli è impedito di presentare liste elettorali.
Nel suo programma: la riunificazione del mondo russo, attraverso il socialismo popolare; la nazionalizzazione dei settori chiave dell'economia; la restituzione del potere al popolo, attreverso dei nuovi Soviet; l'abbassamento della maggiore età a 14 anni; la libertà di parola e elezioni libere.
Luca Bagatin
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