L'8 settembre, a Mosca,
si terranno le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Molte
sono state, nei giorni scorsi, le manifestazioni di piazza
dell'opposizione (dai comunisti ai liberali, sino ai
nazionalbolscevichi) contro il governo, il quale ha rifiutato
numerose candidature presentate, a causa di presunte irregolarità
nelle raccolte di firme o di presentazione dei documenti. Un vero e
proprio tentativo di mettere il bavaglio a chi si oppone allo status
quo.
Il Presidente del
Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa
(KPRF), Gennady Zjuganov, si è pronunciato, nei giorni scorsi, con
un lungo articolo sulla “Pravda”, delineando i problemi del
Paese, a nemmeno un mese dalla tornata elettorale, che vedrà
coinvolte anche altre realtà amministrative.
I comunisti, già alle
amministrative dell'autunno scorso, in importanti realtà regionali,
hanno visto aumentare i propri consensi, strappando diverse
amministrazioni al partito liberal putiniano “Russia Unita”.
Zjuganov, nel suo
articolo, ravvisa come la Russia sia in profonda crisi, subordinata
agli interessi dell'oligarchia; piegata dalle assurde sanzioni volute
dagli USA e dall'Unione Europea; con un rublo indebolito e con
persone in condizioni di povertà estrema. Situazione peraltro
aggravata dalla riforma del sistema pensionistico e dell'aumento
dell'IVA, volute dal governo circa un anno fa.
Zjuganov afferma che il
governo Putin aveva promesso un aumento del PIL, mentre questo è
risultato in calo. Che il governo aveva promesso un progresso in
ambito tecnologico, mentre molte industrie russe dipendono ancora
dalle importazioni estere. Che il governo aveva promesso maggiore
sicurezza sociale, mentre è avvenuto esattamente l'opposto.
Zjuganov punta poi il
dito contro gli oligarchi, che guadagnano enormi profitti e
preferiscono investirli all'estero, privando così il Paese di
risorse finanziarie.
Il leader comunista fa
presente che, se all'inizio del 2019, vi erano 20,4 milioni di
persone che vivevano sotto la soglia di povertà, negli ultimi mesi
questa cifra ha raggiunto il mezzo milione in più e, oltre a ciò,
tre famiglie su quattro non ricevono uno stipendio che permetta loro
di giungere alla fine del mese.
In alternativa a tutto
ciò, Gennady Zjuganov propone un programma che preveda: la rimozione
dell'oligarchia dai settori strategici dell'economia e la
nazionalizzazione di detti settori; un aumento degli oneri fiscali
per i più ricchi, una riduzione delle imposte per i ceti medi e una
completa esenzione per i più poveri; il ritorno in Russia della
sovranità finanziaria, ovvero prestiti destinati all'economia
interna a condizioni agevolate; il divieto del ritiro di capitali
verso banche estere e offshore e un ritorno al sistema delle riserve
auree, in modo che il valore monetario sia agganciato all'economia
reale; sostegno alle piccole e medie imprese che oggi rischiano la
bancarotta; un sostanziale aumento del budget nei settori
dell'istruzione e della sanità; lo sviluppo dei settori legati alla
scienza e all'alta tecnologia.
Nel suo articolo,
Zjuganov, cita a sostegno di tali prospettive anche il premio Nobel
per l'economia Joseph Stiglitz, ormai da tempo critico del sistema
neoliberale e delle politiche di austerità promosse dal Fondo
Monetario Internazionale, abbracciate anche dalla Russia sin dagli
Anni '90.
Il Presidente Zjuganov
conclude il suo articolo invitando la popolazione russa – oltre che
a votare contro il governo liberale di Putin – anche a partecipare
alle manifestazioni comuniste del 17 agosto prossimo, che si terranno
in tutto in Paese e che avranno per slogan: “Per elezioni eque e
pulite ! Per lo stato di diritto e i diritti sociali dei cittadini
!”.
Una manifestazione con lo
stesso scopo e spirito è già stata tenuta lo scorso 31 luglio a
Mosca, organizzata dal partito nazionalbolscevico “Altra Russia”,
guidato dallo scrittore Eduard Limonov.
Nel frattempo la
popolarità del premier Putin è in caduta libera, un po' come quella
di Macron in Francia. E' oltremodo evidente che le politiche liberali
e di austerità si sono dimostrate, da tempo e un po' in tutto il
mondo (dalla Francia alla Russia sino all'Argentina e in tutta
Europa), un autentico fallimento.
Luca Bagatin
La manipolazione delle menti e dei sentimenti delle persone, i loro interessi e bisogni, l'unificazione forzata del mondo spirituale al livello più basso e primitivo trasformano l'umanità come comunità di individui in una massa sconsiderata e sottomessa."
Gennady Zjuganov
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