Lo è stata, clamorosa,
in Francia, con un astensionismo di oltre il 50% e lo è stata anche
in questa tornata di amministrative in Italia.
Macron, dunque, vince e
si prenderà la maggioranza assoluta dei seggi nell'Assemblea
Nazionale francese con il 16% netto, ovvero è stato votato da solo
il 16% degli aventi diritto al voto. E' questa democrazia ?
Un anno esatto fa scrissi
un articolo
(http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/06/hanno-vinto-i-non-votanti-quando-una_6.html)
nel quale analizzavo i risultati delle amministrative da Roma a
Napoli passando per Torino, ed evidenziavo ancora una volta come, a
prevalere, fosse il partito del non voto. E come questo necessiti, se
di democrazia vogliamo parlare, di una rappresentanza, ovvero di una
auto-rappresentanza.
In massa, i cittadini,
sempre meno interessati alle alchimie dei partiti alla ricerca di
leggi elettorali a loro più convenienti, sembrano infatti disgustati
dall'attuale offerta politica e ciò, evidentemente, non solo in
Italia, ma anche in una Europa ove a muovere i fili sono sempre più
organismi sovranazionali - dall'Unione Europea al Fondo Monetario
Internazionale - sia distanti dalle necessità dei popoli, ma anche
sempre più richiedenti misure di austerità dannose per i cittadini
medesimi, i quali invece necessitano di politiche sociali, di
rinnovata sovranità nazionale e di democrazia partecipativa.
In questo senso siamo
infatti di fronte ad un deficit di democrazia in quanto siamo di
fronte ad un deficit di rappresentanza che, come indicavo in quel mio
articolo ed in altri precedenti, potrebbe essere colmato non già più
attraverso deleghe elettoralistiche a politici ed ai loro partiti,
bensì attraverso assemblee popolari aperte a tutti e decentrate al
massimo, in modo tale che la periferia abbia voce e rappresentanza in
capitolo e prevalga su un centro sempre più elitario.
In questo senso
proponevo, dunque, la necessità di fornire
un'adeguata rappresentanza civica, civile e politica anche ai non
votanti, in quanto largamente maggioritari rispetto a tutti gli altri
partiti e movimenti.
Come
già scrissi, riporto testualmente: Un
sistema potrebbe essere ad esempio l'attribuzione dei seggi che
potrebbero spettare ai non votanti a tutti i cittadini aventi diritto
al voto, estraendoli a sorte. Oppure l'attribuzione dei seggi
spettanti nei Consigli ai non votanti, attribuendoli ai non votanti
medesimi, estratti sempre a sorte, come nell'Agorà dell'Antica
Grecia, culla della democrazia.
E così a Roma, ad esempio, quel 43% di non voti potrebbe essere occupato nel Consiglio comunale da altrettanti cittadini comuni estratti a sorte. E così il 46% di non voti nel Consiglio comunale di Milano e così via. Diversamente si toglierebbe la possibilità alla stragrande maggioranza dei cittadini che hanno liberamente scelto di non dare deleghe in bianco ai politici, di essere rappresentata democraticamente.
E così a Roma, ad esempio, quel 43% di non voti potrebbe essere occupato nel Consiglio comunale da altrettanti cittadini comuni estratti a sorte. E così il 46% di non voti nel Consiglio comunale di Milano e così via. Diversamente si toglierebbe la possibilità alla stragrande maggioranza dei cittadini che hanno liberamente scelto di non dare deleghe in bianco ai politici, di essere rappresentata democraticamente.
Bisognerebbe,
in sostanza, far sì che le singole intelligenze delle persone, dei
cittadini, possano parlarsi, confrontarsi, approfondire,
autogestirsi, attraverso il buonsenso tipico delle Agorà greca.
Sarebbe
peraltro interessante che, progressivamente, si arrivasse ad abolire
le elezioni stesse (come peraltro suggerito anche dall'intellettuale
belga David Van Reybrouck, che ha scritto un saggio in merito edito
in Italia da Feltrinelli, “Contro le elezioni”) e si favorisse la
nascita di assemblee popolari estratte a sorte, fra tutti i cittadini
compresi fra i 18 ed i 65 anni e di comitati popolari composti da
chiunque voglia dire la sua ed incidere nella gestione del Paese sul
modello, peraltro, del “Bilancio Partecipativo”, già attuato in
numerosi Comuni italiani ed a Porto Alegre in Brasile.
Per la prima volta si permetterebbe così, dunque, alle singole intelligenze, di avere un posto all'interno del Parlamento, dei Consigli Regionali e Comunali. E dunque di costituire, via via, una base per una prima assunzione di responsabilità politica e civile da parte della cittadinanza attiva.
Per la prima volta si permetterebbe così, dunque, alle singole intelligenze, di avere un posto all'interno del Parlamento, dei Consigli Regionali e Comunali. E dunque di costituire, via via, una base per una prima assunzione di responsabilità politica e civile da parte della cittadinanza attiva.
Questa,
in sostanza, l'attuazione della vera democrazia.
E'
chiaro che, per elevare le coscienze, ovvero per formare i cittadini
alla vita civica e politica, sarebbe prioritaria ed utile la
costituzione di scuole di formazione politica, culturale, spirituale
ecc... totalmente gratuite ed accessibili a tutti. I partiti
elettoralistici stessi – che perderebbero ogni loro funzione - e le
loro Fondazioni potrebbero in questo senso essere riconvertiti in
scuole di formazione politica sin da ora, peraltro.
Far
cadere i vecchi steccati ideologici e formare le coscienze ad una
auto-rappresentanza autogestita, appare dunque come la cosa più
utile al fine di ripensare in senso sempre più democratico ed aperto
il confronto pubblico che, in assenza di una rappresentanza diretta,
civica e civile, rischia di deteriorarsi e nello sfociare in
pericolose derive autoritarie o di piazza.
Ciò
sembra ad ogni modo al momento non preoccupare mimimamente i politici
tanto italiani quanto francesi che, con nemmeno il 50% di votanti,
ritengono ad esempio che Marcon sia legittimato ad avere la
maggioranza assoluta del Parlamento (sic !).
Ciò
ci appare quantomeno azzardato e degno di profonda riflessione.
Luca
Bagatin
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