Jeremy Corbyn, ovvero un
socialista tutto d'un pezzo che sta facendo dimenticare il
guerrafondaio Tony Blair, vergogna assoluta della politica e del
laburismo britannico. Con il suo 40%, Corbyn, dimostra come l'amore
(per l'ambiente, per i diritti dei lavoratori, per gli emarginati,
per gli animali, per i popoli del mondo oppressi) vince sull'odio. E
come il populismo - nel senso originario e più positivo del termine
- sia quanto chiedono gli oppressi, i diseredati e gli sfruttati
anche nel Regno Unito.
Populismo che è poi
socialismo autentico ed originario, in opposizione alle politiche
oligarchiche e d'austerità imposte dall'economia totalitaria della
crescita e dal Fondo Monetario Internazionale, che hanno e stanno
affamando i popoli del Pianeta.
Corbyn, peraltro, come il
francese Jean-Luc Mélenchon, leader socialista de "La France
Insoumise", è un amico dell'America Latina del Socialismo del
XXI Secolo, ovvero sovrana, bolivariana, libertaria e democratica,
degno esempio di sviluppo oltre l'egoismo capitalista ed il
liberalismo totalitario rappresentato tanto dalla destra
conservatrice che dalla sinistra progressista anti-sociale in salsa
Macron, Renzi, Julio Borges, Henrique Capriles e compagnia.
In Francia, qualunque sia
o sarà il risultato delle elezioni legislative, le forze di popolo -
ovvero la già citata France Insoumise ed il Front National di Marine
Le Pen - rappresentano, assieme, almeno il 30% dell'elettorato, senza
contare i partiti minori euroscettici e anti-globalizzazione e la
gran parte degli astenuti che non si riconoscono nella politica
attuale e tradizionale.
Ecco dunque, forse, la
necessità di rompere i vecchi steccati ideologici destra/sinistra
per iniziare un dialogo fra forze solo apparentemente contrapposte.
Marine Le Pen, come
segnalato anche dal sito francese Contrepoints.org e da Formiche.net
(http://formiche.net/2017/04/25/idee-socialista-marine-le-pen/),
ha già da tempo abbandonato - non senza critiche e strappi interni -
il vecchio liberismo del padre Jean-Marie ed anche certo
conservatorismo, promuovendo diritti degli omosessuali e laicità e
proponendo un programma autenticamente socialista. Programma
socialista abbandonato da tempo dal Parti Socialiste, il quale, ormai
in caduta libera, è diventato - con Hollande e Valls - un partito
liberal-capitalista molto simile alla visione blairiana, macroniana e
renziana, ovvero un partito in sintonia con le classi sociali
progressiste medio-alte.
Jean-Luc Mélenchon,
socialista mai pentito il cui merito fu proprio quello di aver
abbandonato un PS liberal-capitalista, non ha poi un programma ed una
visione così diversa dal Front National in ambito sociale, se non su
alcuni punti.
Ecco che, forse, in nome
del popolo sovrano, questi due partiti potrebbero tentare di trovare
una sinergia, in quanto l'attuale Presidente Macron e l'attuale
Unione Europea rappresentano, con le loro politiche globaliste, un
serio pericolo per i popoli e per i poveri.
Come già segnalato in un
altro articolo
(http://amoreeliberta.blogspot.it/2017/05/il-popolo-contro-le-elite-di-destra-e.html),
la destra economica e la sinistra progressista, sono unite da tempo,
in Europa e non solo, nella conservazione dello status quo
oligarchico di austerità ed ecco come sia necessario cambiare
completamente il paradigma, rompere gli steccati ideologici e
comprendere che ciò che chiedono i cittadini è sovranità,
rappresentanza diretta e politiche sociali. Tutti aspetti che il
liberalismo economico ha via via, attraverso la negazione della
politica e della democrazia diretta in favore dell'economia di
mercato senza regole e della delega elettoralistica, sempre più
impedito.
Nonostante il sistema
mediatico mainstream non favorisca la possibilità di ragionare in
questi termini e la possibilità di diffondere gli ideali popolari,
democratici, socialisti, autogestionari, populisti e sovranisti,
oltre la destra e la sinistra, sembra che le generazioni più giovani
e quelle più anziane - abbandonate ad un presente e ad un futuro
economicamente e socialmente precario - abbiano iniziato da tempo a
far sentire la propria voce.
Luca Bagatin
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