Il nostro blog/pensatoio, "Amore e Libertà", nato nel 2013 e da qualche mese divenuto anche un libro (https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/), in prima linea - sin dalla sua fondazione- contro ogni tipo di censura, divieto, discriminazione e per la libertà assoluta di espressione e di pensiero - nel rispetto dei credi e delle persone - ha aderito di buon grado all'APPELLO CONTRO LA CENSURA E PER LA LIBERTA' ESPRESSIONE, promosso dal sito Intellettuale Collettivo.
L'appello nasce a seguito di censure operate dal "social" network Facebook relativamente ad alcune pagine dal taglio politico, storico, giornalistico, culturale e satirico che sono state inspiegabilmente censurate e chiuse.
Il nostro blog/pensatoio, forte della sua impronta ideale democratico diretta e autogestionaria, ribadiamo, è per l'assoluta libertà di espressione e di pensiero. Anche relativamente a ciò che possiamo non condividere o a ciò che può essere lontano o lontanissimo da noi. Perché tutti, nel rispetto del prossimo, devono avere la possibilità di dire la propria. E, pertanto, siamo anche contrari al fatto che Facebook abbia chiuso pagine dai più vari orientamenti politici, solo perché magari non allineate al verbo "politicamente corretto".
Riteniamo altresì che le piattaforme web e i "social" network, dovrebbero diventare di proprietà dei fruitori stessi, ovvero di tutti i cittadini del mondo. In tal modo potrebbero assolvere a una funzione veramente sociale e di dibattito aperto al confronto, senza censure. Senza pubblicità commerciale, senza controllo del web e delle vite delle persone da parte di aziende private.
E' unicamente con questo spirito che abbiamo aderito e aderiremo sempre allo slogan: "VIETATO VIETARE ! NO ALLA CENSURA !"
Luca Bagatin
APPELLO CONTRO LA CENSURA E PER LA TUTELA DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
[L’Appello che segue è stato pubblicato su L’Antidiplomatico in data 25 settembre 2019.È disponibile in formato pdf su Academia o liberamente scaricabile dal seguente link]
“Poi vennero a prendere i comunisti,e io non dissi niente,perché non ero comunista.Un giorno vennero a prendere me,e non c’era rimasto nessuno a protestare”(Martin Niemöller, pastore protestante tedesco, oppositore del nazismo)
La mannaia della censura ha colpito,
in sole quarantotto ore, decine di blog di taglio politico,
storico-culturale, giornalistico, satirico presenti sul social network
Facebook.
Blocchi ingiustificati e rimozione di pagine senza possibilità di
replica alcuna si sono scagliati contro chiunque, in questi anni, abbia
provato a raccontare, seppur in chiave ironica e satirica, in modo più o
meno velato e tranchant, l’odierna realtà politica e sociale. Tra le
vittime si segnalano in particolare diverse pagine di area comunista,
progressista e antimperialista.
Sono state bloccate:
-Lo Zio di Christian De Sica
-Pastorizia e Perestrojka
-Comitato Centrale per la difesa dell’Ortodossia
-Premio Goebbels per la Disinformazione
-Fronte dei Popoli
-Socialisti Gaudenti (poi “sbloccata”)
-Lo Zio di Christian De Sica
-Pastorizia e Perestrojka
-Comitato Centrale per la difesa dell’Ortodossia
-Premio Goebbels per la Disinformazione
-Fronte dei Popoli
-Socialisti Gaudenti (poi “sbloccata”)
Hanno ricevuto avvisi di possibile chiusura:
-I Maestri del Socialismo
-La Destra del Partito
-Minniti Skinhead
-Interisti Stalinisti
-Becero stalinismo di provincia
-Drive ISays – Il Keynes delle Murge
-I Maestri del Socialismo
-La Destra del Partito
-Minniti Skinhead
-Interisti Stalinisti
-Becero stalinismo di provincia
-Drive ISays – Il Keynes delle Murge
Sono ancora esistenti ma al momento impossibilitate a pubblicare nuovi contenuti:
-Ufficio Sinistri
-Scintilla Rossa
-Cuba. Geografia del desiderio
-Ufficio Sinistri
-Scintilla Rossa
-Cuba. Geografia del desiderio
Hanno avuto o hanno tuttora restrizioni di accesso ai propri profili personali:
-Alessandro Pascale, scrittore
-Roberto Vallepiano, scrittore
-Omar Minniti, giornalista
-Alessandro Pascale, scrittore
-Roberto Vallepiano, scrittore
-Omar Minniti, giornalista
Questo è per ora solo un censimento
parziale e in costante aggiornamento e riguarda pagine che sono seguite
complessivamente da centinaia di migliaia di utenti.
La tecnica utilizzata è stata quella
di bloccare immagini e post di vario tipo che inneggerebbero, secondo i
parametri aziendali, alla violenza, al suicidio, all’odio, ecc..
Censurati, perché accompagnati da
immagini utilizzate come fonti storiche, anche post come quello del
Professor Santomassimo dell’università di Siena, sul ruolo di Luigi
Einaudi durante il fascismo ed il carattere politico della sua
presidenza della Repubblica; censurato anche un estratto del libro Il Totalitarismo liberale che descrive le tecniche mediatiche utilizzate da Goebbels nel Terzo Reich nazista.
È
evidente che è stata fatta partire una manovra di ampio raggio e che
verosimilmente ci siano responsabilità interne all’azienda, salvo
l’ipotesi di un attacco organizzato da hacker e singoli.
In una società in cui il principale
canale comunicativo è diventato un social network, ciò significa nella
sostanza un attentato alla libertà di critica, di cultura e del libero
pensiero.
Facebook è un’azienda e come tale
decide le proprie regole da applicare, ma è evidente che tale azienda
svolge ormai un ruolo e un servizio pubblico, diventando uno dei
principali canali di divulgazione e comunicazione politica, come
testimoniano ormai le pagine dei politici italiani (e non solo) più
famosi.
Ostacolando o chiudendo alcuni canali
politici alternativi, che svolgono una concreta e sana attività di
informazione e di critica, Facebook va a ledere i principi liberali
garantiti dalla Costituzione Repubblicana Italiana, la quale vede la
firma di un comunista, Umberto Terracini.
Forse il dato era scontato, ma in tempi di revisionismo storico è utile ricordarlo.
La
Repubblica Italiana può accettare che un’azienda privata possa
decidere quali forze politiche non abbiano diritto di parola? L’Italia è
una Repubblica fondata sull’antifascismo, sulla gloriosa Resistenza
partigiana. Organizzazioni fasciste non dovrebbero neanche esistere e
non esisterebbero, se non fossero stati compiuti molti errori nel
periodo “Costituente” della Repubblica. Il fatto che siano state
cancellate dal web si è rivelato in sé un atto più avanzato rispetto
alla situazione vigente realmente nelle città italiane.
Nella Costituzione è espresso il
divieto di ricostituzione di organizzazioni fasciste, anche se molte di
queste forze dominano la politica italiana dopo essersi opportunamente
travestite e mascherate. La censura alle organizzazioni fasciste non può
però diventare un pretesto per avviare una repressione di ogni forma di
critica che non sia conforme ai codici di un’azienda.
Il popolo italiano, i lavoratori di
questo Paese a cui è stato detto di vivere in democrazia, possono forse
accettare sciaguratamente che un’azienda controlli i dati principali
delle loro vite, ma possono accettare che questa diventi anche la
regolatrice di ciò che possono o non possono leggere e conoscere?
Il Presidente della Repubblica,
il Presidente del Consiglio dei Ministri,
le forze politiche al governo, quelle
di maggioranza e quelle di opposizione, possono accettare una così
smaccata perdita di sovranità del nostro Paese da parte di una
multinazionale straniera?
Intendono accettare questa restrizione di libertà politica, giornalistica e culturale?
Possono convivere con la fine della
finzione di una democrazia liberale che non è mai stata realmente libera
dal controllo dai tratti neo-coloniali imposto dagli Stati Uniti
d’America?
Abbiamo il dubbio che la tempistica
con cui giungono queste “purghe” non sia casuale: esse avvengono
soltanto tre giorni dopo la mozione approvata dal Parlamento europeo
sull’equiparazione tra il comunismo e il nazifascismo, votata anche dai
deputati delle seguenti forze politiche: Lega, Forza Italia, Fratelli
d’Italia, Partito Democratico.
Denunciamo di aver subito una censura
politica da parte di un vero e proprio totalitarismo sempre meno
“liberale”, dove una multinazionale può permettersi di attuare forme di
censura degne dell’epoca nazifascista.
Cosa rivendichiamo? Un intervento
politico teso a tutelare la libertà di espressione e il pluralismo
politico e giornalistico, così come previsto dalla Costituzione, creando
l’impossibilità tecnica per un’azienda di escludere le voci dissidenti
da quello che è ormai diventato un servizio pubblico.
Ricordiamo
in tal senso a Zuckenberg il responso della Corte Suprema statunitense
nella causa “Munn contro lo Stato dell’Illinois” (1877):
«La
proprietà riveste un pubblico interesse quando viene adibita ad usi che
la rendono di pubblico dominio… Quanto, pertanto, un individuo offre la
sua proprietà per un servizio che interessa anche il pubblico, in tal
caso egli in pratica concede al pubblico un interesse in quest’uso, e
deve permettere che sia sottoposto a un controllo da parte del pubblico
per il vantaggio comune, nei limiti del nuovo interesse che egli stesso
ha così creato».
Se non sarà possibile una
regolamentazione più attenta, per la quale occorrerebbe l’intervento
attivo e stabile di un organismo di controllo pubblico, chiediamo la
socializzazione dei servizi resi dall’azienda in Italia e
l’espropriazione della piattaforma di comunicazione, con tutti i dati in
essa presenti, alla cui tutela e garanzia vada una commissione che
comprenda rappresentanti governativi e delegati regolarmente eletti
dagli iscritti alla piattaforma.
Su queste rivendicazioni e parole d’ordine firmiamo questo documento aperto alla sottoscrizione popolare.
SOTTOSCRITTO IN DATA 25-09-2019 DAGLI AMMINISTRATORI DELLE PAGINE:
Pastorizia e Perestrojka
I Maestri del Socialismo
Ufficio Sinistri
Comitato Centrale per la difesa dell’Ortodossia
Premio Goebbels per la Disinformazione
Fronte dei Popoli
La Destra del Partito
Interisti Stalinisti
Lo Zio di Christian De Sica
Scintilla Rossa
Cuba. Geografia del desiderio
Drive ISays – Il Keynes delle Murge
ULTERIORI SOTTOSCRIZIONI (per adesioni, da parte di singoli, pagine
social e organizzazioni di varia tipologia, inviare una mail a info@intellettualecollettivo.it o contattare una delle pagine promotrici. Elenco aggiornato al 3 ottobre 2019)I Maestri del Socialismo
Ufficio Sinistri
Comitato Centrale per la difesa dell’Ortodossia
Premio Goebbels per la Disinformazione
Fronte dei Popoli
La Destra del Partito
Interisti Stalinisti
Lo Zio di Christian De Sica
Scintilla Rossa
Cuba. Geografia del desiderio
Drive ISays – Il Keynes delle Murge
-organizzazioni:
Nuova Direzione
FGCI – Federazione Giovanile Comunista Italiana
Jugocoord (Segreteria)
Associazione Primo Ottobre di amicizia Italia-Cina
Collettivo “Le Gauche”
-pagine e gruppi social:
Spread it
Il Totalitarismo Liberale
Amore e Libertà
D.D.R. DEUTSCHE DEMOKRATISCHE REPUBLIK
Risposte Cristiane
MIG – Mondo Informazione Geopolitica
Stachanovblog.org
La Cina Rossa
-singoli:
Simone Antonioli
Nicholas Bondi
Michele Buzzi
Jessica Calosci, Pistoia
Giovanni Carosotti
Yuri Cavalieri – Civita Castellana (Viterbo) Consigliere comunale PRC
Marco Chessa
Luigi Ciancio
Luigi Ciaraffa
Giuseppe Cracas
Leonardo Cribio
Antonio Curró, segretario Circolo Impastato, PRC Messina
Michele De Luisi
Fabrizio De Paoli
Ivan Di Francesco
Pierluigi Di Rauso
Dabar Drabovic
Antonio Dresdi
Mark Epstein, USA
Francesco Fustaneo
Simone Gimona
Dario Giovetti
Marica Guazzora
Daniele Idili, membro segreteria regionale PCI Liguria e del Comitato Centrale PCI
Alessandro Latella
Alberto Mardegan
Nicolò Martinelli, Responsabile Antifascismo Giovani Comunisti/e
Mario Mele
Omar Minniti
Paolo Morpurgo
Nader Muhieddine
Stefano Paltrinieri
Barbara Parracino
Alessandro Pascale
Virginio Pilò
Marco Pondrelli, direttore di Marx21.it
Mario Postiglione
Roberto Preve
Francesco Radogna
Stefano Randelli
Andrea Renzullo
Pietro Scalzo
Marco Schincaglia
Andrea Siciliani
Antonio Soga
Fausto Sorini
Clara Statello
Ilaria Teofani
Vittorio Toscano
Gianni Urioni, Pordenone
Roberto Vallepiano
Manuel Vulcano
Sabrina Zocco Ramazzo
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