martedì 21 maggio 2019

L'Ambasciatore venezuelano in Italia Rodriguez si dimette: "Esco senza rancore e senza soldi". Articolo di Luca Bagatin

Un anno fa il socialista Nicolas Maduro veniva rieletto Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, con un'ampia maggioranza di oltre il 60% dei voti e, proprio in occasione di tale anniversario, alcuni giorni fa, il Presidente ha proposto di indire elezioni anticipate per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale, il cui mandato scadrà nel 2020. Egli ha inoltre dichiarato: “da una parte affrontiamo aggressioni, bugie, persecuzioni ed embargo da parte dell’imperialismo, e dall’altra lavoriamo instancabilmente per fornire al nostro popolo case, salute, istruzione, occupazione, pensioni, sicurezza sociale e stabilità politica”.
Nonostante i recenti tentativi di golpe, da parte di soggetti che hanno deliberatamente scelto di non presentarsi alle scorse elezioni presidenziali, il governo in carica è infatti riuscito a mantenersi in sella e a garantire continuità e stabilità.
Purtuttavia, le ingiuste e assurde sanzioni a livello internazionale, da parte di chi si rifiuta di riconoscere un governo legittimamente eletto, in quanto autenticamente socialista, pesano e continuano a pesare.
E, proprio per questo, oltre che per problemi di salute, l'Ambasciatore venezuelano in Italia, Isaias Rodriguez, 77 anni, già Vicepresidente della Repubblica ai tempi di Hugo Chavez, si è visto costretto a rassegnare le sue dimissioni, in quanto, a causa di dette sanzioni, non è più in grado di pagare i dipendenti dell'Ambasciata e di sostenere i costi dell'affitto della sede.
Nella sua lettera di dimissioni, indirizzata al Presidente Maduro, Rodriguez ha espresso “immenso rispetto per la battaglia combattuta” dal governo del Venezuela “contro l'Impero declinante”.
Non sono mancate, ad ogni modo, parole critiche, non già nel socialismo bolivariano e chavista, ma nell'eccessivo “marketing” che circonda il governo.
Questi alcuni dei passi della sua lettera, riportata interamente dal sito Aporrea.org (https://www.aporrea.org/venezuelaexterior/n342186.html): “La sua causa, che è mia, mi ha trattenuto come un campo di forza, come una calamita. Con fede assoluta mi sono aggrappato al chavismo, come un tavolo in questo oceano di contraddizioni che circonda il suo governo. Sono venuto, tuttavia, a capire definitivamente che non posso trasformare l'acqua in vino, né resuscitare i morti. Molti dei suoi discepoli hanno pochissimi apostoli, e cioè quando ci chiediamo tutti: è la chiesa o il dio che sta fallendo ?”.
E prosegue, spiegando che, all'età di 77 anni, preferisce ora dedicarsi a fare il nonno dei suoi nipotini: “Voglio che tu sappia, che io sono e sarò al tuo fianco. Ma spiritualmente. È il mio turno di essere un nonno. L'ho rinviato a lungo e non voglio morire senza esercitare questo ufficio che è stato ritardato dalla politica. Mi iscrivo alla Forza Spirituale delle Operazioni Speciali per i Nipoti. Ho bisogno che molti di loro siano in grado di raccontare e scrivere storie di questo tempo, vissute dal 1998 fino alla data in cui sottoscrivo questa lettera”.
Ed ancora: “La fede, presidente, è una lezione, ma anche una scelta. Non ho nulla da rimpiangere; Sono stato felice di regalarmi una delle più belle cause della vita: la libertà del mio paese. Volevo essere un compagno fedele e non un adulatore dilettante e timoroso”.
Isaias Rodriguez e Luca Bagatin
Isaias Rodriguez lascia dunque il suo incarico “senza rancore e senza soldi”, come scrive. Facendo peraltro presente che persino sua moglie ha dovuto vendere i vestiti che il suo ex marito le aveva donato, al fine di potere resistere alle senzioni statunitensi e al fatto che, il loro conto bancario italiano, causa dette sanzioni, è stato chiuso.
Conclude con queste parole, l'ex Ambasciatore Rodriguez, la sua lettera al Presidente Maduro: “Vado "nudo", come l'ala di un pipistrello, come se un'onda turbolenta mi spingesse; senza alcun tormento, con la verità dell'intimo, delle giuste e delle convinzioni intatte. Giuro che continuerò a perfezionare la mia dignità per riconoscerla nei miei silenzi e possederla fino ai miei ultimi giorni, e usarla come scudo e ascia contro gli avversari (non ho nemici Presidente)”.
Ho avuto modo di intervistare Isaias Rodriguez due volte, alcuni anni fa, e sono stato ospite a pranzo nella sua casa romana, donandogli – nell'occasione - uno dei miei saggi, “Ritratti di Donna”.
L'ho trovato persona squisita, gentile, dalla grande onestà intellettuale e soprattutto persona di grande cultura letteraria. Egli, oltre ad essere stato un politico e un giurista, è anche un poeta.
E, come i poeti, esce dalla scena pubblica per ritirarsi nell'intimità del focolare domestico. Senza onori, senza danari, fra l'affetto dei suoi cari e delle persone che lo stimano e continuano a stimarlo.

Luca Bagatin

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