La liquidazione per via
giudiziaria del socialismo democratico e autentico non ha colpito
solo l'Italia negli Anni '90, con quella che Bettino Craxi definì
“falsa rivoluzione di Tangentopoli”, il Brasile di Lula,
l'Argentina di Cristina Kirchner, la Bolivia di Morales, ma da tempo
anche l'Ecuador guidato – sino al 2017 - dall'economista socialista
Rafael Correa.
Rafael Correa, già
Presidente dell'Ecuador dal 2007 al 2017, è stato infatti condannato
a 8 anni di reclusione per presunta “corruzione aggravata”, in
concorso con il suo già Vicepresidente Jorge Glas, che dal 4 ottobre
2017 sconta una condanna in carcere, nonostante le sue precarie
condizioni di salute e le numerose irregolarità nel processo.
Secondo i giudici che
hanno emesso la condanna, Iván León, Marco Rodríguez e Iván
Saquicela, l'ex Premier ecuadoriano sarebbe colpevole di “corruzione
aggravata” - dal 2012 al 2016 - per finanziamento al suo partito,
Alianza Pais, in cambio di tangenti per agevolare impreditori
ecuadoriani.
Oltre alla condanna a 8
anni, a Correa sarebbe impedito di partecipare ad elezioni politiche
in Ecuador per 25 anni.
Correa, che da alcuni
anni è rifugiato in Belgio quale esule politico, ha dichiarato: “Non
imparano dalla storia. Non hanno capito nulla di Lula, Cristina, Evo.
Certo, con questa persecuzione hanno fatto un danno a breve termine !
Ma a lungo termine ci rendono solo invincibili. Non saranno in grado
di cambiare il corso della storia. Resisteremo e vinceremo !”,
annunciando che intenderà portare il suo caso davanti ai tribunali
internazionali, sicuro di vincere.
Correa punta il dito
ancora una volta contro l'attuale Presidente dell'Ecuador, Lenin
Moreno che – eletto nelle liste di Alianza Pais – ha tradito il
suo mandato elettorale portando il partito su posizioni liberal
capitaliste, distuggendo ogni conquista sociale precedente e avviando
una persecuzione politica e giudiziaria contro i suoi ex compagni di
partito: da Correa a Jorge Glas, sino a Ricardo Patiño, ex Ministro
degli Esteri di Correa. Quest'ultimo è infatti esule in Perù, nel
momento in cui fu emessa contro di lui una sentenza per “istigazione
alla protesta”, dopo che invitò “Revolucion Ciudadana”, ovvero
il nuovo partito socialista costituito da ex sostenitori di Correa, a
schierarsi contro il governo di Lenin Moreno.
E proprio Patiño, dal
suo account Twitter, a seguito della condanna di Correa e della crisi
che l'Ecuador sta vivendo, aggravata dall'emergenza Covid 19, ha
scritto: “L'Ecuador sta attraversando una crisi umanitaria senza
precedenti. Tuttavia, la persecuzione non si ferma poiché temono che
Rafael Correa e la ‘revolución ciudadana’ vincano nuovamente
nelle urne. Basta con gli abusi”.
L'Ecuador, oltre ad
essere in piena crisi sanitaria (con morti lasciati addirittura in
strada), avendo distrutto ogni conquista sanitaria, sociale e civile
raggiunta negli anni precedenti, fu preda di violente proteste
antigovernative nei mesi scorsi, dopo che il governo di Moreno varò
un piano di austerità imposto dal Fondo Monetario Internazionale in
cambio di un credito di 4,2 miliardi di dollari.
I governi di Rafael
Correa, in dieci anni, non solo erano riusciti a liberarsi dalla
nefasta influenza del Fondo Monetario Internazionale, ma avevano
drasticamente ridotto povertà, sottosviluppo e analfabetismo,
avviando un sistema economico-sociale definito “Buen Vivir”,
comunitario e ispirato alla vita semplice tipica dei popoli andini
indigeni. Correa era inoltre riuscito ad approvare una riforma
costituzionale inclusiva, che prevedeva – fra le altre cose - il
diritto all'istruzione ed alla sanità pubblica e gratuita per tutti,
i diritti di cittadinanza, il riconoscimento delle unioni di fatto.
Oltre a ciò – aspetto
tutt'altro che da sottovalutare - fu grazie a Correa se a Julian
Assange, fondatore di WikiLeaks, fu concessa l'immunità diplomatica,
garantendogli ospitalità presso l'Ambasciata ecuadoriana di Londra,
per sette anni, sino a che il Presidente Lenin Moreno non decise di
consegnarlo alle autorità britanniche.
L'Ecuador fa quindi
ulteriori passi indietro. La persecuzione giudiziaria e dei poteri
liberal capitalisti internazionali, contro il socialismo e le sue
conquiste, avanzano drammaticamente.
Luca Bagatin
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