In questi anni ho scritto
molto a proposito di Eduard Limonov, al secolo Eduard Veniaminovič
Savenko, della sua vita e delle sue battaglie e di quelle dei suoi
militanti (a questo link un mio articolo biografico su di lui
http://amoreeliberta.blogspot.com/2018/05/eduard-limonov-un-dissidente-dalla.html).
A tale proposito mi è stato molto utile anche il sito web – in
cinque lingue – curato da anni dall'amico José Setien, il quale
raccoglie un vero e proprio archivio delle opere e delle imprese
letterarie e politiche del Nostro (http://www.tout-sur-limonov.fr/).
In proposito, peraltro, ho avuto modo di intervistare José alcuni
anni fa
(http://amoreeliberta.blogspot.com/2018/06/eduard-limonov-un-dissidente-dalla.html).
Penso che Eduard Limonov
sia un personaggio interessante, trasgressivo, senza peli sulla
lingua.
In questo periodo il
partito nazionalbolscevico “Altra Russia”, da lui fondato e
guidato, ha organizzato diverse manifestazioni per il rispetto dei
diritti costituzionali e sociali, contro l'oligarchia liberale in
Russia e per il rispetto dell'ambiente. Un po' come stanno facendo da
mesi, di sabato in sabato, i Gilet Gialli in Francia.
Sino ad oggi non avevo
mai pensato di proporgli una intervista. Pensavo mi avrebbe mandato a
quel paese. Limonov, come ha avuto modo di dirmi apertamente,
infatti, non ama per nulla rispondere alle interviste ed è stato
anche grazie alla comune amica Olga Shalina, responsabile del partito
di Mosca, che ringrazio e delle cui imprese politiche e sociali ho
avuto modo di parlare in un altro articolo
(http://amoreeliberta.blogspot.com/2018/10/olga-shalina-paladina-contro-le-torture.html),
se sono riuscito a realizzare questa breve intervista.
“Che progetti state
portando avanti ?”, chiedo a Limonov. “Che progetti ?
Stiamo cercando di fare e costruire un avvenimento eroico”, mi
risponde. “Avete contatti con gli altri partiti di opposizione
al governo Putin ?” “Non ho nessuna relazione con
Kasparov, Kasianov, il KPFR e i vari liberali”.
Lo incalzo, dunque,
chiedendogli del suo relativamente recente passato politico.
“Assieme al
musicista Egor Letov ed al filosofo Aleksandr Dugin, lei è stato il
fondatore del Partito NazionalBolscevico, messo fuorilegge dalla
Corte Siprema nel 2007. Come lei ebbe modo di dire, è stato un
partito senza politici di professione, basato sulla generazione punk.
Un'idea rivoluzionaria e trasgressiva direi !” “Sì,
è stato il partito dei ragazzi proletari, appartenenti in
particolare al movimento punk. Io sono sempre stato un estremista”,
mi risponde lui.
Gli
chiedo, quindi, cosa ne pensi dell'attuale relazione fra Europa e
Russia, in generale. Lui è molto pessimista e, senza giri di parole,
mi risponde: “E' una relazione di
merda. L'Europa non è indipendente. E' un vassallo degli USA. Non
bisogna intrattenere relazioni con l'Europa”.
Passo
quindi a porgli domande sulla sua attività di intellettuale. In
Italia, peraltro, di recente, il regista Mimmo Calopresti, ha
realizzato un documentario dal titolo “Limonov e Pasolini”, ove
lo scrittore russo è stato messo a confronto con il poeta e
scrittore friulano. C'è chi, peraltro, l'ha paragonato a Gabriele
d'Annunzio. Gli chiedo che cosa ne pensi in merito. Limonov, in
realtà, non sembra molto interessato alla cosa. Risponde infatti che
accetta tutte le “sciocchezze”
che dicono su di lui.
Anche
sotto il profilo sentimentale non si sbottona più di tanto. Limonov
ha sempre suscitato un certo fascino sul genere femminile. Ha avuto
diversi matrimoni alle spalle e relazioni amorose. Purtuttavia, in
merito, si limita a rispondere: “Le
donne ? Ho una relazione con la stessa donna da dieci anni”.
Una
delle cose che spesso mi ha colpito dei suoi romanzi, pressoché
tutti biografici, è l'aspetto trasgressivo e a tratti erotico. Gli
chiedo che cosa ne pensi dell'erotismo. Mi risponde che lui è
semplicemente stato un uomo per tutta la vita. “L'erotismo
è letteratura”, afferma.
Azzardo
nel chiedergli se attualmente stia lavorando a un nuovo romanzo, se
può darmi qualche anticipazione, ma Limonov frena: “Conservo
i miei segreti. Non scrivo mai un singolo romanzo. Tutti i miei libri
sono saggi o memorie”, mi risponde.
Per
concludere, gli chiedo come si definirebbe, lui che è – si
potrebbe dire – un personaggio storico, al quale è stato dedicato
un romanzo biografico (nel quale ad ogni modo ha sempre affermato con
forza che non si riconosce per nulla) - “Limonov” di Emmanuel
Carrère – e che, sin dagli Anni '60, ha rappresentato e continua a
rappresentare un'epoca di passaggio dal XX al XXI secolo.
La
risposta d'effetto del Nostro non si fa attendere: “Mi
definisco un piantagrane”.
Ecco che,
dunque, Eduard Limonov non mi ha mandato a quel paese. Purtuttavia
non ha rinunciato al suo stile caustico, che in effetti non mi ha
stupito più di tanto.
Luca Bagatin
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