Sciopero generale in
Catalogna, indetto dagli indipendentisti a seguito delle sentenze di
condanna del leader indipendentista socialista repubblicano Oriol
Junqueras, a 13 anni di carcere, oltre che a pene di poco inferiori
ad altri esponenti politici che – il 1 ottobre 2017 –
organizzarono un referendum per chiedere l'indipendenza della
Catalogna dalla Spagna. Referendum votato da oltre 2 milioni di
persone e considerato, dal governo di Madrid, illegale.
Numerosi gli scontri,
negli scorsi giorni, fra manifestanti catalani e polizia.
Condanna delle sentenze
era giunta anche dal club calcistico del Barcellona, il quale aveva
affermato: “La pena preventiva non ha aiutato a risolvere il
conflitto, non lo farà la pena detentiva inflitta ora, perché la
prigione non è la soluzione. La risoluzione del conflitto in
Catalogna deve provenire esclusivamente dal dialogo politico.. Il
club chiede ai leader politici di condurre un processo di
negoziazione che dovrebbe consentire la liberazione di leader civili
e politici condannati”.
Una Marcia per la Libertà
– così è stata definita – sta raccogliendo oggi numerosi
manifestanti a Barcellona, in marcia in ben cinque colonne, giunti da
tutta la Catalogna e comprendenti sia studenti che organizzazioni
sindacali.
Numerosi, peraltro, i
manifestanti in Gilet Giallo, a significare il fil rouge che lega la
loro marcia di libertà a quella dei Gilet Gialli francesi contro il
governo liberal-autoritario di Macron e le sue misure di austerità
che, da quasi un anno, marciano ogni sabato in Francia.
Luca Bagatin
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